Luganese

Biglietti per 'percorsi brevi' soppressi, malumori a Lugano

Seppur annunciata, la misura crea qualche mal di pancia: il biglietto da massimo sei fermate è sostituito da quello a una zona, che costa di più

Foto Ti-Press
12 giugno 2019
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«È un aumento eccessivo, mi chiedo se questo è un incentivo all’uso del trasporto pubblico del quale si parla tanto». Sono amare le riflessioni di Daniele, pensionato luganese che – come tutti – ha dovuto fare i conti col taglio del biglietto ‘percorso breve’. Una misura decisa dalla Comunità tariffale Arcobaleno e comunicata a maggio (cfr. correlato). Seppur annunciata, e accompagnata da una serie di contropartite, qualche malumore fra gli utenti incontrati alla pensilina Botta lo crea. Chi faceva regolare utilizzo del biglietto speciale per le zone urbane – che costava 2 franchi –, ora deve acquistare quello per una zona: 30 centesimi in più a corsa. Una spesa maggiore del 15 per cento.

«Io vivo da solo – ancora Daniele – e da pochi mesi sono in pensione. Ora che arrivano le belle giornate mi piace prendere il bus da Molino Nuovo (dove abita, ndr) e venire in centro per fare una passeggiata sul lungolago. Lo facevo regolarmente, ma ora dovrò valutare se non mi convenga piuttosto prendere un abbonamento o rinunciare qualche volta in più...». Meno preoccupate rispetto a Daniele, ma dal tenore simile, altre voci raccolte: è una decisione in linea con la politica di promozione del trasporto pubblico della Città? Abbiamo girato la domanda al capodicastero Sviluppo territoriale Angelo Jelmini. «Le tariffe non sono gestite da noi – premette –, quello che possiamo fare come Comune è dare un sostegno (sovvenzionando gli abbonamenti, al 50% per i giovani sotto i 20 anni e per gli studenti sotto i 25, per esempio, ndr). E continueremo a sussidiare in maniera importante».

A tal proposito, in occasione delle recenti manifestazioni per il clima, gli studenti hanno consegnato sette proposte a Palazzo Civico. Fra queste, figura anche quella di rendere gratuiti, per loro, i trasporti pubblici. «Personalmente l’idea mi piace, ma sarà il Municipio a dover prendere una decisione. Stiamo facendo valutazioni di carattere finanziario se aumentare la quota (del 50%, ndr) o accogliere del tutto la richiesta».

Il municipale ricorda inoltre che siamo alle porte di un cambiamento epocale. Da dicembre 2020 – con l’apertura della galleria di base del Monte Ceneri – ci sarà un grosso potenziamento anche del trasporto pubblico su gomma, sia regionale che urbano. Secondo recenti calcoli del Dipartimento del territorio, l’aumento delle prestazioni in città è stimato al 26% e addirittura all’80% per i servizi regionali. Non senza oneri: 22,5 milioni di franchi ripartiti tra Confederazione, Cantone e Comuni.

L’arcobaleno
‘Non aumento, riorganizzazione’

«Non si tratta di un aumento, ma di una riorganizzazione tariffale». Sebbene l’impressione dell’utente medio possa essere quella di un rincaro (cfr. articolo principale), l’Arcobaleno spiega che non è così. Quello inerente alle tratte brevi urbane non è per altro l’unico cambiamento entrato in vigore il 1° giugno. Variazioni, anche di prezzo e spesso al rialzo, dovute alla necessità di rendere finanziariamente neutre le novità. «Sono cambiate determinate regole – sottolinea il pr ad interim Tiziano Pellegrini –, per esempio è venuto a cadere l’obbligo per gli abbonati di acquistare almeno due zone extraurbane» o la possibilità di viaggiare in tutto il comprensorio con un biglietto almeno da otto zone (invece che tredici).

Tornando al percorso breve urbano, il responsabile ammette che è a Lugano che «si sente di più il problema rispetto alle altre zone urbane, forse perché si utilizzava di più». Entrato in vigore nel dicembre del 2012, questo ticket si sarebbe rivelato «un po’ troppo complicato, laborioso, sia per l’utenza che per i controlli». Si sospettava insomma che ci fossero degli abusi. «La soppressione – aggiunge infine Pellegrini – è stata accompagnata dalla riduzione della tariffa del biglietto di una zona».