Luganese

Chi guadagna dai mancati incassi del Casinò di Campione?

La chiusura della casa da gioco, secondo le stime, andrebbe ad arricchire le sale Vtl e anche il gioco d'azzardo, senza nessun controllo sulla deriva della ludopatia

2 settembre 2018
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Anche lo Stato biscazziere guadagna dalla chiusura del Casinò di Campione d'Italia. E, quindi, non solo le case da gioco di Lugano e Mendrisio. Ad oggi, trentasette giorni dopo la chiusura dell'unica azienda dell'enclave, i mancati incassi sono pari a 8 milioni e 240mila euro, stima che si basa su dati certi: nei sei mesi di quest'anno il Casinò di Campione d'Italia ha incassato 40 milioni e 460mila euro che divisi per 181, quanti sono quelli del primo semestre 2018, si ricava una media giornaliera di 223mila euro. Si stima che una somma attorno a 30mila euro giornalieri dalla chiusura del Casinò dell'enclave possa essere stata incassata dalle case da gioco di Lugano e Mendrisio. Forse qualcosa anche a Locarno, anche se è ben lontano dalle strade percorse dai clienti di Campione.

E i rimanenti 190mila euro di mancanti incassi del Casinò posto in riva al Ceresio che fine hanno fatto? I grandi giocatori, quelli dei tavoli verdi, e degli assegni non onorati per 6,5 milioni di euro, non si esclude che possano aver preso la strada per Venezia. E tutti gli altri? "Non possiamo pensare che chi ha giocato sino ad ora non abbiamo continuato a farlo dopo la chiusura del Casinò di Campione. Sono andati altrove, come nelle case da gioco oltre confine – risponde Olmo Romeo, presidente di Federgioco, l'associazione che raggruppa i quattro casinò italiani, anche se si dovrebbe parlare di tre case da gioco –. La maggior parte dei giocatori è finita a giocare nelle slot dei bar o nelle sale Vlt (dove è possibile vincere sino a 5mila euro, ndr) o peggio ancora nel gioco illegale".

E con le slot machine e le Vlt lo Stato italiano ci guadagna. Nel 2016 in Italia alle macchinette mangiasoldi sono stati giocati 50 miliardi di euro. Somma che raddoppia se si calcolano tutti gli altri giochi d'azzardo. Cento miliardi di euro che allo Stato biscazziere ha fruttato 10 miliardi. I quattro casinò hanno complessivamente incassato 250 milioni di euro, dove il fenomeno della ludopatia certamente esiste, ma è più facile da tenere sotto controllo, mentre è totalmente ignorato nei bar e nelle sale Vlt.

In materia di giochi, lo Stato italiano somiglia molto a un Giano bifronte che predica bene e razzola male. Il governo pentaleghista con il "Decreto dignità" che avrebbe dovuto prevedere misure contro il gioco d'azzardo si è limitato a prevedere una multa del 20% sui contratti pubblicitari.  Dare una mano (o meglio un decreto legge) per riaprire il Casinò di Campione d'Italia va incontro il "Decreto dignità"? Nell'enclave se lo chiedono in molti.