I dipendenti si sono espressi largamente a favore dell'intesa tra sindacati e casa da gioco
"Tra un colpo di pistola alla tempia ed uno ad un piedi, meglio il secondo, ovviamente". Commenta una dipendente di lungo corso del Casinò l'esito del referendum che con il 70% si ha aperto la possibilità alle parti (azienda e sindacati) di firmare l'accordo che prevedendo misure alternative scongiura il licenziameno collettivo di 156 lavoratori della casa da gioco.
La maggioranza dei votanti 428 votanti su 502 (87% l'adesione al referedum, che conferma l'attenzione al difficilissimo momento in cui si trova il Casinò) ha approvato l'ipotesi di accordo che, in estrema sintesi, prevede un calo dell'orario di lavoro e quindi dello stipendio del 30% (quello minimo non può scendere sotto i 5'500 franchi lordi mensili), ricorso alla legge Fornero (pensionamento anticipato per una trentina di dipendenti) e esternalizzazione del settore ristoranti-bar che attualmente occupa 38 lavoratori.
I sì sono risultati 298 (70%), i no 129 (30%) ed una scheda bianca. Dati che confermano il commento iniziale. A questo punto l'ipotesi di accordo può essere firmato. E ciò avverrà oggi, mercoledì, a Milano presso la sede di Polis Lombardia (Agenzia regionale per l'istruzione, la formazione e il lavoro), dopo che il dirigente regionale Carlo Bianchessi che fin qui ha coordinato i diversi incontri dei giorni scorsi, ha convocato per le 14 le parti in causa: Casino Campione Spa, Slc.Cgil Como, Fisascat-Cisl Como, Uilcom-Uil Como, Ugl Lecco presso Ugl Como, Libersind Confsal, Snalc.Cisal, Rsu e Rsa.
La tappa successiva sarà poi in Tribunale a Como il prossimo 25 maggio per quello che può essere il giorno della verità. Il Tribunale fallimentare è chiamate ad esprimersi su due richieste contrapposte: fallimento della Casinò Campione Spa, chiesto dalla procura lariana, o Concordato preventivo, chiesto dell'Azienda. Si saprà allora se i sacrifici che i dipendenti hanno accettato e i ''compiti fatti a casa'' dell'Azienda (in questi ultimi due mesi la società doveva presentare ai giudici gli impegni presi) avranno fatto breccia fra i togati chiamati a decidere il destino di una intera comunità, quella campionese, chiamata a confrontarsi con una realtà che in riva al Ceresio si erano illusi non fosse di loro competenza. Il reddito pro capite dei campionese crollato negli ultimi dieci anni da 58 mila a 30 mila euro avrebbe dovuto far aprire gli occhi.