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Funivia Fusio-Ambrì, la Gestione vi sale per approfondire

Preavviso favorevole al credito di 800mila franchi per il progetto di massima; l'alternativa stradale cade, i commissari auspicano una strategia integrata

In sintesi:
  • Il collegamento via fune tra le due valli dovrà permettere un rilancio socio-economico delle realtà territoriali
  • Per essere sostenibile l'impianto deve essere interconnesso a tutta una rete di offerte e servizi  
(Webp)
28 maggio 2024
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Conoscere per deliberare con maggior cognizione di causa. Per la Commissione della gestione e finanze del Gran Consiglio, il credito di 800mila franchi da destinare all'approfondimento di tutti gli aspetti del futuro collegamento via fune tra Fusio e Ambrì (studio di massima) è da approvare.
Come si legge nel rapporto (relatore Bixio Caprara) licenziato proprio oggi e sottoscritto da tutti (alcuni granconsiglieri si sono espressi con riserva) la Commissione ha avuto modo, in questi mesi trascorsi dalla presentazione pubblica del progetto, oltre che di analizzare i pro e i contro, anche di sentire i rappresentanti dei Comuni e delle regioni direttamente coinvolti. La condivisione strategica espressa in particolare dai due Enti regionali di sviluppo e dalle istituzioni amministrative, a detta dei commissari, è una premessa positiva che va evidenziata. “Entrambe le valli hanno ben compreso che l'infrastruttura, da sola, non potrà essere risolutiva per cambiare i destini di queste regioni in difficoltà. Ma è altrettanto chiaro che un nuovo collegamento funiviario, abbinato a una strategia integrata delle due valli e alla promozione di un'offerta sinergica di molteplici attività, potrebbe essere un fattore catalizzante decisivo per invertire la rotta della decrescita e dello spopolamento. Ci vuole intraprendenza locale e spirito di iniziativa regionale che il Cantone può e deve sorreggere a titolo sussidiario”, rileva la gestione.

‘Oltraggioso per la nostra storia dire di ‘no’ senza conoscerne i contenuti’

I commissari hanno preso atto dei contenuti dei vari studi tecnici e di impatto che hanno permesso innanzitutto di scartare, non da ultimo anche per ragioni di costi, l'alternativa via strada (tunnel sotto la montagna). Tuttavia ricordano che è solo approvando il credito di progettazione che sarà possibile approfondire i dettagli indispensabili per una valutazione conclusiva definitiva di questo progetto destinato al rilancio di due territori periferici confrontati con non poche difficoltà economiche. Dal punto di vista dell'importo, la Gestione fa presente che gli 800mila franchi necessari non andranno in alcun modo a incidere sulla gestione corrente.
Di un collegamento tra Vallemaggia e Leventina si discute da oltre un secolo. Oggi – a detta dei promotori della funivia – per arginare le difficoltà socio-economiche delle valli, occorre avere il coraggio di investire in progetti che a prima vista possono sembrare alquanto ‘azzardati’. Secondo quanto riportato nel rapporto commissionale, “sarebbe molto superficiale, per non dire oltraggioso della nostra stessa storia, oltre che poco serio, pensare di liquidare la questione con un'alzata di spalle definendola un'idea insensata come qualcuno si era già affrettato ad affermare. Sentenze calate dall'alto senza neppur aver letto il messaggio. Verrebbe da dire: facile giudicare con i piedi al caldo da parte di chi risiede distante dalle regioni discoste, magari in un centro cittadino”. Per questo motivo l'approccio del Consiglio di Stato molto tecnico e pragmatico, sempre secondo i commissari, fa piacere. “Il tema è stato affrontato in modo scientifico, volendo sviscerare le diverse alternative per permettere una prima valutazione grossolana, così da poi individuare quali ipotesi potessero essere meritevoli di ulteriori approfondimenti”.
Salvo ripensamenti dell'ultima ora, l'alternativa alla funivia – vale a dire la galleria stradale – è dunque definitivamente scartata. Oltre ai costi ben superiori (a seconda del tipo di tunnel, tra i 57 e i 70 milioni di franchi, contro i 32,8 delle cabine) a far pendere l'ago della bilancia dalla parte del ‘no’ è anche la perplessità, espressa da parte soprattutto leventinese, di portare ulteriore traffico nella zona del Nante (e più in generale su strade già intasate dalle automobili).

Anche il collegamento funiviario ha comunque dovuto fare i conti con alcune varianti interne (ad esempio se dotare, o meno, il tracciato di una stazione intermedia oppure il possibile collegamento con gli impianti di Airolo). Alla fine, come noto, l'ha spuntata la teleferica diretta, più veloce (18 minuti) e comoda, oltre che attrattiva dal profilo turistico (con lo status di funivia più lunga del mondo).
Per i fautori dell'impianto e il Dipartimento del Territorio, un primo passo (il parere della gestione) è dunque stato compiuto. Resta ora da vedere se il Parlamento, al momento del voto, seguirà le indicazioni dei colleghi o meno. Se ne saprà di più a fine giugno, in occasione della prossima sessione.

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