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Lavoro ridotto in Alta Vallemaggia, oltre 150 le richieste

Strategie per evitare la perdita di posti di lavoro nelle aree colpite dal maltempo. Beretta dell'Ocst: ‘Necessari anche aiuti straordinari’

In sintesi:
  • Il Cantone dedica al tema una pagina internet specifica
  • ‘In una situazione simile è anche il Piano di Magadino’
Il ponte di Visletto distrutto dal fiume in piena
(Ti-Press)
18 luglio 2024
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Ricostruire il territorio, ripristinare le infrastrutture e ridare forza all’economia locale. Sono tre dei fronti caldi dell’emergenza che sta vivendo in queste settimane l’Alta Vallemaggia, colpita da un nubifragio nella notte tra il 29 e il 30 giugno. Il maltempo aveva provocato cinque morti (ai quali si aggiungono tre persone tuttora date per disperse) e danni per decine di milioni di franchi, distruggendo case, linee di comunicazione, mezzi e terreni agricoli. Nelle scorse ore sono iniziati i lavori per la posa del ponte provvisorio a Cevio-Visletto, che se tutto va come previsto si concluderanno nei prossimi giorni.

Per quanto riguarda le misure per scongiurare un crollo dei vari settori economici, la prima (e più urgente) è la salvaguardia degli impieghi. Per evitare che le diverse aziende di valle si trovino a dover lasciar a casa i propri dipendenti, esiste la possibilità di chiedere il lavoro ridotto, che viene concesso con la motivazione di eventi meteorologici estremi. Da Cevio in su, anche per le chiusure delle vie d’accesso.

Per capire come ci si sta muovendo, abbiamo interpellato Silvano Beretta, responsabile della Cassa disoccupazione dell’Organizzazione cristiano sociale ticinese (Ocst) per il Locarnese e le valli, ma pure responsabile dello stesso sindacato per il lavoro ridotto nel Sopraceneri. «Secondo la nostra analisi interna – afferma – sono circa 150 le aziende che hanno presentato la domanda per il lavoro ridotto nell’area che va dal ponte di Visletto in su». Una regione vasta, che comprende Cevio, Bignasco, Cavergno, le Valli Rovana, Bavona e Lavizzara, come pure Bosco Gurin.

Il Cantone, tramite la sua Sezione del lavoro (Dipartimento finanze ed economia) dedica all’emergenza Vallemaggia un capitolo specifico sul suo sito. Sotto il titolo ‘Indennità per lavoro ridotto (Ilr) in relazione ai danni delle condizioni straordinarie dovute al maltempo in Ticino (Vallemaggia)’, si legge: “L’accesso all’indennità per lavoro ridotto può essere autorizzato quando un’azienda subisce una perdita di lavoro a causa di circostanze straordinarie. L’Ilr consente all’azienda di compensare la riduzione o la cessazione temporanea del lavoro al fine di mantenere gli impieghi. La perdita di lavoro dovuta al maltempo in Vallemaggia viene presa in considerazione se l’azienda è costretta a cessare l’attività in maniera totale o parziale e se sono soddisfatte le altre condizioni di legge”. Seguono i consigli su come muoversi – e occorre farlo tempestivamente – per inoltrare le richieste.

«In una situazione simile a quella della Vallemaggia si trova anche il settore agricolo del Piano di Magadino», afferma l’intervistato. Ricordiamo, infatti, che sono numerosi i coltivatori toccati dal maltempo di venerdì 12 luglio, quando l’intera zona è stata letteralmente crivellata dalla violenza di pioggia, grandine e vento. Una vera tempesta abbattutasi su campi, serre e vigneti, che per tante aziende si è tramutata nella perdita di gran parte della produzione dei prossimi mesi. «So che stanno arrivando le richieste e invito le ditte colpite a informarsi sulle procedure necessarie e ad annunciarsi agli uffici cantonali competenti», consiglia Beretta.

Quanto tempo ci vuole per ottenere le Ilr? «A mia conoscenza, le decisioni favorevoli per la aziende valmaggesi stanno arrivando rapidamente».

E per quanto tempo le ditte valmaggesi (e rispettivamente quelle del Piano di Magadino) potranno beneficiare di tale misura? «La prassi prevede un primo periodo di tre mesi, che poi se le condizioni sono date può essere rinnovato più volte, fino a un massimo di 12-18 mesi. Per i primi quattro mesi gli impiegati hanno diritto a una riduzione del lavoro che può arrivare anche al cento per cento».

Non tutti, però, possono beneficiare di tale misura: «In effetti le persone alla testa di piccole aziende famigliari, proprietari con potere decisionale, non possono usufruire del lavoro ridotto. A mio avviso, in una realtà come quella dell’Alta Vallemaggia, questo è un problema non da poco, che può arrivare a toccare parecchie persone. Per loro, sarebbe opportuno che il Consiglio federale emani una direttiva per “casi di rigore”, come già era avvenuto durante il periodo del confinamento causato dal Covid-19. In alternativa potrebbe intervenire il Cantone, concedendo aiuti straordinari per questi lavoratori».

Va considerato che la concessione delle indennità per lavoro ridotto, così come altre possibili misure straordinarie per preservare gli impieghi in valle, sono solo un primo passo in vista di una ripresa duratura. Sarà poi importante la ricostruzione delle infrastrutture: vie di comunicazione, acquedotti, ma anche pista di ghiaccio coperta in Lavizzara. Senza dimenticare la realizzazione dei progetti per il centro balneare di Bignasco o per le stazioni sportive di Bosco Gurin. Tutto ciò, con un pensiero al rilancio del settore turistico, che quest’anno perderà gran parte degli introiti derivanti dalla bella stagione.

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