Dopo la scomparsa, a novembre, della fondatrice Manuela Bacchi-Pini, gli organizzatori cercano nuovi partner per proseguire nel solco tracciato in 30 anni
Un vuoto incolmabile. È quello lasciato dalla morte, lo scorso novembre, di Manuela Bacchi-Pini in seno al Concorso ippico internazionale (Csi) di Ascona, evento che l’ex municipale asconese (dal 1992 al 1996) aveva creato nel 1993 e condotto con amore e passione – oltre che professionalità – per 30 anni.
«Sì, il vuoto lasciato da Manuela è praticamente incolmabile», conferma Renato Bernasconi, direttore del Csi e vicepresidente del comitato organizzatore. La carica di presidente, da allora è invece rimasta vacante, in quanto «non ci siamo ancora chinati sulla questione, perché fondamentalmente non vogliamo “occupare” il ruolo che era e sarà per sempre di Manuela. Lei viveva il concorso ippico in maniera unica, che non si limitava agli aspetti organizzativi e di gestione dell’evento. No, il Csi era molto di più per lei, faceva tutto con passione e per il piacere di farlo, la sua vita gravitava attorno alla “sua” manifestazione e in generale a tutto il mondo dei cavalli, a cui fin da ragazza dedicava praticamente ogni minuto libero. Una passione vera e totalizzante che si riversava inevitabilmente anche sul Csi, con il suo entusiasmo trascinava il resto del comitato organizzatore di anno in anno. E molte delle persone che partecipavano, con ruoli diversi, al concorso arrivando da tutto il Ticino, dalla Svizzera interna e oltre, lo facevano per lei».
Come (anche) per lei, chi è rimasto a occuparsi dell’organizzazione dell’evento ha fatto di tutto per garantire almeno la prossima edizione… «Calcolando che nel 2020 siamo stati fermi per colpa del Covid, quella di quest’anno sarà la 30esima edizione e il desiderio di Manuela era proprio arrivare a quota 30 e poi vedere. Una volontà che asseconderemo garantendo appunto lo svolgimento del concorso previsto a settembre (dal 7 al 10, ndr), che ricalcherà il format degli anni precedenti: si inizierà il giovedì pomeriggio con il concorso internazionale, per poi proseguire con due gare dei Campionati svizzeri élite. Queste ultime, che ospitiamo per il secondo anno, vivranno la loro finale il sabato, mentre domenica chiuderemo con l’atto conclusivo del Gran Premio Csi».
E poi? «Ci stiamo lavorando. Io e Paola (Imhof, ndr), che ha iniziato proprio con Manuela ormai 31 anni fa, ci siamo e faremo il possibile affinché la storia del Csi prosegua. In quest’ottica, stiamo cercando di coinvolgere nuove persone e di professionalizzare la struttura organizzativa, individuando dei responsabili per i vari settori, come ad esempio il coordinamento, la parte sportiva, gli eventi collaterali, lo sponsoring. Insomma, stiamo cercando di creare le premesse positive per guardare con fiducia anche oltre alla prossima edizione, alla quale vorremmo arrivare con già una prospettiva chiara per il futuro».
Centrale in questo senso l’aspetto finanziario, con il budget della manifestazione che si aggira attorno a 1,4 milioni di franchi… «Inutile girarci attorno, se si vuole continuare a offrire un evento di un certo livello (attualmente il concorso asconese nel circuito internazionale ha una valutazione di quattro stelle su un massimo di cinque, ndr), servono soldi. Per questo, una parte importante del lavoro che va effettuato è legato alla ricerca di sponsor, con lo sguardo rivolto non solo al Ticino, ma anche al resto della Svizzera e pure oltre».
Anche perché molto probabilmente, quella 2023 sarà l’ultima edizione che vedrà quale sponsor principale il noto marchio orologiero Longines… «Effettivamente dopo sette anni, la collaborazione sembrerebbe destinata a chiudersi. Abbiamo intavolato delle trattative, ma temo che per – ipotizzo – un riposizionamento della loro strategia, le speranze di poter continuare a contare sul loro supporto sono davvero ridotte al lumicino. Non a caso, ci stiamo già muovendo per trovare delle alternative e la nostra idea è quella di non legarci più a un unico grande sponsor, ma avere più partner principali, in modo da non dipendere così tanto da una sola entrata e garantire così una certa continuità».
Una mano potrebbe arrivare anche dalla Federazione svizzera sport equestri… «Ci tengono che il Csi di Ascona vada avanti e sono disposti a sostenerci nel limite del possibile, in particolare se, come vorremmo fare, riusciremo a includere nel nostro programma delle gare volte a coinvolgere le nostre giovani speranze. Un tema questo che stava molto a cuore a Manuela».
Sì, anche se non fisicamente, Manuela Bacchi-Pini sarà sempre presente al Csi di Ascona… «Vogliamo andare avanti mantenendo lo spirito e l’anima che Manuela ha dato a questo evento, che dovrà quindi rimanere un appuntamento vissuto sì come un’importante competizione, ma anche un piacevole momento di incontro per appassionati e non. A tal proposito, anche quest’anno l’ingresso sarà gratuito e aperto a tutti. E per festeggiare degnamente il 30esimo anniversario, stiamo preparando diverse sorprese».