Locarnese

Brissago, Palazzo Branca Baccalà sarà un incubatore culturale

Credito di tre milioni di franchi in Consiglio comunale per i lavori. Pronti i piani per la riqualifica dello storico palazzo a due passi dal lago

11 maggio 2022
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Lo storico Palazzo Branca Baccalà di Brissago, punto di riferimento culturale per la comunità, sarà ristrutturato e ripensato nei suoi spazi interni. Il Comune, che ne è proprietario dal 1976, se la richiesta di credito elaborata dal Municipio pari a 3,08 milioni di franchi verrà accolta dal Legislativo, potrà infatti procedere con l’ammodernamento e la riqualifica di questo elegante immobile edificato tra il XVII e il XVIII secolo. Non sarà, questo, il primo intervento che interessa il Palazzo. Già negli anni 80 si era proceduto a lavori di ristrutturazione parziali. Poi, a seguire, per tappe, l’intero edificio era stato oggetto di migliorie. Nel 2002 aveva aperto i battenti, grazie a una donazione della baronessa Hildegarde von Münchausen, il Museo Ruggero Leoncavallo. Poi era stato pure sistemato il tetto in piode. Nel 2012, in votazione popolare, i brissaghesi avevano respinto un credito per il suo restauro completo e la trasformazione quale sede dell’amministrazione comunale. Da lì in poi i vari gruppi politici hanno portato avanti idee e proposte di destinazione. Suggerimenti ampiamente condivisi che hanno permesso di definire il futuro del Palazzo: una casa in prevalenza della cultura.

La donazione e lo spazio dedicato al Bhutan

Il lungo iter giunge quindi, oggi, verosimilmente, al termine. Grazie anche a una preziosa donazione di un milione di franchi da parte di un privato, la progettazione dei lavori di restauro è stata completata. A livello di contenuti, l’offerta degli spazi interni prevede sale per eventi e locali tecnici al seminterrato; al pianterreno rimarranno, ovviamente, il Museo e il centro diurno per gli anziani del paese (un locale potrà accogliere una sala lettura con annessa biblioteca); al primo piano uno spazio dedicato all’esposizione permanente di opere d’arte e oggetti del Bhutan e superfici espositive modulabili; al secondo piano la sala del Consiglio comunale, una sala per concerti e le sale di rappresentanza. Naturalmente si provvederà pure alla sistemazione esterna del cortile e dell’orto (anche per eventi all’aperto). Tutto questo, come detto, investendo 3 milioni (inclusa la donazione privata e il sussidio cantonale, ancora da quantificare esattamente).
Questa profonda trasformazione ha dovuto essere ovviamente supervisionata dall’Ufficio dei beni culturali.

Creare sinergie e promuoverlo anche verso l’esterno

L’ approccio multifunzionale consentirà di accrescere l’interesse del mondo esterno verso questo storico edificio quale luogo per eventi e manifestazioni aggregative che creino connessioni, dialogo e confronto (oltre che di sede degli organi istituzionali di rappresentanza). Nelle sue riflessioni l’esecutivo ritiene che "i tempi siano maturi per giungere al completo restauro di questo splendido edificio storico. D’altronde il valore culturale dell’immobile è innegabile e lo stesso merita una definitiva concretizzazione quale opera identitaria del paese". Affinché in futuro divenga il cuore pulsane del borgo di confine, sarà tuttavia necessario far nascere delle ottime sinergie sia all’interno della cittadinanza, sia con i Comuni viciniori. "Il palazzo nel tempo dovrà acquisire una propria identità di memoria del paese e allo stesso tempo aprirsi alla componente turistica della regione", conclude il Municipio. Un incubatore culturale, un punto nevralgico per eventi e iniziative pubbliche, nel rispetto della sua plurisecolare storia.
Il credito sarà discusso dal Consiglio comunale nella sua seduta del prossimo 7 giugno. Lo sforzo finanziario che l’istituzione locale compie per valorizzare il Comune e renderlo più attrattivo, in un’ottica di turismo culturale attraverso interventi su aree e immobili d’interesse pubblico, è ritenuto sopportabile per le casse.