La delusione del fondatore Tiziano Moccetti al 'Caffé'. L'attesa per la quota di 5 milioni di franchi getta ombre sinistre sul polo di ricerca previsto a Molino Nuovo
"Se il progetto Mizar fosse stato realizzato come proposto da me, a quest'ora sarebbe già realtà". Sono parole di Tiziano Moccetti, fondatore del Cardiocentro, rilasciate al Caffé, che nel numero di oggi riporta lo stallo persistente attorno al polo di ricerca medica che dovrebbe sorgere a Molino Nuovo. Preoccupa l'attesa per la quota di 5 milioni di franchi spettante al 'Cardio', per la costituzione della società immobiliare Mizar Sa. Soprattutto alla luce del deposito di 10 milioni di franchi già avvenuto nel 2016 da parte dell'altro azionista, la Città di Lugano. Giorgio Giudici, presidente della Fondazione Cardiocentro, garantisce il versamento "non appena ci sarà la licenza edilizia", escludendo che l'attesa dipenda dalle trattative con l'Ente ospedaliero cantonale. Idea alla quale il domenicale contrappone la 'scuola di pensiero' di chi sostiene che il Cardiocentro voglia conoscere quale tipo di accordo verrà raggiunto con l'Ente ospedaliero cantonale prima di confermare la partecipazione, vista anche l'onerosità dell'impegno economico.
A proposito della difficile situazione finanziaria (si parla di un disavanzo di 29 milioni negli ultimi sei o sette anni), l'Ente ospedaliero cantonale ha recentemente espresso le proprie preoccupazioni rivolgendosi all'autorità ticinese di Vigilianza sulle fondazioni, che sta ora analizzando i bilanci.