Locarnese

Povertà, qual è la situazione e come la si combatte a Locarno?

Un’interrogazione rivolta al Municipio dalla Sinistra Unita pone l’accento su famiglie con minorenni, assicurati morosi, assistenti sociali e curatele

14 novembre 2022
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Nel 2020 in Ticino 1’293 famiglie (erano 1’259 5 anni prima) con almeno un minorenne hanno ricevuto l’assistenza sociale e il 50 per cento di esse (il 55% nel 2015) era composta da un adulto solo con appunto uno o più minori. È la premessa con cui si apre l’interrogazione che il gruppo in Consiglio comunale Sinistra Unita rivolge al Municipio di Locarno, con tutta una serie di interrogativi che ruotano attorno al tema della povertà e ai mezzi messi in campo dall’esecutivo cittadino per affrontarlo.

"La povertà che colpisce i minori ha effetti negativi sul lungo periodo, in quanto pone i bambini e i giovani in situazione di difficoltà nell’ambito della salute, nella sfera sociale e nel contesto scolastico/formativo, come sottolineano Caritas e Humanrights.ch", si legge nell’atto parlamentare, nel quale dopo aver sottolineato, citando Pro Juventute, come "i genitori in difficoltà finanziarie soffrono pure molto a fronte dei loro figli per le rinunce e le restrizioni che devono imporre, chiedono ai membri di Palazzo Marcacci quante sono le economie domestiche private con almeno un minorenne a Locarno che hanno ricevuto l’assistenza sociale nel 2015 e nel 2021, e come intende muoversi il Municipio per contribuire a togliere dall’assistenza tali famiglie. O ancora qual è il tasso di aiuto sociale per i minorenni a Locarno nel 2021? Facendo notare che nel 2020 il tasso di aiuto sociale in Ticino per i minorenni si attestava al 3,5%, mentre a livello nazionale la media era del 5,2%, grazie in particolare agli ammortizzatori sociali previsti nell’ambito della politica familiare portata avanti sin dal 1997 dal Cantone, i firmatari chiedono poi di fornire le tabelle di calcolo attuali sulle quali si basa il Cantone per concedere l’assegno familiare integrativo (Afi) e di prima infanzia (Api), nonché il numero di economie domestiche private con almeno un minorenne che hanno fatto capo nel 2021 agli aiuti previsti dal Regolamento sociale.

Assicurati morosi, spesso dietro c’è una situazione di estremo disagio

L’attenzione viene in seguito spostata sugli assicurati morosi... "Pur essendo stata sospesa la blacklist degli assicurati morosi a causa della pandemia e in vista dell’adozione di una nuova strategia del Cantone, il problema delle persone che non pagano i premi cassa malati rimane acuto e molto probabilmente si acuirà a causa dell’ingiustificato aumento dei premi per il 2023. Dietro di esso si nasconde spesso una situazione personale di estremo disagio e di incapacità a gestire con le proprie forze la propria situazione finanziaria, la richiesta di sussidi e prestazioni complementari, la dichiarazione fiscale ecc.". Da qui due precise domande al Municipio: Quanti sono gli assicurati morosi segnalati dal Cantone al Comune per il fatto che sono in arretrato con il pagamento dei premi cassa malati e che devono pertanto essere contattati dal Comune? Quanti di loro hanno risposto nel 2018-2021 e quanti non hanno risposto alla lettera del Comune?

Adeguatezza del numero di assistenti sociali e di curatori

Nell’interrogazione si sottolinea poi come "avere un numero adeguato di professionisti per tenere sotto controllo il tessuto sociale in difficoltà e intervenire proattivamente è fondamentale per una Città che vuole combattere l’esclusione sociale". A tal proposito, la prima domanda che viene posta al sindaco Scherrer e colleghi è se il numero degli assistenti sociali e dei curatori a Locarno sia sufficiente per affrontare i problemi della povertà delle famiglie con figli e degli assicurati morosi, nonché quanti dossier/prese a carico sono gestiti da ogni curatore.

Sulla scia, si chiede quante curatele di sostegno (la misura meno incisiva, che presuppone il consenso dell’interessato), di rappresentanza (istituita quando una persona non può compiere determinati atti e deve essere rappresentata, che sia in ambito d’assistenza personale o di gestione patrimoniale), di cooperazione (istituita se occorre che il curatore acconsenta a determinati atti della persona bisognosa d’aiuto, per proteggerla) e generali (implica, per legge, la privazione dell’esercizio dei diritti civili) sono in essere a Locarno e se si posa potenziare l’applicazione della curatela di sostegno.

Infine, dopo aver gettato un occhio sui Comuni limitrofi (a livello di assistenti sociali, come sono organizzati gli altri Comuni della cintura?), l’interrogazione si conclude con quello che è forse il quesito centrale: si può presupporre che gli assistenti sociali a Locarno sono sovraccarichi di lavoro? Per poter affrontare proattivamente queste problematiche il loro numero dovrebbe essere potenziato?