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‘Con i traumi da distruzione è necessario farsi aiutare’

L'iniziativa dell'Organizzazione sociopsichiatrica cantonale è rivolta alle persone valmaggesi più colpite nell'intimo dalle conseguenze del maltempo

In sintesi:
  • Con l’aiuto dei Comuni, distribuito fra la popolazione un flyer che aiuta a riconoscere i sintomi d'allarme
  • In caso di necessità c'è anche un Centro di contatto aperto 24 ore su 24
(Ti-Press/Golay)
27 luglio 2024
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“Siamo qui per aiutarvi. Non siete soli”. È un messaggio importante e pronunciato con il tono giusto, quello che parte dall’Organizzazione sociopsichiatrica cantonale (Osc) e destinato alle persone della Vallemaggia, e in particolare a quella fascia di popolazione particolarmente colpita, nell’intimo, dal disastro causato dal maltempo di fine giugno. Parliamo di una tragedia immane, che ha fatto 8 morti, ma anche distrutto parti di paesaggio, luoghi conosciuti, case primarie, punti di riferimento. Ovviamente, di che rimanere smarriti, segnati, fragilizzati.

Coinvolti i Comuni

Ecco dunque che l’Osc, con il suo Servizio di psicologia clinica e psicoterapia, ha approntato un flyer che illustra le possibilità di supporto psicologico. Dell’azione sono stati informati i Comuni valmaggesi, contattati dal Dipartimento istituzioni, secondo cui “l’obiettivo del servizio è fornire sostegno psicologico a scopo preventivo”, ma anche “garantire un canale di accesso alle cure in favore di coloro che ne sentano la necessità, aiutandoli a gestire e superare le difficoltà vissute e recuperare quanto prima il miglior benessere mentale”.

Nel flyer distribuito in valle l’Osc ricorda innanzitutto i suoi obiettivi, che sono “offrire consulenze preventive per il riconoscimento di eventuali sintomi post-traumatici; aiutare a ritrovare un equilibrio psicologico; offrire consulenze o prese a carico individuali sulla base dei bisogni emergenti e aiuto nella riduzione dei sintomi a livello individuale, famigliare, questioni relate alla genitorialità e interventi di gruppo”.

I sintomi d’allarme

Poi c’è una lista dei sintomi d’allarme, in presenza dei quali è consigliato chiedere aiuto. I sintomi si riferiscono a flashback (ovvero rivivere l’evento traumatico come se stesse accadendo di nuovo); problemi persistenti di sonno, incubi, sogni ricorrenti e angoscianti; paura costante e sensazione di pericolo; pensieri intrusivi, disturbanti e ripetitivi sull’evento traumatico; alterazioni negative di pensieri e umore; nonché alterazioni nella reattività, come maggiore irritabilità, vigilanza eccessiva, insonnia o sonno disturbato, comportamenti a rischio quali autolesionismo, uso anomalo di alcol o farmaci eccetera.

Ebbene, l’Osc sottolinea che, nel caso in cui si manifestino dei sintomi, “un intervento tempestivo può aiutare a prevenire l’aggravarsi dei sintomi e a trovare un nuovo equilibrio”.

C’è anche il servizio attivo 24 ore su 24

È quindi importante e necessario rivolgersi subito al proprio medico curante, oppure richiedere una consulenza specializzata. Essa può essere sollecitata chiamando il Centro di contatto Osc dei Servizi psico-sociali (il numero è lo 0848 062 062, ed è raggiungibile tutti i giorni, 24 ore su 24), oppure il Servizio medico-psicologico di Locarno (che risponde allo 091 816 26 11, ma unicamente durante gli orari d’ufficio).

