Luganese

Campione: sacrifici anche per i dipendenti statali

Da febbraio non ricevono più l'assegno di confine e nemmeno l'indennità di trasferta per chi risiede fuori dall'enclave

4 settembre 2018
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Il loro stipendio non è in discussione, anche perché pagato dalla Stato, ma non sarebbe giusto considerarli dei privilegiati: pure loro sono chiamati a fare sacrifici. Sono i dipendenti statali, una ventina, che a Campione d'Italia svolgono attività importanti. C'è per esempio chi è impegnato sul versante dell'ordine pubblico e chi su quello dell'insegnamento.

Sono gli insegnanti e i carabinieri residenti in riva al Ceresio, che dallo scorso febbraio non ricevono più l'assegno di confine, che veniva riconosciuto in considerazione del fatto che il costo della vita a Campione d'Italia è più alto rispetto al resto del paese. Da sette mesi non viene più pagata nemmeno l'indennità di trasferta al personale della scuola elementare e media inferiore non residente a Campione.

Una scelta, quella di non risiedere nell'enclave, dovuta agli affitti che in riva al Ceresio sono molto alti, superiori a quelli pagati in Ticino: ecco perché le case sfitte sono sempre più numerose. E con la situazione che si è venuta a creare nell'enclave, con il Casinò chiuso (e 478 lavoratori a spasso) e con i 102 dipendenti comunali che da sette mesi lavorano senza ricevere lo stipendio, la prospettiva di svuotare il paese diventa sempre più concreta.

La gente infatti se ne torna a vivere a Como o Porlezza o negli altri comuni di frontiera. Negli anni in cui per il fisco risiedere a Campione d'Italia era un manna calata dal cielo c'era la corsa ad avere la residenza nell'enclave che spesso era una cassetta delle lettere. Altri tempi, altri guai, che rispetto a quelli attuali, erano bruscolini. ''Fra un mese, con la fine della stagione estiva, e con l'ora solare, questo sarà un paese morto'': è questa la previsione che accomuna i campionesi. C'è d'aggiungere che già nel giugno 2015, epoca in cui già scricchiolava il ''sistema Campione'', carabinieri e insegnati (una ventina di statali) si erano visti ridurre del 40 per cento l'assegno di confine. Stessa riduzione per l'indennità di trasferta del personale delle scuole non residente nell'enclave.

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