Le due quinte elementari di Losone e Ascona coinvolte loro malgrado in uno dei brutti episodi capitati al Torneo scolari, si sono ritrovate in armonia
Il loro Torneo scolari è finito malamente, perché al posto della gioia o della delusione – emozioni contrastanti ma sane – per la vittoria o la sconfitta, sono tornati a casa con l’amarezza di aver assistito, durante i calci di rigore, all’aggressione da parte di un papà al giovane arbitro che stava dirigendo la finale. Ieri però gli allievi delle due quinte elementari di Losone e Ascona, coinvolti loro malgrado nel brutto episodio, sono idealmente tornati su quel campo (in realtà si sono ritrovati presso l’Istituto scolastico asconese) per concludere la partita come avrebbe meritato, ossia in amicizia e serenità.
«Assieme alla direttrice di Ascona Lucia Arcioni abbiamo pensato, visto il modo decisamente negativo nel quale è finito quello che avrebbe dovuto essere un momento di gioia e di sport, di far incontrare gli allievi e le allieve per permettere loro di salutarsi in modo sportivo e armonioso – ci spiega Doriano Buffi, direttore dell’Istituto scolastico di Losone –. Il messaggio che abbiamo trasmesso loro è che non hanno assolutamente colpe per quanto capitato, li abbiamo rassicurati e abbiamo promesso che ci impegneremo a fare in modo che situazioni del genere non capitino più. Abbiamo inoltre consegnato alcune righe di scuse da parte del genitore in questione agli alunni e alle loro famiglie. Inizialmente i ragazzi e le ragazze sono rimasti un po’ disorientati, ma una volta rotto il ghiaccio hanno iniziato a giocare e a divertirsi assieme, ricordandoci – ma non ce n’era bisogno – che sono proprio in gamba».
L’episodio citato, avvenuto domenica, non è però stato l’unico che ha coinvolto una classe di Losone, visto che già sabato mattina un allenatore losonese era quasi arrivato alle mani con quello di una squadra di Locarno (seconde elementari). Due casi di cui Buffi avrebbe evidentemente fatto a meno, ma ai quali il suo istituto ha reagito (come in parte già visto) prontamente… «Posto che la responsabilità organizzativa è appunto degli organizzatori, come anche la sorveglianza e la gestione di quello che succede al campo, ci tengo a dire che anche se non abbiamo nessun obbligo (obbligo di presenza di un rappresentante scolastico che però gli organizzatori avevano provato a inserire nel regolamento di quest’anno, salvo poi fare marcia indietro su pressione delle scuole, ndr), molti docenti del nostro istituto erano presenti nei due giorni di torneo. Nel caso del primo episodio del sabato mattina e nei momenti successivi, quando i diretti interessati si sono trovati per chiarire assieme agli organizzatori, effettivamente non c’era nessun nostro rappresentante, ma io sono immediatamente entrato in contatto con la direttrice di Locarno, con il nostro allenatore (che ha subito preso coscienza di aver sbagliato) e con il docente titolare della classe coinvolta, che ha in seguito raggiunto il torneo (com’era peraltro già intenzionato a fare). Domenica mattina poi al ritrovo di bambini e genitori eravamo presenti sia io sia il docente e c’è stato un primo bel momento educativo, in quanto ci si è confrontati, l’allenatore ha ammesso l’errore, si è scusato e si è rimesso alla decisione del gruppo di genitori, che ha scelto di dargli nuovamente fiducia. Per il resto del torneo (vinto, ndr) si è comportato in maniera ineccepibile».
Una faccenda che può quindi considerarsi chiusa, mentre lo stesso non si può dire con quanto capitato domenica, visto che i genitori dell’arbitro 17enne aggredito hanno deciso di sporgere denuncia. E pensare che «in questo caso il docente titolare era presente a tutte le partite e già in precedenza era intervenuto per richiamare all’ordine quel papà. Durante la finale però tutto è capitato in maniera talmente repentina e imprevedibile da rendere impossibile un intervento preventivo».
La reazione di Losone a quanto capitato non si limiterà ai due casi specifici… «Ho scritto ai responsabili del torneo che mi piacerebbe avere un incontro, perché anche se la scuola non c’entra con l’organizzazione dell’evento, può comunque dare una mano a livello di prevenzione con le famiglie. Ad esempio in vista del prossimo anno vorrei proporre di preparare una bella lettera nella quale si richiamano gli adulti ai doveri di responsabilità educativa e verso i valori dello sport, ossia competizione sì, ma sempre con rispetto ed educazione. La lettera potrebbe essere poi consegnata e spiegata durante un apposito incontro dagli organizzatori agli allenatori, che farebbero poi lo stesso con i genitori. Sarebbe poi bello se ogni classe preparasse per ogni partita un gagliardetto attraverso il quale i bambini trasmettono alla squadra avversaria un messaggio di amicizia e sportività».
Quanto all’obbligo di presenza dei maestri (o di un rappresentante scolastico) che il comitato del torneo sembrerebbe intenzionato a introdurre, il direttore di Losone ritiene non essere «la strada giusta, anche perché gestire tutti i disfunzionamenti della società non è certo compito della scuola e inoltre i docenti con allievi e genitori hanno anche un rapporto pedagogico che non può venir messo a rischio dal ruolo di “agente” durante il torneo. Se poi dovesse diventare un requisito per partecipare all’evento, faremo le nostre valutazioni».
Che non dovrebbero però contemplare – come invece sembra stiano valutando altre sedi – la rinuncia a mandare le classi losonesi alla manifestazione… «Non ne ho ancora parlato con i docenti, però la mia visione, profondamente condivisa con il capodicastero Alfredo Soldati, è che sarebbe davvero un peccato arrivare a quel punto. Anche perché sarebbe una doppia beffa per i bambini, che dopo aver subito il comportamento inadeguato degli adulti al torneo, per colpa di una decisione sempre di adulti si vedrebbero privati ingiustamente della possibilità di vivere un evento molto atteso».