La politica

‘Un Masterplan Nuova Alta Vallemaggia’

“Un Masterplan e nuovi ponti per l’Alta Vallemaggia, con una visione paesaggistica-ambientale e socioeconomica”. `È quanto chiede una mozione parlamentare interpartitica ideata da Cristina Zanini Barzaghi e sottoscritta dai colleghi deputati Samantha Bourgoin, Fiorenzo Dadò, Aron Piezzi e Beppe Savary-Borioli. L’auspicio è “che il Consiglio di Stato entri subito nel merito con lo sviluppo di un Masterplan ‘Nuova Alta Vallemaggia’, da elaborare con una Task force interdisciplinare formata da servizi cantonali interessati, esperti e autorità politiche locali e con la progettazione del nuovo ponte Visletto con un concorso d’ingegneria e paesaggismo come fatto a Bondo, con ottimi risultati”.

Nell’ampia premessa alle loro richieste i deputati ricordano la costituzione, per l’Alta Vallemaggia, di un Comitato di crisi (il cui coordinatore è tra l’altro proprio Fiorenzo Dadò) con i sindaci di Lavizzara e Cevio, i granconsiglieri valmaggesi, un rappresentante dell’Ers e della Fondazione Valle Bavona. Comitato che ha “l’intento di facilitare il dialogo con il Cantone e accelerare le attività più urgenti nelle zone tragicamente devastate”. C’è poi da ringraziare chi si sta adoperando per affrontare le urgenze del ripristino, notano; tuttavia, “risulta che resta ancora moltissimo da fare, ma per il momento poche imprese sono abilitate a lavorare (solo quelle che hanno un contratto di manutenzione). Ad eccezione del ponte Visletto, sembra che i lavori nelle zone più danneggiate vengono eseguiti senza la concessione di deroghe agli orari di lavoro e non procedono speditamente”.

Ebbene, “dopo i mandati e appalti diretti di urgenza per gli interventi provvisori, bisogna quindi ora evitare decisioni affrettate e superficiali e passare con progettualità e concretezza a progettare il futuro dell’alta Vallemaggia. Futuro che parte chiaramente dal nuovo ponte che andrà realizzato ripensando il contesto territoriale modificato dall’alluvione. Non si tratta solo di sistemare il fiume dal punto di vista idraulico e aggiornare le carte dei pericoli naturali. Bisognerà decidere dove posizionare il nuovo manufatto e come rimodellare tutti i dintorni, senza dimenticare la pianificazione di tutte le infrastrutture dell’Alta Vallemaggia, non solo strade e canalizzazioni, ma anche quelle che danno opportunità economiche e ricreative come impianti sportivi e commerci”.

Considerano poi gli autori della mozione che “in Lavizzara, ad esempio, sono state toccate pesantemente alcune realtà agricole importanti e la cava del marmo è inagibile. A Cevio è andata completamente distrutta la captazione dell’acqua potabile a Fontana e parte della condotta, tanto che l’attuale situazione di approvvigionamento in falda delle frazioni di Cavergno, Bignasco, Cevio e della zona industriale di Riveo risulta precaria e al limite del collasso.

Per quanto riguarda la Valle Bavona, oltre a una valutazione seria di opere di premunizione dei paesi toccati dal maltempo (Fontana, il Bosco, Alnedo e Roseto) e della riedificazione della stalla agricola andata distrutta, occorre progettare al più presto una sistemazione paesaggistica delle terre di Fontana e del Bosco, che tenga in considerazione la particolarità di questo paesaggio protetto e d’importanza nazionale”. Pertanto, “il tutto deve essere subito pensato in modo coordinato, per permettere di trovare per tempo le necessarie risorse finanziarie per le diverse tappe esecutive”.

