L'intenzione è quella di ripartire in tempo per il salone dell'automobile, sul tavolo sempre due opzioni
Un anno senza Darwin. E senza il volo Lugano-Ginevra. Il triste anniversario del ‘grounding’ cade mercoledì; un anno di discussioni, polemiche, trattative e colpi di scena – primo fra tutti il tracollo della compagnia bernese SkyWork, che sembrava intenzionata a riprendere le attività da Agno e che è invece a sua volta fallita il 29 agosto –. Una doccia fredda dietro l’altra, in un vortice di polemiche per i costi che la Città di Lugano deve sobbarcarsi. Siamo però arrivati al dunque: entro la fine dell’anno la Lugano airport Sa (Lasa Sa), società a maggioranza comunale che gestisce lo scalo di Agno, intende pervenire a una decisione. Le opzioni sono sempre due: convincere Swiss, già presente a Lugano, ad assumersi anche il collegamento per Ginevra, o commissionare alla società Zimex il medesimo servizio, sulla falsariga di quanto viene fatto con un certo successo a San Gallo. E proprio all’Università di San Gallo è in corso uno studio sull’indotto che l’aeroporto luganese porta al territorio circostante.
Di questo e altro hanno discusso ieri i consiglieri di amministrazione della Lasa Sa. Per quanto riguarda il Lugano-Ginevra siamo alla resa dei conti nel vero senso della parola, il ‘quantum’. «Si, pensiamo di arrivare a una decisione verso la fine dell’anno, per organizzare la ripresa dell’attività e ripartire possibilmente in tempo per il salone dell’auto a Ginevra (7-17 marzo ndr)», ci dice il direttore di Lugano airport Maurizio Merlo. Al momento sembrerebbe favorita l’opzione Swiss, ma non è ancora stata esclusa l’altra strada». Come sarebbe possibile convincere Swiss a riprendere questa rotta, verso la quale mostrava un certo disinteresse. Pagandola, tout court?
«No, in realtà faremmo come tutti gli aeroporti, sostenendo il Lugano-Ginevra come se fosse un nuovo volo attraverso un piano di scontistica e di marketing», ci risponde il direttore che tuttavia aggiunge: «Stiamo ancora lavorando al ‘Piano C’, non è stato escluso». Che è appunto la creazione di un servizio ‘in proprio’ attraverso la società Zimex, che fornirebbe aereo e personale.
Con i soli 4 voli giornalieri per Zurigo operati da Swiss, peraltro vittime di frequenti cancellazioni, l’equilibrio economico dello scalo non è possibile, e non bastano le tasse pagate dagli aerei privati e dai pochi voli estivi a colmare il ‘buco’ lasciato da Darwin airline. Restano fra l’altro aperti grossi interrogativi, al centro di una inchiesta penale, riguardanti la fine di Darwin e soprattutto del suo patrimonio residuo, 12 milioni di franchi, sparito dopo l’acquisto da parte di Adria airline, ufficialmente speso per prestazioni ancora tutte da verificare. L’aeroporto non è coinvolto nella questione penale, invece Maurizio Merlo vuole dirci la sua riguardo il bilancio dello scalo che dirige. «Non sarà il Lugano-Ginevra a portare il pareggio di bilancio, ma un’insieme di cose. Per esempio stiamo lavorando bene con l’aviazione generale (gli aerei privati appunto ndr). Ma a parte questo, bisogna pensare al valore dell’aeroporto. Oggi l’Università di San Gallo ci ha presentato parte del lavoro, di cifre non ne vogliamo ancora fare, ma le dirò che l’indotto a favore di tutta la regione è ben superiore a un mezzo milione di possibile disavanzo della società».