Le sezioni valmaggese e di Quinto e Airolo del Centro replicano al loro parlamentare che negli scorsi giorni ha espresso forti perplessità sul progetto
Conoscere per giudicare. Lo sostengono, di comune accordo, la sezione valmaggese del Centro (ex Ppd) e quelle di Quinto e Airolo in risposta alle dichiarazioni del deputato sottocenerino Gianluca Padlina (pure del Centro) che sabato scorso, dalle colonne della Regione, aveva espresso perplessità e critiche in merito all’importante progetto di collegamento fra la Valle Leventina e la Vallemaggia per mezzo di una teleferica. “Come Valli interessate ci occupiamo di questo specifico progetto oramai da anni, mentre il tema del collegamento è invece in discussione da oltre un secolo – spiega la sezione distrettuale del Centro, unitamente alle Sezioni di Quinto e Airolo –. Ci preme innanzitutto sottolineare che in questa prima fase il Gran Consiglio sarà chiamato a esprimersi sul credito di 800mila franchi per l’allestimento di un progetto di massima, che permetterà di dare risposte chiare ai numerosi quesiti posti, non si tratta assolutamente ancora di votare il progetto definitivo del collegamento. Fa piacere sapere che in Gran Consiglio dovrebbe esserci una notevole disponibilità a investire nelle regioni periferiche, si tratta ora di volerlo veramente dimostrare sino in fondo”. Fin qui la premessa.
“Affermare però a priori che questo progetto sia irragionevole, dal deficit assicurato e che costituisca una soluzione di ripiego smentisce questa disponibilità, anzi arrischia di affossare tutto per l’ennesima volta. Per le Valli occorre ben più di un hotel o di un centro wellness, anche perché iniziative di questo genere hanno dimostrato finora di faticare a essere realizzate e ad autosostenersi, proprio per l’isolamento stesso delle regioni di montagna. Mentre esempi virtuosi e funzionali in località diversamente servite da collegamenti anche di trasporto pubblico ne esistono e anche di molto significativi. La soluzione ideata e portata avanti dal Dt è in realtà la meno costosa e la più sostenibile e anche per questo motivo merita di essere approfondita. Siamo del parere che non sia solo indispensabile, ma pure doveroso chinarsi con serietà e senza pregiudizi su questo progetto e che sostenere a priori che si tratti di un buco finanziario, senza avere alcun dato di riferimento, ci pare scorretto e poco solidale nei confronti di una regione che costituisce comunque un quarto dell’intero territorio cantonale (Vallemaggia-Leventina)”.
Le due sezioni del Centro invitano perciò gli scettici ad approfondire la tematica, prima di giudicarne la bontà/inopportunità: “Non si tratta assolutamente di mettere il carro davanti ai buoi, bensì di analizzare seriamente le opportunità che un collegamento così come concepito potrà generare in favore di due regioni alpine in grave difficoltà, in primis dal punto di vista demografico. Prima di affermare che un progetto come questo possa gravare notevolmente sugli oneri di gestione corrente occorre conoscerlo a fondo». Per questo motivo invitano il loro collega di partito e tutti coloro che fossero interessati a presenziare alla serata informativa prevista per mercoledì 28 febbraio alle scuole medie di Cevio. Per l'occasione interverranno Diego Rodoni, direttore della Divisione costruzioni del Dt, Thomas Bühler, capo dell'Area opere strategiche della Divisione costruzioni del Dt, Michele Rotanzi, presidente dell'Ascovam (Associazione dei Comuni di Vallemaggia), Gabriele Dazio, sindaco di Lavizzara, Aris Tenconi, sindaco di Quinto, Giacomo Garzoli, presidente dell’Ente regionale di sviluppo del Locarnese e Vallemaggia e Paolo Caroni, presidente della Commissione intercomunale dei trasporti del Locarnese.
Costerà 800mila franchi l’elaborazione del progetto di massima del collegamento Alta Vallemaggia-Leventina. Il Consiglio di Stato ha licenziato il Messaggio per lo stanziamento del credito lo scorso mese di novembre. In quella circostanza, rilevava come “le conclusioni dello studio di fattibilità tecnica e di opportunità socio-economica, approvate dalla delegazione delle autorità in data 7 giugno 2022, evidenziavano come un nuovo collegamento fra l’Alta Vallemaggia e la Leventina risultasse concretizzabile dal punto di vista tecnico, di impatto territoriale e ambientale tramite la soluzione della funivia (collegamento diretto fra Fusio e la stazione Ffs di Ambrì). Tale collegamento, situato nel più ampio contesto dell’Alto Ticino e del San Gottardo, potrebbe rendere più efficaci, amplificandone l’effetto, le misure messe in atto finora per favorire lo sviluppo economico delle regioni dell’Alta Vallemaggia e della Leventina e valorizzarne il rispettivo potenziale di sviluppo riconosciuto”. Dal profilo tecnico, lo ricordiamo, sono previste unicamente due stazioni, una trainante a Fusio e una di valle ad Ambrì. La lunghezza risulta pari a circa 8,1 chilometri (un unicum a livello mondiale per una funivia del tipo “va e vieni”) con un tempo di percorrenza stimato in circa 18 minuti. Ognuna delle due cabine è in grado di ospitare sessanta persone (12 posti a sedere e 48 in piedi, oppure 60 persone in piedi e 12 biciclette, oppure ancora altre combinazioni di trasporto passeggeri/biciclette). La capacità di trasporto sarà pari a circa duecento passeggeri per ora e per direzione con una disponibilità del servizio di circa trecentoquaranta giorni all’anno”.