Giuria impressionata dal restauro del complesso sulla collina asconese e dal recupero del paesaggio storico e naturalistico della Val Calnègia
Vanno al Locarnese i premi principali della Società ticinese per l'arte e la natura (Stan). La cerimonia di consegna è avvenuta all'Albergo Monte Verità di Ascona e un riconoscimento è stato attribuito proprio alla Fondazione Monte Verità per il restauro del complesso sulla collina asconese. L'altro è andato in Vallemaggia, a Cavergno, per sottolineare il lavoro del Patriziato nel recupero del paesaggio storico e naturalistico della Val Calnègia.
Attestati di merito sono stati attribuiti al Comune di Breggia per il restauro della fontana e lavatoio di Cabbio; al Comune di Lugano per il restauro delle facciate delle Case del '48; alla Parrocchia di Ludiano per il restauro della chiesa parrocchiale di San Secondo; e al Patriziato di Biasca per il recupero della cascina sull'alpe Ol Boión.
Come sottolineato dal presidente della Stan Tiziano Fontana in occasione della cerimonia, ricorrono quest'anno i 60 anni dall'adozione della Carta internazionale sulla conservazione e il restauro dei monumenti e dei siti (Carta di Venezia). Proprio sui principi contenuti in questa carta – e nelle successive elaborate dall’Icomos e dall’Unesco – la Stan fonda la sua attività. Ebbene, il Premio Stan nella categoria “restauro architettonico” è appunto stato conferito alla Fondazione Monte Verità per l’intervento di restauro del complesso del Monte Verità, curato degli architetti Gabriele Geronzi, Bruno Reichlin, Carlo Zanetti e Danilo Soldati; per la categoria “conservazione paesaggi culturali” il premio è invece andato al Patriziato di Cavergno per la valorizzazione del paesaggio della Val Calnègia con l’alpe Formazzöö.
Il bando di concorso pubblicato su ‘Il nostro Paese’ aveva generato 18 candidature: 6 da Parrocchie, 5 da Patriziati, 3 da Comuni, 2 da fondazioni e 2 da progettisti. I lavori presentati riguardano 5 tipologie di intervento: il ripristino, il recupero, la trasformazione, la ristrutturazione o riattazione e il restauro. La giuria ha preso in esame solo i restauri, selezionando 7 interventi, di cui 2 per il settore “paesaggi culturali”.
Il progetto al Monte Verità, è stato sottolineato, “è emerso come l’intervento di restauro architettonico più vasto e complesso tra quelli in gara. Esso è stato preceduto da un impressionante lavoro di ricerca che ha consentito di scoprire la consistenza effettiva del primo insediamento sulla collina, della costruzione dell’albergo nel 1928 su progetto dell’architetto Emil Fahrenkamp, incaricato dal nuovo proprietario del fondo, il barone Eduard von der Heydt, e di tutte le trasformazioni eseguite successivamente per volontà del barone stesso e dopo che questi fece dono dell’intera proprietà al Cantone del Ticino nel 1956”. L’approccio conservativo dei progettisti Bruno Reichlin, Gabriele Geronzi, Carlo Zanetti e Danilo Soldati, ha rilevato la Stan, “è andato oltre il mantenimento integrale della sostanza storica esistente, tant’è vero che serramenti nel tempo sostituiti sono stati ora rifatti sui modelli originali conservati, anche con il vetro semplice”.
Il recupero del paesaggio storico della Val Calnègia, invece, “colpisce per l’estensione dell’intervento che coinvolge una valle sviluppata lungo 3,5 km, ma soprattutto per l’intento di recuperare tutti gli aspetti della vita rurale di una valle, dal restauro di singoli oggetti quali il quadro a olio del ‘Salvator mundi’ presente in una cappella, a quello delle cascine del Patriziato – presenti sull’area in grande numero –, dei percorsi, fino al ripristino della vegetazione autoctona e dei pascoli”. Insomma, “gli interventi sugli edifici esprimono una sapienza artigianale antica che viene preservata e tramandata. Il tutto è coniugato all’attività agricola con la reintroduzione del pascolo per ovini e bovini, ma anche allo svago e al turismo. In quest'ambito si situa il miglioramento dell’accessibilità alla Splüia béla, monumento naturale della regione”. La giuria ha ritenuto che questo recupero di un paesaggio culturale sia “da portare a esempio per altri interventi analoghi”.