Adirà le vie legali la famiglia del giovane arbitro insultato e minacciato domenica. Il presidente del comitato: ‘Non c'è più posto per chi esagera’
Almeno tre casi conclamati di violenza e minacce e persino una denuncia penale nei confronti dell'accompagnatore di una squadra, da parte dei genitori di un giovane arbitro affrontato a muso duro. È la parte scura del Torneo scolari del Locarnese, andato in scena nel weekend. ‘laRegione’ ne ha parlato con il presidente del comitato organizzatore David Conti. «Sull’arco dei due giorni abbiamo disputato 400 partite che per la stragrande maggioranza sono andate benissimo. Purtroppo, da quando il torneo è finito ci ritroviamo, come comitato, ad occuparci di quei pochissimi ma incresciosi casi che hanno rovinato la festa. È un peccato ma è la realtà. Siamo purtroppo arrivati al punto di dover allestire una lista nera. Chi si comporta in un certo modo, e reitera anche determinati atteggiamenti, per noi sarà fuori».
Quello dei facinorosi che si infilano nelle maglie delle delegazioni scolastiche presenti al Torneo scolari è un problema serio e di non facile soluzione, spiega il presidente: «Io sono solo al secondo anno come presidente, ma da sempre sono vicino alla manifestazione. Notiamo che purtroppo c’è un’escalation di rabbia e fisicità. Una volta ci si limitava a mandarsi a quel paese e la cosa finiva lì, mentre adesso ci si mette le mani addosso. Non per niente prima di questa edizione avevamo deciso di cambiare il regolamento, imponendo la presenza di un rappresentante scolastico. Questa prospettiva aveva però generato parecchie discussioni perché i docenti, oggi più che mai, sono sotto pressione. Noi empatizziamo totalmente con loro, e possiamo capire che molti non se la sentano di affrontare situazioni, come quelle di campo, che possono degenerare a causa di alcuni genitori esagitati. Viste le reazioni, si era deciso di provare ancora per un anno. Purtroppo, le poche eccezioni hanno macchiato tutto l’evento: alcuni atteggiamenti sono stati uno scempio, abbiamo visto bambini in lacrime di fronte alle esagerazioni dei loro stessi padri. Il Torneo scolari è già per certi versi complicato perché viene enfatizzato e i giovani calciatori partono “a mille”, con la voglia di vincere, davanti a un folto pubblico. Gestire, oltre a tutto ciò, anche derive comportamentali da parte degli adulti, per i ragazzini è davvero troppo».
Come è troppo, aggiunge David Conti, «per gli arbitri, che anch’essi sono giovani o giovanissimi, e si prestano per gentilezza. Come faccio io a chiedere loro di tornare l’anno prossimo, specialmente se sono rimasti coinvolti in fatti spiacevoli?». L’ideale, secondo il presidente del comitato, «è che dall’anno prossimo il docente il quale, anche comprensibilmente, sceglie di non venire, designi almeno, unitamente alla sua Direzione, persone di riferimento in gamba (almeno sulla carta). Inoltre, è necessario che si faccia un’analisi anche interna al Torneo scolari, quindi che ci parliamo noi del comitato per capire cos’è funzionato e cosa no, e con l’aiuto delle scuole capire quali possano essere le strade da percorrere per minimizzare i problemi».
Una strada è sicuramente quella del confronto, che è poi quanto proposto dal comitato dopo il fattaccio di sabato mattina: «Avevamo convocato i protagonisti e anche un rappresentante scolastico; purtroppo, mancava quello di Losone, che era una delle parti in causa. C’era, però, la direttrice dell’altro istituto coinvolto. È stato necessario fare una sorta di paternale, sensibilizzare tutti quanti sulle conseguenze di certe azioni sui bambini. Anche per questo abbiamo deciso di non squalificare nessuno, ma di dare invece a tutti una seconda possibilità. Purtroppo, quanto successo in seguito ci ha convinti dell’esigenza di cambiare registro in vista della prossima edizione».
Intanto, la questione è arrivata fino a Berna, dove ha trovato orecchie particolarmente sensibili alla tematica. Sono quelle di Giorgio Fonio, consigliere nazionale e arbitro fino in Seconda Lega: «Da anni si parla di casi di aggressione nei confronti degli arbitri. Quando leggi che un 17enne che si mette a disposizione viene aggredito da un adulto ti cadono le braccia e dispiace moltissimo. Dietro l'arbitraggio ci sono passione e impegno, che situazioni del genere rischiano fortemente di spegnere. Al ragazzo vorrei dire di non mollare e di continuare a rincorrere il suo sogno su un campo da calcio».