Dopo il dietrofront di Zimex, il CdA di Lugano Airport si riunisce domani mentre la politica non ha nemmeno iniziato a studiare la ricapitalizzazione
Non demordono i vertici di Lugano Airport Sa. Di fronte a chi prospetta già il funerale dello scalo, vogliono valutare ogni possibile spiraglio per uscire dall’impasse causata dall’annuncio della compagnia zurighese Zimex che non effettuerà voli di linea su Zurigo né su Ginevra (cfr. ‘laRegione’ di sabato 17 agosto). A questa doccia fredda, sono da aggiungere i segnali negativi giunti da Swiss e dalla Ffs per il collegamento su Kloten. Tanto da rendere la questione intricata. Domani verrà riunito un Consiglio di amministrazione straordinario per fare il punto.
Anzitutto, i vertici di Lugano Airport Sa vogliono incontrare la direzione di Swiss e di Zimex. La compagnia zurighese «è uscita con un comunicato stampa senza dirci nulla e mettendoci in difficoltà – dice il direttore dello scalo Maurizio Merlo –. Eppure, il contratto lo abbiamo allestito assieme a loro. Il documento lo hanno visto anche i professori dell’Università di San Gallo che ha realizzato lo studio sull’aeroporto. Non avremmo potuto firmarlo prima della certezza di ricevere i finanziamenti del progetto. E anche da Swiss vogliamo sapere cosa intende fare». In gioco ci sono, lo ricordiamo, il ripristino della linea su Ginevra e il mantenimento di quella su Zurigo. Senza voli di linea, l’aeroporto chiuderebbe. «La soluzione indicata nel contratto prevedeva che Lasa affittasse un velivolo con gli equipaggi di Zimex. La compagnia zurighese avrebbe operato la linea su Ginevra, mentre l’aeroporto si sarebbe assunto la responsabilità e il rischio commerciale di vendere i biglietti», spiega il direttore. Come se Lasa fosse un’agenzia viaggi. Da noi interpellata, prima telefonicamente poi tramite e-mail, la direzione di Zimex ha invece preferito non commentare la decisione di rinunciare alla firma del contratto.
E affittare velivoli da un’altra società straniera? «Il problema è che la compagnia dev’essere elvetica perché il volo è interno e il cabotaggio, in base agli accordi bilaterali con l’Ue, può essere fatto solo con una ditta svizzera – risponde Merlo –. Perciò, l’Ufficio federale dell’aviazione civile (Ufac) non dà la possibilità di usare una compagnia europea per fare il volo su Ginevra, altrimenti avremmo avuto altre compagnie meno care della Zimex interessate». Un tassello degli accordi bilaterali che manca, secondo il direttore: «Abbiamo anche provato a fare pressioni sull’Ufac per avere la possibilità provvisoria rinnovabile ogni sei mesi di collaborare con compagnie estere. Quando ero direttore di Darwin in Italia operavamo la Bolzano-Roma come compagnia svizzera. L’Enac ci concedeva l’autorizzazione, rinnovabile ogni sei mesi siccome nessuna compagnia italiana né europea era interessata. Nel caso in cui una società italiana o europea avesse mostrato interesse, avremmo dovuto rinunciare».
Dal canto suo, Dario Kessel ha le idee in chiaro, questo il tenore del suo post: “Zimex è una società per voli cargo e ha un solo Atr 42 per passeggeri ed è logico che in queste condizioni non possa operare lo Zurigo e il Ginevra, Nessuno vuole riprendere i voli che sono sempre stati in perdita, ma se si affrontasse l’argomento con serietà e professionalità allora anche Zimex potrebbe rivedere la propria politica aziendale e adeguare le proprie strutture (…) Se la Città desse le garanzie finanziarie penso si potrebbe riprendere il discorso”. Lo spiraglio per le trattative ci sarebbe. In questo momento di fibrillazione soprattutto per i 77 dipendenti, in cui è pendente in Commissione della gestione di Lugano il messaggio sulla ricapitalizzazione di Lasa e sul rilancio dello scalo contro cui è annunciato un referendum. Un messaggio in cui si parla di Zimex in una ventina di pagine, spiega il presidente della Gestione Lukas Bernasconi (Lega) che mantiene una posizione attendista: «Dobbiamo nominare il relatore del messaggio. In questo momento c’è confusione. Vogliamo cercare in tutti i modi di salvare l’aeroporto ma non a tutti costi, deve avere un senso».