Luganese

Campione si spopola

Anche i commercianti se la passano male. La situazione venutasi a creare al casinò accentua un fenomeno in atto da anni

21 agosto 2018
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Campione d'Italia, un paese che si spopola. Una tendenza in atto da alcuni anni, accentuata negli ultimi mesi, in coincidenza con la drammatica situazione in cui è precipitato l'enclave. Casinò chiuso e 487 lavoratori a spasso, senza stipendio da luglio. Il comune in dissesto finanziario e con 86 dipendenti in esubero su 102 che da febbraio lavorano a costo zero in quanto senza stipendio. Seicento lavoratori con impegni finanziari da onorare, come il pagamento del mutuo della casa. Le case sfitte in riva al Ceresio rappresentano il 50% del totale. Gli esercizi commerciali nell'arco di pochi anni si è passati da quaranta a dodici attività. E i commercianti che resistono se la passano male. Non potrebbe essere diversamente se una delle uniche due aziende di Campione è stata chiusa, mentre l'altra non paga gli stipendi.

La fuga da Campione è un fenomeno che risale a metà del 2002 con l'entrata in vigore degli Accordi bilaterali tra Svizzera e Ue che consentiva la libera circolazione delle persone. E pertanto per ragioni di vantaggio economico e per i servizi prestati dal Canton Ticino (sanità con libera scelta del medico, scuole secondarie gratuite, affitti meno cari, fra gli esempi più significativi) iniziò la migrazione dei campionesi. Una scelta che mai come in questi mesi si sta dimostrando oculata. I cittadini Aire, con residenza a Campione, a fine 2017 in Svizzera erano oltre 2mila di cui poco meno di 1.800 in Ticino, un numero superiore ai residenti che in riva al Ceresio erano 1971. In dieci anni i cittadini Aire sono cresciuti del 25%, mentre nello stesso periodo i residenti sono calati del 22 per cento. Gli appartamenti sfitti sono quelli che erano occupati dai dipendenti del Casinò che con stipendi ridotti non erano più in grado di pagare la pigione. Situazione che si è aggravata con la chiusura della casa da gioco. E comunque andrà a finire la crisi del ''sistema Campione'', già da ora è scontato che nell'enclave continuerà l'allontanamento spontaneo oltre che obbligatorio delle persone. Una situazione quindi irreversibile.

L'impoverimento dell'enclave che a dispetto delle legittime attese dei campionesi continua nel silenzio assordante da parte della politica romana si riflette pesantemente sul settore abitativo dell'enclave. Anche gli stranieri che a fine 2017 erano oltre 500 (218 i russi che hanno acquistano a piene mani) stanno lasciando Campione d'Italia. Soprattutto rumene, ucraine e filippine (complessivamente 50) occupate come badanti di pensionati che a seguito dell'abolizione del contributo integrativo non sono più in grado di pagare gli stipendi. Ma anche i danarosi russi che hanno incominciato a mettere in vendita ville e appartamenti.