Il sindaco di Locarno torna su quanto accaduto nel weekend alla Morettina, dov’era presente anche come allenatore. ‘Parleremo con gli organizzatori’
«Parole come “rissa” e “denuncia penale” non possono comparire nei resoconti sul Torneo scolari. È inaccettabile. Me ne vergogno quale sindaco della Città ma soprattutto come padre, e anche un po’ come allenatore di una classe allo stesso torneo».
Non usa mezzi termini Nicola Pini per commentare quanto capitato nel weekend sui campi della Morettina di Solduno, dove quelle che dovevano essere due giornate di festa, hanno assunto contorni decisamente poco allegri. Come riportato dalla Regione, si sono infatti verificati almeno tre casi di violenza e minacce e uno di essi, accaduto durante le finali di domenica pomeriggio, ha persino portato a una denuncia penale da parte dei genitori di un giovane arbitro aggredito da un accompagnatore di una squadra. Quest’ultimo episodio è stato anche ripreso in un video dal quale si evince come soltanto l’intervento di terzi abbia impedito che il violento passasse alle vie di fatto, scatenando una rissa generale. Scontro fisico sfiorato (se non in parte consumato) in due occasioni già il sabato, tra due allenatori al mattino e tra due mamme nel pomeriggio.
E proprio a genitori, allenatori e accompagnatori si rivolge il sindaco di Locarno. «Si chiama Torneo “scolari” perché è per loro, non per noi. Noi dobbiamo semmai mostrare loro a impegnarsi e rispettarsi anche divertendosi; aiutarli a creare uno spirito di squadra e a gestire le grandi emozioni di quando si perde, ma anche di quando si vince. Anche da queste giornate passa la costruzione di un mondo migliore attraverso le nuove generazioni che lo animeranno. È invece vergognoso che i nostri figli apprendano dagli adulti ad abbinare sport e violenza. A reagire investendo l’altro. A contestare un torto (presunto o reale) oltre ogni limite. A non usare alcun filtro dando sfogo a linguaggi e pulsioni fuori scala massima».
Situazioni (e relativi strascichi) che lo stesso Pini ha dovuto gestire, seppur indirettamente, in qualità di allenatore… «Premessa d’obbligo, non certo per relativizzare, ma per tranquillizzare tanti genitori non presenti: se penso alle bimbe e ai bimbi di 6/7 anni che ho allenato, posso affermare che non si sono accorti di quanto successo. Fortunatamente. Anzi spero sia rimasta loro – più che le reboanti sconfitte e l’unico pareggio del torneo, festeggiato come la vittoria a un Mondiale – l’importanza, a fine gara, di dare la mano agli avversari. Un approccio opportunamente suggerito anche dalle maestre, che hanno ben curato l’avvicinamento al torneo. Certo, fa più rumore un albero che cade rispetto a una foresta che cresce, ma in questo caso ogni albero è decisamente di troppo».
A proposito di docenti e scuole, il sindaco afferma di aver «perfino sentito di Istituti scolastici che stanno valutando la loro partecipazione futura alla manifestazione» e lancia una sorta di monito… «Esprimo a nome di tutto il Municipio solidarietà e vicinanza non solo a coloro che hanno vissuto momenti delicati, ma anche a David Conti, presidente, e con lui a tutto il Comitato organizzatore e alle volontarie e ai volontari che tanto si impegnano per questa bellissima manifestazione. A loro andrebbero portati aiuti e ringraziamenti, non problemi di comportamento degli adulti. Non va bene che dopo settimane di lavoro durante e dopo il torneo queste persone debbano chinarsi su queste tristi vicende, e per colpa di pochi. E va detto: attenzione, perché non dobbiamo dare il Torneo scolari per scontato. Chi si mette a disposizione potrebbe anche stufarsi, e anche questa bella manifestazione – di cui in tanti serbiamo davvero bei ricordi – passerà alla storia. È quindi doveroso un appello alla responsabilità, e anche alla centralità del rispetto, alla base di ogni successo, anche educativo. David Conti ha parlato (su queste pagine, ndr) di un’escalation di rabbia e fisicità. Dobbiamo bloccarla. E non spetta solo alla scuola aggiustare certi tiri fuori campo. L’idea di un figlio che implora il proprio genitore di smettere di dare un pessimo spettacolo ha qualcosa di grottesco che dovrebbe farci tutte e tutti riflettere sul ruolo nostro, prima di quello degli altri. In questo senso, ho letto un bel pensiero di Veronica Marcacci Rossi, mia collega sindaca di Brissago: “I campi da gioco devono essere luoghi piacevoli e sicuri, luoghi di svago e non una passerella. Gridate a squarciagola ed elogiate il loro impegno, consolateli con il cuore e sicuramente avremo più speranze di avere in futuro nuove generazioni più attente e che usano la testa e la sensibilità, non la rabbia”. Condivido ogni parola. Il Locarnese non può fare parlare di sé per queste cose».
Ragion per cui l’organo esecutivo della città intende muoversi in prima persona allo scopo di «fornire sostegno agli organizzatori. Con il vicesindaco Claudio Franscella, capodicastero Scuola e sport, prenderemo contatto con il comitato per ragionare insieme. Non abbiamo ancora misure concrete da anticipare, ma sono sicuro che ragionando insieme troveremo delle proposte condivise ed efficaci».
Misure che non dovrebbero però spingersi fino al divieto di organizzare l’evento sul suolo cittadino… «Assolutamente no, la cancellazione è un’eventualità che vogliamo evitare a tutti i costi, sarebbe una sconfitta per l’intera società e a rimetterci sarebbero in primis i bambini e le bambine che hanno tutto il diritto di vivere una manifestazione che da sempre costituisce un prezioso momento di incontro, scambio e divertimento».