Nella sua risposta ad un'interrogazione sul ‘caro energia’, la Città (principale azionista fra i Comuni) difende la Sopracenerina anche sulle tariffe
La Città non ridistribuirà alle sue circa 8’200 economie domestiche l’equivalente di circa 26 franchi quale quota parte del dividendo supplementare Ses di circa 213mila franchi. Lo ha chiarito nella sua risposta all’interrogazione presentata in ottobre da Barbara Angelini Piva (il Centro), Simone Beltrame (il Centro), Simone Merlini (Plr) e Omar Caldara (Lega dei Ticinesi). Lo stesso auspicio è stato espresso anche dalla Gestione nel suo rapporto sui consuntivi 2023.
La misura proposta viene ritenuta “non opportuna” dall’esecutivo cittadino, anche perché considerata “non equa”. Infatti, viene specificato, “ne beneficerebbero sia gli alti redditi, come pure quelli molto più bassi (si tratterebbe di una misura ad ‘innaffiatoio’, in un certo senso). Allo stesso modo, beneficerebbero della riduzione indicata sia i soggetti che poco o nulla si preoccupano di applicare misure di risparmio energetico (di qualsivoglia natura) come le economie domestiche più attente all’uso parsimonioso dell’energia. Difficilmente sarebbe possibile (anche sotto il profilo amministrativo) individuare i soggetti che maggiormente dovrebbero essere ammessi a beneficio della riduzione indicata”.
Sulla politica dei dividendi la Città si era già espressa due anni fa scrivendo ai Comuni azionisti e alla Ses. Il Municipio lo sottolinea ricordando come, allora, aveva scritto che “il mantenimento del dividendo attuale potrà permettere ai vari Comuni di decidere come meglio intendano attuare delle politiche redistributive nei confronti della propria cittadinanza, con le misure e le modalità che si riterranno più idonee a ogni specifica realtà comunale. Riteniamo quindi che il mantenimento dei dividendi permetterà all’ente pubblico di disporre di un margine di manovra adeguato per meglio rispondere alle esigenze dei propri cittadini”. Sono valutazioni da considerarsi ancora attuali, precisa la Città.
La questione dei dividendi è stata appunto trattata anche dalla Gestione, così come quella delle tariffe per gli utenti, “che tra l’altro risultano essere tra le più alte della Svizzera e del Cantone Ticino”. La Gestione metteva la lente sull’utile 2023 della Ses, pari a 10,7 milioni di franchi; “per il secondo anno consecutivo la società ha versato un dividendo ordinario di 1 franco e 95 centesimi per azione e uno supplementare e straordinario di 1 franco e 5 centesimi, corrispondente a 213mila 62 franchi”. Eppure, continuava, nonostante questo nuovo utile plurimilionario, la tariffa 2024 per Locarno aumenterà del 20%, con un rincaro di circa 255 franchi per nucleo familiare tipo.
Non solo, la Gestione rilevava anche che “negli anni precedenti la società ha aumentato la tassa base portandola dapprima da 100 a 120 franchi, per poi attestarsi a franchi 150, probabilmente la tassa più elevata di tutta la Svizzera”. Orbene, benché Locarno detenga il 18,578% del pacchetto azionario Ses (il maggiore azionista fra i Comuni) non si sarebbe posta il problema “dei forti aumenti della bolletta che ha colpito le famiglie e gli anziani che abitano in edifici riscaldati elettricamente a causa da una parte di un inverno più freddo del normale, e dall’altra degli adeguamenti tariffali che la Ses ha operato negli ultimi anni”. Sarebbe opportuno, concludeva, “anziché aumentare i dividendi, rivedere al ribasso le tariffe. Il reddito dei ticinesi è tra i più bassi della Svizzera, siamo degli ottimi produttori di energia idroelettrica a buon mercato, eppure siamo soggetti a tariffe elevate”.
Allo stesso modo l’interrogazione chiedeva appunto a Locarno se in seno al Cda non si intendesse “valutare il contenimento delle tariffe”. Ebbene, la Città premette che le tariffe Ses “sono nella media delle aziende svizzere della categoria ‘gruppo sunshine: regione di montagna con densità di energia bassa’. Il costo di rete di Ses (15,78 centesimi al kWh) risulta essere leggermente superiore alla mediana svizzera di (15,28 centesimi) per la sua categoria, mentre il costo dell’energia, con 14,69 centesimi, risulta essere inferiore alla mediana svizzera (15,63 centesimi) nel suo complesso. La suddivisione nei gruppi Sunshine è stata decisa da Elcom (quindi non influenzabile da Ses) e nella categoria in cui è inserita la Ses sono presenti ben 114 aziende elettriche svizzere”. In più, “è utile sapere che circa la metà dell’energia erogata e dei punti di fornitura di Ses viene distribuita nell’agglomerato urbano di Locarno (da Brissago a Cugnasco) mentre il resto va alle valli. Detto altrimenti, ogni confronto con altre aziende ticinesi è forviante a causa della tipologia della zona di distribuzione di Ses”.
In sostanza, “l’aumento delle tariffe esula da scelte specifiche della Ses, ma è dovuto a fattori sostanzialmente esogeni, di conseguenza difficilmente il Cda potrà realisticamente attuare una riduzione delle tariffe come richiesto nell’interrogazione”. Tuttavia, “il tema sarà sicuramente oggetto di valutazione entro fine agosto 2024, quando si dovranno definire le tariffe del 2025”. Locarno evidenzia infine un altro aspetto, ovverosia che se la Ses dovesse mantenere i prezzi costanti come nel ’23, registrerebbe nel triennio 2024-26 perdite per 49,4 milioni di franchi. E ricorda che “la strategia di approvvigionamento di Ses ha permesso di non dover subire il picco dei costi dell’energia elettrica avvenuto nel 2022, quando è salito di ben 20 volte rispetto al prezzo medio pluriennale, cosa invece successa a molti clienti sul libero mercato. Ses ha lanciato una campagna per il risparmio energetico, indicando alla clientela che, al fine di limitare l’incremento della propria fattura dell’elettricità, la sola via da seguire è ridurre i consumi”.