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‘Lex orandi, lex credendi’, e la messa è in latino

Da settembre a Gordemo la Fraternità di San Pietro assicura, in accordo con la Diocesi di Lugano, un ministero regolare secondo il rito romano antico

16 gennaio 2024
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La messa tridentina, o messa in latino, non è certo una novità in Ticino. “Ripristinata” da Papa Benedetto XVI nel 2007 con il suo “motu proprio”, la celebrazione in forma straordinaria del rito romano antico, negli anni nel nostro Cantone è stata proposta da diverse comunità e in diversi luoghi, nel Sottoceneri a Lugano (più precisamente a Carona e in città, nella chiesa di San Carlo) e a Canobbio, nel Sopraceneri a Gordemo. Proprio nell’insediamento collinare sopra Gordola è però recentemente arrivata una novità che rappresenta una sorta di punto di svolta per i fedeli di tale culto: dallo scorso settembre, presso l’oratorio della Madonna di Fatima, la Fraternità di San Pietro assicura un ministero regolare (messe tutte le domeniche e feste, Sacramenti e catechesi) e questo con l’accordo della Diocesi di Lugano.

«Per noi avere la messa regolarmente e un sacerdote che la celebri, è una grande grazia – afferma l’organizzatore Cesare Scolari –. Nel Sopraceneri mancava una presenza che potesse sostenere i numerosi fedeli e in più ora siamo l’unica realtà a celebrare regolarmente tutte le domeniche e feste di precetto, con una regolare approvazione diocesana. Pastoralmente siamo infatti assistiti da un sacerdote della Fraternità di San Pietro (don Benjamin Durham, ndr), che si è direttamente accordata con l’amministratore apostolico (della Diocesi di Lugano) Alain de Raemy».

È stata inoltre costituita un’associazione, Auxilium, «con lo scopo di sostenere le celebrazioni a Gordemo e il sacerdote incaricato. È quindi questa associazione che si incarica della raccolta di fondi per sostenere anche finanziariamente le varie attività».

Una presenza consolidata ma non scontata

Una presenza quindi consolidata in quel di Gordemo, dove tutto è iniziato sette anni or sono… «La messa in latino a Gordemo è stata celebrata per la prima volta nel 2016, per la Festa della Madonna di Fatima. Infatti essendo l’oratorio di recente costruzione, anche in passato si era sempre celebrata solo la messa nuova. A presiedere la prima messa tridentina fu il vicario parrocchiale don Fabio Minini. Per l’occasione avevamo dovuto procedere ad alcuni piccoli adattamenti all’altare e nella disposizione dei banchi. Si trattava del vivo desiderio mio e di altri fedeli di poter assistere a questa celebrazione, spesso pure chiamata messa di sempre, che per secoli e secoli aveva nutrito in modo encomiabile la spiritualità cattolica, ma che per particolari circostanze era praticamente stata abolita nel giro di pochi anni dopo il Concilio II (conclusosi nel 1965, ndr). Papa Benedetto XVI ha poi dichiarato che questa messa non era mai stata, almeno formalmente, abolita».

Ma che praticamente lo fosse «è dimostrato dalla difficoltà che, specialmente all’inizio, ma ancora adesso, si riscontra nel poter avere a disposizione chiese ove celebrare e pastori che siano disposti a concederci questa possibilità. La chiusura nei nostri confronti era, ed è tuttora, in parte dovuta al fatto che non si capisce perché si debba assistere a una messa in lingua latina, quando è più semplice e maggiormente comprensibile assistere a celebrazioni in italiano. Già qui si cela una prima insidia: la messa nuova non è la semplice traduzione di quella in latino, perché è stata in varie parti modificata e le modifiche continuano a susseguirsi senza pausa. Già solo questo aspetto è problematico per molti fedeli. Anche perché nella smania di tutti questi cambiamenti spesso si dimentica che la nostra fede non può mutare. Può approfondirsi ed esplicitarsi meglio, ma non può cambiare. “Lex orandi, lex credendi”, si dice con termine specifico: la legge della preghiera (e del culto in genere) è la legge del credere».

‘Il nostro punto di vista viene pian piano considerato con più attenzione‘

Questa consapevolezza è, secondo Scolari, il motivo per cui «lentamente, tra i fedeli, le cose sembra stiano cambiando e anche il nostro punto di vista viene considerato con maggiore attenzione. Sempre più persone riscoprono la messa tridentina, non sono nostalgici, la maggior parte sono persone giovani o nate quando già non si celebrava più nel rito antico. Persone che come le pecore di evangelica memoria seguono il pastore che parla loro e che ripropone la dottrina e la tradizione costante della Chiesa e non sue personali interpretazioni».