Una mozione di Mauro Belgeri chiede al Municipio di adottare una variante di Pr che permetta il ripristino dell'antico mezzo tra Solduno e Minusio
Il tram dovrebbe tornare ad attraversare la Piazza Grande di Locarno. È l'auspicio del consigliere comunale del Centro Mauro Belgeri, che per aprire le porte a un possibile ritorno di questo mezzo di trasporto tra i ciottoli del "salotto" cittadino, ha elaborato una mozione con la quale chiede al Municipio di adottare una variante di Piano regolatore (Pr) che permetta appunto il ripristino del tram tra Solduno e Minusio, passando per Piazza Grande.
"Negli ultimi 60 anni la nostra città è stata progressivamente spogliata da tutto ciò di bello che aveva e che la contraddistingueva dalle consorelle di dimensioni simili – scrive Belgeri –. Occorre dunque avere il coraggio di recuperare, per quanto possibile, qualcosa dei tempi passati, anche perché, con il progetto Belle Époque (per la risistemazione dello spazio pubblico tra il debarcadero e la rotonda di Piazza Castello, ndr) e con i progetti edilizi privati in corso (in particolare quello targato Artisa in zona portici, ndr), il centro cittadino fra qualche anno sarà molto più bello e attrattivo".
Per il già presidente del Consiglio comunale cittadino, "uno degli elementi che potranno ridar lustro è proprio quello di ripristinare la tranvia; del resto le rotaie superstiti in Piazza Grande sono ancora lì a ricordarcelo". Da qui la richiesta di "adottare le necessarie varianti pianificatorie, in collaborazione con le autorità di Muralto e di Minusio, affinché, una volta terminati i lavori in Largo Zorzi, Piazza Grande e a Muralto (Grand Hotel), il tram possa nuovamente rallegrare con la sua presenza l’agglomerato urbano".
Parallelamente, il rappresentante della sezione locarnese del Centro ha presentato altre due mozioni con le quali chiede analogamente l'adozione di una variante di Pr che permetta rispettivamente "l’edificazione di una chiesa (ed eventualmente di un cimitero) nel quartiere delle Gerre di Sotto" e "la ricostruzione della navata (smantellata nel 1884 perché cadente, ndr) della chiesa di Santa Maria in Selva".
Nel primo caso, il mozionante sottolinea come "indipendentemente dall’esito dei processi aggregativi in corso, appare doveroso e giustificato che il quartiere delle Gerre di sotto disponga di un proprio luogo di culto. Dovendosi dotare il quartiere di un centro civico di aggregazione, occorre pertanto ipotizzare la costruzione di un nuovo edificio sacro moderno, di rito cattolico apostolico-romano (con
eventualmente annesso un piccolo cimitero)".
Per quel che riguarda invece l'ex edificio medievale di culto (di cui rimangono il coro e il campanile) situato al limite occidentale di Locarno, "occorre riparare il clamoroso errore del 1884, riedificando la navata dell’edificio", che "riconsacrato al culto cattolico-romano, sarebbe poi adibito a una vera propria chiesa cimiteriale (con celebrazione dei funerali) evitando la processione da Sant’Antonio al Cimitero".