Locarnese

Palazzo Branca Baccalà, il via ai lavori di riqualifica

Svuotati gli spazi interni, a breve partirà il cantiere di ammodernamento e sistemazione dei locali. Per la ‘Casa della cultura’ investimento da 3 milioni

16 gennaio 2023
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A Brissago fervono i preparativi per l’inizio dei lavori di riqualifica interna dello storico Palazzo Branca Baccalà, punto di riferimento culturale per la comunità, che verrà ristrutturato e ripensato nei suoi spazi interni. Il Comune, che ne è proprietario dal 1976, grazie al credito di 3 milioni di franchi concesso a giugno dal legislativo, potrà infatti procedere con l’ammodernamento e la riqualifica di questo elegante immobile edificato tra il XVII e il XVIII secolo. Già negli anni 80, come qualcuno forse ricorderà, si era proceduto a lavori di ristrutturazione parziali. Poi, a seguire, a tappe, l’intero edificio era stato oggetto di migliorie. Nel 2002 aveva aperto i battenti, grazie a una donazione della baronessa Hildegarde von Münchausen, il Museo Ruggero Leoncavallo. Poi era stato pure sistemato il tetto in piode. Nel 2012, in votazione popolare, i brissaghesi avevano respinto un credito per il suo restauro completo e la trasformazione quale sede dell’amministrazione comunale. Da lì in poi era stato un susseguirsi di idee proposte ampiamente condivise. Nelle scorse settimane, intanto, l’immobile a due passi dalla riva lacustre è stato svuotato del suo mobilio per consentire gli interventi previsti. Oltre ad accogliere la sala del Consiglio comunale, Palazzo Branca Baccalà ospiterà ancora il Centro diurno per gli anziani (dotato di nuova cucina), il Museo e varie sale a disposizione per l’organizzazione di eventi e incontri d’interesse pubblico. Non mancherà, particolare curioso, uno spazio permanente dedicato al Bhutan, il Paese asiatico tanto caro a una generosa benefattrice che si è presa a carico una grossa parte dell’investimento complessivo. Locali che accoglieranno opere d’arte e oggetti della cultura di quel popolo. Questa profonda trasformazione della storica costruzione ha dovuto essere ovviamente supervisionata dall’Ufficio dei beni culturali.
Dopo quasi mezzo secolo dalla sua acquisizione da parte del Comune, ecco che l’immobile si appresta a diventare, finalmente, come da più parti auspicato, opera identitaria del paese di confine. L’approccio multifunzionale consentirà al tempo stesso di accrescere l’interesse del mondo esterno verso questa offerta, con la nascita di potenziali sinergie culturali e sociali dentro e fuori il Comune. Uno sforzo finanziario che l’istituzione locale compie anche in un’ottica di turismo culturale. A carico delle case comunali rimarrà un investimento di circa 1,5 milioni, mentre i sussidi cantonali ammontano a circa mezzo milione di franchi.