La trattanda relativa al futuro volto del comparto Saleggi, rimandata in un primo tempo, stavolta viene accolta dal legislativo. Ma c'è aria di ricorsi
Nel match di ritorno, il campo di calcio di Tegna ha fallito la qualificazione. Potremmo usare una metafora presa in prestito dal linguaggio sportivo per definire l’estromissione, dalla futura pianificazione territoriale, del rettangolo da gioco della frazione pedemontana. Se nel dicembre del 2022 un primo tentativo di eliminare il campo si era arenato di fronte al muro di no eretto da una parte dei consiglieri comunali (mancanza della maggioranza assoluta), restii a sacrificarlo nel nome di una compensazione forestale necessaria a consentire il progetto di sistemazione del vicino posteggio del Pozzo e dell’ecocentro, ecco che lunedì sera il messaggio municipale, rivisto e ripensato in alcune criticità, è stato largamente accolto.
Un primo tentativo di Marco Fioroni (Il Centro) di rimandare ogni decisione in merito alla nuova pianificazione del comparto Saleggi di Tegna e Verscio non è andato a segno. Fioroni, in particolare, non si spiegava il motivo per il quale, tolto dal discorso pianificatorio il progetto di ecocentro, a livello di compenso boschivo la superficie da restituire per il disboscamento fosse rimasta tale (2’800 metri quadrati circa); secondo logica a suo modo di vedere (e in base alle informazioni raccolte) la compensazione da applicare avrebbe dovuto essere di 1-1 (per ogni metro “rubato”, uno di “restituito”, nello specifico quindi circa 700 metri quadrati). Oltrettutto, sempre secondo Fioroni, per realizzare un campo sportivo alternativo a Verscio i soldi non ci sono.
Marco Titocci (il Centro), presidente dell’As Tegna nonché relatore del messaggio di minoranza della commissione Pr, nel suo articolato intervento a difesa del terreno dei Gabi ha posto l’accento su molteplici aspetti: dall’inutilità di creare un’area di svago per le famiglie e i turisti supplementare, a pochi passi dal parco giochi alla presenza, in zona posteggio Pozzo (zona golenale di interesse e protezione della natura), di alberi secolari non sacrificabili, passando per la prossima ricostituzione della squadra di calcio dell’As Tegna, con tanto di nuovo comitato e giocatori pronti dunque a ripartire. Titocci è stato chiaro: “Se la variante senza il campo verrà accolta, sarà ricorso da parte di privati e associazioni. Con tanto di lungaggini che per anni bloccheranno gli intenti dell’autorità».
Pronta la risposta dei favorevoli alla proposta municipale. Giovanni Lepori (LiSA) ha affermato che nello specifico contesto paesaggistico e naturalistico, non vi sono compensazioni boschive alternative a quella proposta dall’esecutivo; il sindaco Fabrizio Garbani Nerini (LiSA), pur comprendendo l’attaccamento dei dirigenti e dei tegnesi al loro campo di calcio, ha esortato gli interessati a “dar prova di coraggio e di guardare avanti. La soluzione dei due campi da calcio nel nuovo polo sportivo di Verscio è la soluzione più razionale”. Inoltre ha ricordato come il terreno tegnese, circondato da alberi di alto fusto, sia particolarmente esposto ai danni della natura. In ogni caso, ha sottolineato come la cancellazione del terreno non sarà immediata. I tempi pianificatori consentiranno dunque di sfruttarlo ancora per qualche stagione. Il municipale Giotto Gobbi (Plr) ha precisato che qualsiasi intervento di ammodernamento delle infrastrutture sportive (spogliatoio in primis) a Tegna non è possibile dal momento che figura in una zona rossa. Paolo Monotti (Lui) ha infine biasimato il mancato coinvolgimento del Patriziato (proprietario del fondo) nel discorso relativo al futuro secondo campo regolamentare a Verscio.
Sistemazione del posteggio al Pozzo, anche qui non tutto è filato liscio. Paolo Formentini (Plr-Vl) ha messo in guardia sui rischi di un suo ampliamento (comporterebbe più traffico e maggiori rischi per gli utenti deboli della strada). Secondo lui il piano di riordino dell’area peggiorerà le cose; Garbani Nerini gli ha replicato assicurando che al momento della progettazione dell’opera si potrà discutere del numero di stalli ma che ora si tratta, in primo luogo, di inserire nella pianificazione questa variante.
Conclusa la lunga girandola di interventi, si è giunti al voto finale: netta l’approvazione della trattanda. Arbitro della contesa potrebbe tuttavia essere la popolazione pedemontana, qualora fosse lanciato il più volte sbandierato referendum.