‘Definire infrastrutture e attività’

Al governo vengono infine avanzate tre richieste puntuali: “Costituire in tempi brevi un gruppo di lavoro interdisciplinare, coinvolgendo le realtà locali, per elaborare un Masterplan ‘Nuova Alta Vallemaggia’, che possa definire le infrastrutture viarie, sportive, le attività agricole ed economiche da ripristinare; progettare il nuovo ponte Visletto e il rimodellamento del paesaggio fluviale della Maggia con un concorso d’ingegneria e paesaggismo e con il coinvolgimento di rappresentanti della comunità valmaggese; e costituire in tempi celeri un gruppo di lavoro per progettare il nuovo paesaggio antropico-naturalistico di Fontana-il Bosco, coinvolgendo rappresentanti locali della Valle Bavona e del Comune di Cevio”.

Escursionismo

‘La Via Alta pronta ad accogliere’

Fortunatamente la Via Alta Vallemaggia è stata solo marginalmente colpita dal violento nubifragio che a fine giugno si è abbattuto sull’Alta Vallemaggia. Per questo da subito i promotori della Via Alta Vallemaggia hanno comunicato a tutti gli interessati che la parte sud era rimasta integra. In seguito, in stretta collaborazione con i vari attori coinvolti nella gestione dell’itinerario in quota che lungo i suoi oltre 200 km abbraccia l’intera Vallemaggia, i responsabili sono intervenuti con degli interventi di ripristino urgente. In particolare i volontari della Capanna Tomeo si sono prodigati per assicurare la corrente elettrica in capanna installando un nuovo impianto solare e intervenendo sui sentieri di accesso da Broglio. Nel contempo i volontari del Rifugio alpe Fontana hanno assicurato il pieno funzionamento della struttura ricettiva, rifornendola anche con derrate alimentari di prima necessità. In questo modo il versante est della Via Alta Vallemaggia è normalmente percorribile.

Sul versante ovest da Bosco Gurin a Ponte Brolla non sono stati registrati danni. L’intervento effettuato si è limitato alla messa in sicurezza del passaggio presso il Rosso di Ribia, assicurato con delle catene che si erano parzialmente staccate durante la stagione invernale. Ora anche la tappa n. 13 (Cimalmotto-Ribia) è percorribile e di conseguenza la via è stata riaperta.

Maggiori difficoltà si riscontrano invece nella parte a nord dove sono compromessi gli accessi dal fondovalle. Attualmente l’accesso a Robiei non è possibile attraverso la Val Bavona e (inevitabilmente) anche la funivia San Carlo-Robiei è chiusa. La capanna Basodino è aperta e raggiungibile dalle vie superiori. La Capanna Pian di Crest è rimasta aperta quale rifugio non custodito: soffre ancora a causa della presenza di nevai residui che impediscono i passaggi verso Bosco Gurin e verso la Formazza. La situazione dovrebbe tornare alla normalità a partire dal 3 agosto. Anche la Capanna Poncione di Braga presenta una situazione simile. Per il momento l’accesso dal Piano di Peccia è bloccato, ma la speranza è di poter riaprire l’accesso il 3 agosto, così come la custodia in capanna. La tappa Fusio-Poncione di Braga è inagibile a causa della rottura di due ponti e di uno smottamento del sentiero sotto la bocchetta del Pisone.

“In ogni caso – si legge in una nota firmata da presidente e segretario dell’Associazione Via Alta Vallemaggia, Matteo Zanoli e Timo Cadlolo – grazie alla resilienza mostrata dai proprietari e dei gestori delle capanne, le strutture ricettive sono aperte. La fruizione dell’anello a nord, denominato Trekking dei laghetti, non è compromesso: il sentiero Fusio-Naret è agibile. Dal Naret è possibile recarsi alla capanna Cristallina, alla capanna Basodino o alla capanna Poncione di Braga. La zona offre un anello escursionistico apprezzato e che coinvolge numerosi attori, basti pensare che a Fusio sono presenti 4 strutture con alloggio (Antica Osteria Dazio, Hotel Fusio, Ostello comunale Fusio e Villa Pineta) e che lungo il Trekking dei laghetti si pernotta nelle capanne Poncione di Braga, Basodino, Maria Luisa e Cristallina”.