Interpellanza del consigliere comunale del Centro di Magadino Joshua Pedroni sulla ristrutturazione del vecchio strumento e sull'evento internazionale
A che punto siamo con l’operazione salvataggio dell’organo Mascioni della chiesa di San Carlo Borromeo a Magadino e di conseguenza del Festival internazionale di musica organistica? È in sostanza quello che chiede attraverso un’interpellanza al Municipio di Gambarogno il consigliere comunale del Centro Joshua Pedroni.
L’allarme era stato lanciato lo scorso luglio, al termine della 62esima edizione, dal presidente della manifestazione, Maurizio Sargenti, che aveva sottolineato come “questo potrebbe essere l’ultimo concerto del Festival più antico d’Europa”. La causa, le condizioni dello strumento, costruito 73 anni fa e che necessita di un’importante revisione e aggiornamento, in particolare nella composizione fonica, per garantirne l’efficienza e riqualificarlo artisticamente. Pena, l’impossibilità di continuare a utilizzare l’organo e soprattutto di organizzare un festival che, come sottolinea Pedroni nella sua interpellanza, rappresenta una “straordinaria avventura di rilevanza internazionale”, nata nel 1963 “dall’intraprendenza e la lungimiranza di alcuni gambarognesi” e che, “fino ai giorni nostri, ha richiamato nella nostra riviera artisti internazionali”. Un evento appunto dalla valenza internazionale che “ha portato Magadino e il Gambarogno ad accrescere la propria storia culturale e a farsi conoscere al di fuori dei confini nazionali”.
Come detto però, “dopo anni di interventi atti a far proseguire la sua attività concertistica da parte degli specialisti, si è giunti al cruciale momento in cui queste piccole sistemazioni non bastano più e bisogna pertanto ristrutturare completamente lo strumento. Il preventivo dei costi per questo restauro è una cifra molto elevata e l’intervento dovrebbe essere effettuato in tempi brevi. Purtroppo c’è la concreta possibilità che l’evento più importante del nostro comune, per valenza storica e di promozione internazionale, cessi di esistere interrompendo una storia ricca di musica, cultura e impegno”.
Da qui le domande poste all’esecutivo, che sondano anche la possibilità, “vista l’ingente somma di denaro che il restauro dell’organo necessita e dell’altresì suo elevato valore culturale”, di “avviare una raccolta fondi, come fatto per il progetto di valorizzazione del paesaggio del Gambarogno da poco votato in Consiglio comunale, per ovviare in parte ai costi di ristrutturazione e limitare le spese al Comune”.