Brissago

Palazzo Branca Baccalà pronto ad aprire le sue porti agli eventi

La nuova Casa della cultura sarà inaugurata a settembre. Viaggio tra i locali (in fase di restauro) pronti ad accogliere associazioni locali ma non solo

1 aprile 2024
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Sala riunioni, centro diurno anziani (con tanto di cucina), sala espositiva dedicata al Bhutan, sede del Legislativo, della Fondazione cultura, sala cerimonie, sede della Filarmonica brissaghese (uno dei sodalizi più vecchi del paese), della Fondazione Leoncavallo; spazio aperto in generale per eventi pubblici e privati (ricevimenti, concerti, matrimoni, conferenze). Tutto questo e altro ancora sotto il tetto dello storico Palazzo Branca Baccalà una costruzione del 1700 di stile Barocco uno dei più importanti stabili dell’alto Verbano, la nuova Casa della cultura (nelle sue molteplici manifestazioni) che a settembre, una volta ultimati i lavori, sarà consegnata alla comunità brissaghese. L'imponente immobile realizzato su più piani assume dunque una nuova dimensione, dopo quasi 50 anni di riflessione, progetti e soluzioni ‘provvisorie’, l'Amministrazione capeggiata dal sindaco Roberto Ponti e dal municipale e capodicastero Ivo Storelli (capo dicastero edilizia privata, pianificazione e porti comunali ) guarda, con soddisfazione, all'avvicinarsi della conclusione dei lavori. Ultima tappa di un lungo viaggio iniziato nel 1976 con l'acquisto, da parte del Comune, dello stabile che si affaccia sul lago. Ristrutturato una prima volta a inizio anni Novanta (col rifacimento del malconcio e voluminoso tetto in piode) e adibito, inizialmente, a centro diurno per gli anziani e sede della Fondazione Leoncavallo, è solo nel 2020, grazie a un atto di generosità da parte di una benemerita cittadina innamorata del borgo di confine (donazione di un milione di franchi) che l'autorità ha potuto concretizzare il suo sogno. Scovate le risorse (il resto dei tre milioni necessari all'ambizioso investimento è stato versato dal Comune, con un importante sussidio cantonale), ecco che questo luogo per attività culturali di varia natura ha iniziato a prendere forma. La matita dell'architetto Stefano Garbani Nerini e la direzione lavori affidata a Bruno Bäriswyl hanno assicurato la perfetta concretizzazione degli intendimenti del Municipio. Un progetto innovativo che si basa su di un nuovo modello di sviluppo culturale: la collaborazione tra associazioni tradizionali e iniziative private nell'ottica di una progettualità comune e di un rafforzamento dell’identità culturale. «Si tratta di uno spazio integrativo aperto verso l'esterno – precisa Ponti – che permette alle associazioni o ai privati di avere un luogo in cui promuovere le loro attività. Una struttura polifunzionale che nasce dunque con l’ambizione di diventare un punto di aggregazione e di vitalità culturale per enti e singoli».

Una riqualifica eseguita sotto l'egida dei Beni culturali

Come osserva Bruno Bäriswyl, la Casa della cultura è una struttura innovativa, dotata di un gran numero di sale, alcune delle quali di grande fascino architettonico, con i loro affreschi e le loro tele di grande valore. Non a caso la ristrutturazione e riqualifica dei vari piani della costruzione, come pure la sapiente articolazione degli ambienti, è stata seguita da vicino dall'Ufficio dei beni culturali. All’esterno, lato lago, è stata posata una pavimentazione in pietra con sistemazione dell’area dell'ex giardino che, come ci ha spiegato Ivo Storelli, «una volta recuperato verrà messo a disposizione delle vicine scuole per lezioni didattiche all'aperto, creando anche interessanti sinergie con gli anziani che fanno capo al Centro diurno».
Le premesse organizzative e logistiche di programmazione per la vita associativa futura dello stabile ci sono tutte. La Casa della cultura, proiettata verso l'esterno e accogliente, porta a coronamento l'impegno dell'amministrazione, protratto negli anni, nella ridefinizione degli assetti del Comune. Una strategia che identifica anche nella cultura e nella creatività le fonti di ricchezza della comunità, importanti leve per la sua promozione e crescita futura. «Ora, dopo 48 anni - conclude Storelli - finalmente siamo qui. Le fondamenta di questo spazio sono state gettate. Ora bisognerà pensare al buon utilizzo di questa struttura, al far realmente ‘vivere questo bene comune’”.