Luganese

Campione e la resa dei conti

Il commissario prefettizio Giorgio Zanzi: ‘Non ci sono le condizioni per l’equilibrio di bilancio’.

2 novembre 2018
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È impossibile redigere il bilancio di previsione 2018 del Comune di Campione d’Italia. Sì, perché non è il gioco delle tre tavolette, bensì un esercizio matematico che non consente il segno meno, casomai impone il pari e il più. «Non ci sono le condizioni per l’equilibrio di bilancio» afferma il commissario prefettizio Giorgio Zanzi, ex prefetto di Varese che, da quando è arrivato in riva al Ceresio, ci ha provato, ma alla fine ha dovuto alzare bandiera bianca.
A questo punto cosa succede? «Potrebbero anche sollevarmi dall’incarico, nominando un nuovo commissario prefettizio», risponde Zanzi che, essendo uomo delle Istituzioni, sa perfettamente che comunque ciò non succederà. E allora? «Resto al mio posto». I conti però non tornano… «Nelle condizioni in cui ci troviamo e in mancanza dei trasferimenti da parte del casinò, alle prese con i propri problemi, per rimettere in sesto i conti del Comune non rimane che sperare in un pronto soccorso». Cosa significa? «Un contributo straordinario da parte dello Stato, come è già stato per Comuni italiani ben più grandi di Campione d’Italia. Non sarebbe neppure un intervento straordinario, in quanto previsto per i Comuni in dissesto finanziario». Un contributo tanto atteso che dovrebbe concretizzarsi in alcune decine di milioni di euro. Sta lavorando in tal senso? «Mi sto adoperando affinché possa arrivare dallo Stato quell’aiuto di cui necessitiamo. A Roma ne sono consapevoli, così come ritengo abbiano ben presente che la macchina comunale di Campione difficilmente sarebbe in grado di funzionare con il personale ridotto all’osso come previsto per i Comuni in dissesto finanziario. Aspettiamo comunque il pronunciamento del Tar».

Cooperativa verso lo scioglimento

In questo mese di novembre è infatti in programma l’udienza alla Corte d’appello di Milano sul reclamo avverso alla sentenza di fallimento del casinò pronunciata a fine luglio dal Tribunale di Como. Se fosse accolto, tutto potrebbe tornare (quasi) come prima. Se invece non fosse accolto, si potrebbe ipotizzare una gestione della casa da gioco da parte della Cooperativa dei lavoratori? «È da escludere, in quanto sarebbe comunque una gestione privatistica non prevista dalle normative in vigore». Per quanto è dato a sapere, la Cooperativa dei lavoratori sarà sciolta entro il prossimo 31 dicembre. La “cattedrale laica” di Mario Botta, di gran lunga il più grande casinò d’Europa, com’era facile prevedere, è diventato un’enorme palla al piede. È possibile immaginarne un utilizzo diverso? «Per come è stato costruito, ritengo sia difficile. Anche se, considerato che ci sono molti spazi non utilizzati, sarebbe utile», conclude il commissario prefettizio. È comunque compito del Comune prevedere altre eventuali soluzioni. Inoltre, ci sarebbe anche un problema di risorse finanziarie da parte del privato». Comunque sia, se dovessero giungere proposte e risorse per realizzarle, da parte di coloro che hanno mostrato interesse per la struttura del casinò, sarebbe un importante ossigeno (finanziario) che attualmente manca a Campione d’Italia.