Il concorso ippico all'ex aerodromo nel mirino di due abitanti del borgo. Organizzatori e sindaco garantiscono: ‘Sostenibilità e rispetto delle regole’
Il binomio tra Concorso ippico internazionale di Ascona (Csi) e natura non è per nulla scontato. La manifestazione, che quest’anno si svolgerà dal 7 al 10 settembre sul sedime dell’ex aerodromo, è da anni nel mirino di due coniugi del borgo: Dorota (ingegnere agronoma) e Valerio Sala (biologo). Quest’ultimo, consigliere comunale nella “Lista rosso verde”, ha sollevato alcune questioni legate alla manifestazione anche in Legislativo. Senza dimenticare, nel passato, le opposizioni della coppia al rilascio di licenze edilizie per le strutture del Csi.
Ancora oggi, a detta dei due, permangono molti dubbi legati alla salvaguardia ambientale. Entrambi ricordano le condizioni poste dal Cantone nel 2016, quando furono concessi i permessi di costruzione per i campi di allenamento e di gara (fu posata sabbia mischiata a 25 tonnellate di materiale plastico sbriciolato): «Stando a Bellinzona gli organizzatori devono applicare tutte le misure gestionali necessarie a impedire l’eventuale dispersione delle microplastiche nell’ambiente al di fuori dei luoghi indicati nella domanda di costruzione; i lavori possono svolgersi in condizioni di suolo secco e tempo asciutto, con l’impiego di macchinari che non provochino la compattazione (cingolati); da evitare qualsiasi inquinamento delle superfici prative (scarico wc, perdite di idrocarburi, eccetera); alla fine dell’evento le superfici sono da ripristinare al meglio senza rovinare ulteriormente il prato (non scarificare il terreno) ed evitare l’apporto di materiale estraneo; evitare che le microplastiche e altro materiale vengano dispersi nel prato secco protetto».
I Sala ricordano altresì che il controllo di tutte queste raccomandazioni spetta al Municipio: «La nostra impressione è che il rispetto delle condizioni cantonali sia disatteso. A farne le spese, in questo luogo altamente pregiato e unico in tutta la Svizzera, è la natura, che si degrada di anno in anno. Un terzo della superficie prativa dell’ex aeroporto dal 2017 è iscritto nell’Inventario federale: vige quindi il Decreto di protezione del prato secco. Fino a quell’anno veniva usata pure una parte della superficie protetta a livello cantonale per la posa delle stalle e dei posteggi per i camion-camper dei cavalli e le autovetture degli spettatori. Per fortuna oggi almeno la zona protetta come pure le superfici boschive, soprattutto quella con il parco giochi, non vengono più messe a disposizione degli organizzatori. Addirittura fino al 2016 ogni anno in quest’ultimo spazio veniva scavata una fossa perdente per gli scarichi delle cucine e dei gabinetti».
I coniugi tornano pure sui 600 metri cubi di sabbia, mescolati con 25mila chili di poliestere sbriciolato, posati nel 2016 su una superficie complessiva di 6’200 metri quadrati per i campi di gara e di allenamento. Nel corso dell’anno, per evitare lo spargimento delle particelle in plastica, i sedimi sono coperti con spessi teli. Vengono scoperchiati alcune settimane prima dell’evento per la preparazione del terreno. «Il rischio è che in questo periodo il materiale si disperda nell’ambiente e sulla zona protetta, portato dal vento, dagli zoccoli dei cavalli o dagli pneumatici di macchinari e veicoli diversi».
Anche la presenza di numerosi cavalli (circa 260) potrebbe risultare dannosa per l’ambiente: «Le stalle provvisorie vengono posate su un prato, a 20 metri di distanza dal limite della zona protetta. Per i cavalli l’unico spazio all’aperto disponibile è il campo lounge, ricoperto da qualche filo di erba solamente all’inizio dell’evento; il verde sparisce in poche ore e resta solo la terra battuta. Senza dimenticare i problemi che potrebbero venir causati dallo scarico di lavandini e wc, da rifiuti abbandonati, dal letame o da perdite di idrocarburi dei camion. In poche parole tutto questo inquina e compatta la Superficie agricola utile (Sau), in un periodo, quello attuale, caratterizzato dal degrado ambientale e di conseguenza dall’impoverimento della biodiversità in generale e nello specifico dei terreni prativi. Col passare degli anni il prato secco pregiato è stato degradato».
Il direttore del Csi Renato Bernasconi vuole essere rassicurante: «Comprendo la particolare attenzione alla questione e le preoccupazioni. Posso però garantire che il materiale plastico, posato per tenere compatta la sabbia, è stato analizzato. È emerso che non è nocivo per l’ambiente. In caso contrario l’avremmo rimosso. L’anno scorso abbiamo organizzato un incontro con il Comune e le istanze cantonali preposte per una valutazione a 360 gradi sulle varie situazioni, tra le quali anche quelle segnalate dai coniugi Sala. Sono così state concordate e definite le misure di attenzione da adottare per poter svolgere su questo sedime il Csi nel rispetto di quello che è il contesto territoriale-ambientale. Sono stati compiuti i passi necessari per rendere la manifestazione adeguatamente sostenibile per un sedime particolare e delicato, che è da tutelare. Un processo al quale abbiamo dedicato tempo e soldi, come per il recente acquisto dei 500 elementi da mettere sotto le ruote dei camion posteggiati al fine di attutire la pressione sul prato, come ci è stato raccomandato».
Dal canto suo il sindaco Luca Pissoglio ribadisce: «Lavoriamo in concerto con i competenti uffici del Cantone e, come Comune, vigiliamo affinché le condizioni poste da Bellinzona siano rispettate. Facciamo attenzione e ce la mettiamo tutta per non fare danni. Posso garantire che nell’ambito del Csi le aree protette vengono rispettate».
Da segnalare, infine, che nelle scorse settimane Dorota Sala ha pure scritto al Cantone per segnalare che verso la fine di luglio dai campi di allenamento e di gara sono stati tolti i teloni di protezione che trattengono i pezzetti di fibre plastiche. Una lettera per chiedere spiegazioni. Puntuale la risposta dell’Ufficio della gestione dei rischi ambientali e del suolo: i campi vengono scoperchiati per “iniziare i lavori di installazione e montaggio delle strutture necessarie allo svolgimento dell’evento Polo e successivamente del Csi. Questi interventi preparatori sono iniziati mercoledì 2 agosto e dureranno circa 3 settimane. In seguito, sarà necessaria un’ulteriore settimana per la gestione delle cucine e dei catering”.
Durante questo periodo, vista l’assenza di una copertura protettiva dei campi, “il nostro servizio ritiene che sia accresciuto il rischio di rilascio di fibre nell’ambiente – si legge ancora nella mail dello stesso Ufficio cantonale –. Nel segnalare questa valutazione al Comune, abbiamo dunque ribadito la necessità di introdurre tutte le misure di gestione necessarie per impedire la dispersione nell’ambiente circostante dei materiali plastici. Nonostante le misure preventive, qualora a seguito di eventi meteorologici dovessero verificarsi dei rilasci, abbiamo chiesto di prevedere la raccolta e la pulizia ad hoc dell’area”.