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Società partecipate, ‘serve una governance più trasparente’

Locarno, iniziativa dell'intero gruppo Plr in Consiglio comunale affinché la politica ottenga maggior coinvolgimento nell'operato dei suoi delegati

Fra le società partecipate anche la Palacinema Sa
(Ti-Press)
7 ottobre 2024
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Bene l’esternalizzazione di alcune funzioni pubbliche, perché consente maggiore flessibilità operativa. Ma Locarno dovrebbe sfruttare meglio le sue possibilità di controllo e di istruzione “introducendo regolamentazioni più precise su alcuni aspetti chiave in tema di governance”.

Parte da questi presupposti, l'interpellanza al Municipio di Locarno firmata da presidente e vicepresidente della sezione locarnese del Plr, Stefano Lappe e Orlando Bianchetti, e sottoscritta anche da tutto il gruppo liberale radicale in Consiglio comunale.

Dopo la revisione della Loc

La premessa è che, con la revisione della Loc del 2009, a livello cantonale siano state poste “basi legali più ampie e sistematiche per l'operato dei Comuni attraverso soggetti esterni all'amministrazione comunale”. In particolare, fanno stato 4 capoversi dell’articolo 193. Il primo, scrivono i consiglieri liberali radicali, “autorizza il Comune a costituire organismi di diritto pubblico (consorzi, enti autonomi, aziende municipalizzate) o privato (società anonime, fondazioni, associazioni e cooperative) per l’esecuzione di compiti pubblici”; il secondo “sancisce un elemento fondamentale, ossia la responsabilità del Comune dell’esecuzione dei compiti nel rispetto degli interessi collettivi, imponendo che esso appronti i necessari controlli”; il terzo e il quarto “ancorano da un lato il diritto di informazione del Consiglio comunale, e dall’altro quello di impartire istruzioni vincolanti sull’attività da parte dell’ente pubblico comunale”. Inoltre, l’articolo 5 (capoverso 3) del Regolamento di applicazione della Loc “prevede l’obbligo del Municipio di fornire al Consiglio comunale informazioni dettagliate sulle attività svolte (incluse le problematiche pendenti), sulla politica societaria e su quella finanziaria”.

Ne deriva “il principio cardine secondo cui il Comune è responsabile dell’esecuzione dei compiti affidati agli organismi esterni, garantendo che siano svolti nel rispetto degli interessi collettivi”. Di conseguenza “il Municipio deve avvalersi dei canali a sua disposizione per mantenere un flusso costante e dettagliato di informazioni riguardanti l'attività svolta dagli organismi esterni”.

L'obbligo di informare

A Locarno la “public corporate governance” è disciplinata in alcuni articoli del Regolamento comunale che “tutelano il ruolo della collettività nell’esternalizzazione dei compiti pubblici comunali”; Regolamento comunale che “impone inoltre ai rappresentanti del Comune l'obbligo di informare il Consiglio comunale sulla situazione dell’ente esterno, e al Municipio quello di garantire un flusso di informazioni tempestivo, puntuale e continuo con i propri rappresentanti negli enti esterni”. Ma non basta: “Il rappresentante nell’organo direttivo dell'ente esterno è tenuto a informare il Municipio in caso di decisioni divergenti da quanto deliberato dal Consiglio comunale o con rilevanti implicazioni finanziarie, con facoltà per l'esecutivo di indire un voto consiliare”.

Tutte queste disposizioni vengono applicate in diverse società cui la Città ha demandato la gestione di compiti pubblici di primo piano. Vengono citate Ses, Cbr, Palacinema, Kursaal Locarno, Cit, Porto regionale, Fart, Ticino Parcheggi, nonché “numerosi consorzi e associazioni nelle quali la Città partecipa”.

‘Manca una strategia complessiva’

Tuttavia, nonostante tutto quanto precede, Locarno “non si è finora ancora dotata di una strategia che stabilisca i principi per una gestione complessiva mirata e un controllo sistematico di queste entità”. Ma a monte, rileva il Partitone, “non è del tutto trasparente come i rappresentanti della Città, all'interno delle varie entità partecipate, traducano in azioni concrete gli orientamenti stabiliti dal Consiglio comunale e precisati dal Municipio, né è chiaro in che misura il flusso di informazioni tra questi rappresentanti e il Municipio sia regolare e completo. Questo genera incertezza sulla capacità del Comune di mantenere un controllo efficace e tempestivo sulle decisioni strategiche e operative delle partecipate, aspetto cruciale per garantire che gli interessi pubblici siano sempre adeguatamente tutelati.

‘Serve una specifica Ordinanza?’

Infine, al Municipio il gruppo Plr chiede se ritenga che il Regolamento comunale dia sufficienti garanzie; se no, se voglia adottare un’ordinanza specifica; se non sia necessario “organizzare degli incontri regolari con tutti i propri rappresentanti negli organi direttivi, almeno con cadenza semestrale, al fine di garantire un corretto flusso di informazioni e impartire adeguate istruzioni, nel rispetto del diritto superiore”; se intenda “verificare, nei limiti dei diritti legati alle proprie partecipazioni, che gli statuti degli enti esterni siano formulati in modo da agevolare l'interazione tra l'ente pubblico e i propri rappresentanti”; e “in che modo il Municipio intenda garantire la trasparenza delle retribuzioni negli enti esterni”.

«Che gli enti esterni svolgano un ruolo cruciale nella gestione di funzioni pubbliche essenziali è fuori di dubbio, ma lo è altrettanto che il loro controllo rimane spesso in ombra – commenta, raggiunto da “laRegione”, Stefano Lappe –. La nostra interpellanza ha quindi l’obiettivo di riportare al centro dell’attenzione l’importanza di una governance trasparente e responsabile». Aggiunge Bianchetti che «una supervisione efficace delle partecipate non è solo una questione di buona amministrazione, ma è fondamentale per garantire che gli interessi collettivi siano realmente tutelati e che le risorse pubbliche vengano gestite con la massima responsabilità».

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