Luganese

LugAir, pronti al decollo (futuro)

L’Aspasi è felice del piano di rilancio mentre II governo ratifica l’aumento di capitale dal 12,5 al 40% in Lugano Airport e c’è chi pensa al referendum.

Ti-Press
23 maggio 2019
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Rotta su Ginevra gestita da Lugano Airport Sa (Lasa) ma a livello operativo da Zimex, una compagnia svizzera che noleggia aerei e personale di volo da riattivare l’anno prossimo. Dal 2020 al 2024 acquistare i terreni (non servono tutti quelli del Piano settoriale dell'infrastruttura aeronautica) con 7 milioni di franchi, mentre servirà allungare la pista a sud di almeno 70 metri (nel 2031), per consentire l’atterraggio di Jet regionali di cento posti.

Maurizio Merlo, direttore dell’aeroporto di Lugano-Agno, ieri sera al termine dell’assemblea dell’Associazione passeggeri della Svizzera italiana (Aspasi) ha snocciolato alcuni elementi inediti dello studio degli specialisti dell’Università di San Gallo. Uno studio che è alla base del messaggio di rilancio del Municipio di Lugano ed è sostenuto dal Consiglio di Stato (di ieri la conferma dell’aumento di capitale azionario in Lasa dal 12,5 al40%) che verrà presentato oggi. Il Master plan affidato agli specialisti d’Oltralpe ha chiarito i contorni dell’indotto diretto e indiretto dell’infrastruttura: nel 2017 sono 200 milioni di franchi e 1’600 posti di lavoro generati. È vero che c’era ancora Darwin ma anche senza la compagnia ticinese, fallita un anno e mezzo fa, i numeri parlano di mille impieghi. Non solo: fra il 2008 e il 2017 lo scalo ha creato un valore aggiunto pari a 2 miliardi di franchi. E pensare che gli analisti hanno calibrato lo studio al ribasso proiettandolo fino al 2045, ha sottolineato Merlo. Bisogna però dare una sistemata all’infrastruttura. Il nuovo terminal è previsto (fra il 2025 e il 2027) più a sud e perpendicolare alla pista. Il suo posto attuale lo prenderanno i tre nuovi hangar, uno nel 2021, gli altri due nel 2017 e 2028. Dal 2025 al 2045 sarà Lasa (che toccherà il fondo a livello di perdita di bilancio: 2,3 milioni di franchi nel 2020 per poi risollevarsi e dal 2032 generare utili) a effettuare gli investimenti per oltre 35,4 milioni di franchi, di cui 16 per il terminal e i nuovi uffici. Il direttore: «In passato, l’aeroporto si è sempre basato sulle compagnie presenti senza essere in grado di attirarle: è questo che dovremo fare».

Ieri l’assemblea ha ascoltato attentamente e salutato positivamente l’inatteso sviluppo positivo. Lo ha letto come un passo avanti il presidente dell’Aspasi Marco Romano, a cui hanno fatto eco diversi interventi dei presenti, fra cui quello di Lorenzo Pianezzi (Hotelleriesuisse): «Chiamiamolo Ticino Airport». Nella sala della Swissminiatur di Melide aleggiava l’ipotesi del referendum già annunciato dall’Mps (articolo accanto) a cui stanno pensando socialisti e Verdi di Lugano e del Cantone.

L’Mps si oppone e non esclude il referendum

“Se queste indiscrezioni venissero confermate, l’opposizione dell’Mps sarebbe ancora più forte e decisa di quella già palesata in occasione delle dichiarazioni del Consigliere di Stato Zali dopo la recente assemblea del consiglio di amministrazione della società che gestisce lo scalo luganese”. Il movimento per il socialismo (Mps) non usa mezze parole nella presa di posizione dopo le indiscrezioni fornite dalla Rsi in merito al messaggio del Municipio di Lugano sul futuro dell’aeroporto di Agno (cfr. ‘laRegione’ di ieri).

La soluzione proposta agli occhi dell’Mps rappresenta “la cantonalizzazione di fatto di Lugano Airport Sa (con l’aumento della quota azionaria cantonale dal 12,5% 40%) e la prospettiva di sostegni finanziari (cantonali e comunali) per oltre 50 milioni di franchi con l’ipotesi (che visti i tempi non ha nessuna base seria e credibile) di un ritorno alle cifre nere nel 2032 (cioè tra circa 15 anni) rendono inaccettabile questo progetto”. Per cui, il movimento conferma la propria opposizione al progetto in Gran Consiglio e non esclude di indire un referendum se il Parlamento dovesse accettare la proposta.