Angelo Jelmini traccia il punto della situazione. Fra visioni contrapposte a Palazzo, fa capolino l'ipotesi da dare la parola al popolo.
Volete un nucleo storico di Lugano e un lungolago attraversato dalle auto, o li preferite senza? Ruotano attorno a questa domanda fondamentale (e sono destinate prima o poi ad arrivarci) tutte le polemiche, suggestioni e gli atti parlamentari pendenti che attraversano e hanno attraversato la difficoltosa mobilità del centro cittadino. Una mobilità a tratti lenta e poco fluida che rappresenta l’anello debole del Piano viario del Polo e continua a dividere con visioni nettamente contrapposte. È uno di quei temi che suscitano emozioni forti, di pancia. A nessuno piace stare in colonna ma dalla pancia bisogna passare alla testa e questo percorso fa altrettanta fatica di un’auto a muoversi negli orari di punta a Lugano, dice il titolare del tormentato dossier e del Dicastero sviluppo territoriale Angelo Jelmini.
Un tema spinoso, tanto che non è da escludere una consultazione popolare. Intanto, spiega Jelmini, «stiamo facendo i compiti che il Consiglio comunale ci ha assegnato: la revisione del Piano regolatore (Pr) del centro città, lungolago compreso, e stiamo verificando gli spunti emersi dall’ultima mozione presentata a fine luglio. Da lì nascono i tre scenari evocati che si possono riassumere così: tornare al passato e a far passare le auto in centro, lasciare il tutto così com’è e guardare al futuro con la pedonalizzazione del lungolago prevista dal Pr da 20 anni. Il problema è che persistono visioni nettamente contrastanti sul tema». Come sarà coinvolto il Consiglio comunale? «In Municipio dovremo prendere posizione sulle mozioni ma l’impressione è che non ci siamo ancora, poi sarà il legislativo e semmai il popolo a esprimersi su che tipo di centro storico si vuole a Lugano e sul lungolago: trafficato o senza auto oppure maggiormente pedonalizzato» rileva il titolare del dossier.
Il Municipio dovrà fornire un orientamento chiaro: «Dovremo identificare in base alle analisi dei servizi coinvolti verso quale direzione andare ma il tema sta assumendo una connotazione politica», constata Jelmini. Qual è la sua posizione? «Bisognerebbe chiedere un credito per allestire un mandato di studio parallelo per rivedere il Pr della parte centrale di Lugano e del lungolago. I servizi hanno proposto di fornire risposte con dati tecnici in un documento che includa vantaggi e svantaggi in merito alle proposte di mobilità alternativa. Passasse l’idea, il Consiglio comunale verrebbe coinvolto e la successiva risoluzione potrebbe essere oggetto di un referendum – chiosa Jelmini –. Però, prima dobbiamo digerire all’interno del Municipio i vari orientamenti». Qual è il suo punto di vista? «Sono sempre stato un fautore di un’ampia pedonalizzazione del centro e del lungolago. Non la si potrà realizzare al 100%, ma si potrebbero fare passi avanti verso una graduale chiusura del lungolago, magari il fine settimana o la sera».
E cosa pensa delle proposte contenute nell’ultima mozione (ndr, riaprire Corso Elvezia nei due a sensi di marcia da via Zurigo a via Balestra; riaprire Corso Pestalozzi ai due sensi per le auto; un semaforo all’incrocio fra Corso Pestalozzi, Corso Elvezia e viale Cattaneo per poter svoltare a sud, rispettivamente verso nord da Riva Albertolli; consentire la svolta a sinistra su viale Cassarate dal ponte fra via Maggio e via Balestra)? «Renderebbero difficoltoso il trasporto pubblico, sopratutto negli orari di punta, senza migliorare la fluidità del traffico privato, ma è un’impressione da verificare o smentire dagli specialisti – risponde Jelmini –. Nella mobilità, se ogni tanto tutti facessimo un piccolo sforzo rinunciando all’auto, tanti problemi sarebbero vissuti diversamente. Ci vorrebbe pure un trasporto pubblico più efficiente in grado di attirare più utenti. Tutti hanno diritto di girare in auto quando vogliono ma ognuno dovrebbe assumersi la responsabilità di dare il proprio piccolo contributo togliendosi dalla circolazione ogni tanto con una mentalità positiva a favore della comunità».