Intervista alla portavoce degli organizzatori, Samantha Bourgoin, sulle misure di risparmio energetico. Ma anche sulla ‘fan zone’ per i Mondiali del Qatar
Critiche a Locarno on Ice e direttamente ai promotori. Una recente interrogazione al Municipio di Locarno, sottoscritta da esponenti della Sinistra Unita, pone una serie di domande. Sia per quanto riguarda l’opportunità di proporre un simile evento in un periodo di penuria energetica, sia per la "fan zone" dedicata ai contestati Mondiali del Qatar.
Senza voler togliere nulla al Municipio cittadino, chiamato a dare risposte, abbiamo girato alcune domande a Samantha Bourgoin, portavoce dell’Associazione che organizza la manifestazione invernale e granconsigliera dei Verdi.
Perché organizzare l’evento in un periodo di emergenza energetica?
Ovviamente ci siamo posti la questione. Per primi noi, come organizzatori, ma anche coinvolgendo i partner privati e pubblici, come la Città di Locarno. Ci siamo trovati d’accordo sul fatto che, se non fosse stato sostenibile, avremmo rinunciato. Per dissipare i dubbi, abbiamo analizzato i consumi degli scorsi anni. Nel tempo, adottando diversi accorgimenti, li abbiamo ridotti almeno della metà. La pista di ghiaccio dello scorso anno, stando ai resoconti della Ses, incideva per circa un quarto sulla spesa per l’elettricità. La parte più "energivora" sembra essere il riscaldamento degli igloo». Gli organizzatori, dopo essersi consultati con lo speciale gruppo di lavoro cantonale per la crisi energetica, hanno iniziato a progettare l’edizione 2022-2023.
Quali misure adotterete in concreto?
La pista di ghiaccio sarà ridotta, ritornando alle dimensioni del 2005. Inoltre sarà in funzione solo dal 2 dicembre all’8 gennaio. Rinunceremo pure ai due terzi delle ghirlande luminose, tutte a Led: da duemila passeremo a circa 700 punti luce. L’albero di Natale sarà più piccolo del solito e verrà acceso solo dalle 18 alle 22. Le cupole non saranno più riscaldate come in passato con l’elettricità, bensì con stufe a pellet. E ancora: le casette gastronomiche saranno ridotte da 5 a 4; i concerti verranno di regola proposti il venerdì e il sabato (non più il giovedì); la chiusura serale sarà anticipata nelle giornate di domenica, lunedì, martedì e mercoledì, salvo se si tratta di giorni festivi. Inoltre abbiamo adottato un sistema di controllo per il motore del ghiaccio, per lo spegnimento automatico quando la temperatura notturna scende abbastanza. Insomma, un’edizione sobria, meno sfavillante rispetto a quelle passate, che potremmo quasi definire una "blackout edition".
Insistiamo: perché non rinunciare, lanciando così un segnale ancora più forte?
Diversi gli aspetti che bisogna tenere in considerazione, oltre alla sostenibilità ambientale. Locarno on Ice è una manifestazione nata 18 anni fa come luogo d’incontro, di socializzazione intergenerazionale. L’alto indice di gradimento di abitanti e turisti, confermato anche da un’inchiesta condotta dall’Organizzazione turistica regionale Lago Maggiore e Valli, e il numero di frequentatori, fino a 150mila all’anno, confermano la bontà dell’idea di partenza. Ci sono poi gli aspetti di promozione turistica ed economica per Locarno. L’indotto per la città è interessante, soprattutto pensando a un periodo dell’anno che altrimenti risulterebbe forse sottotono. Infine, va detto che la manifestazione dà lavoro a molte persone: negli anni d’oro abbiamo avuto fino a 80 collaboratori, alcuni stipendiati per quattro mesi, altri per periodi più brevi. Per l’edizione che è alle porte, ne avremo circa una cinquantina. Riducendo i consumi, introducendo nuove fonti energetiche sostenibili come il pellet di legna, diminuendo le luminarie e con le altre misure decise, partecipiamo allo sforzo collettivo e lanciamo comunque un messaggio di responsabilità, conservando posti di lavoro e funzione sociale.
Un ultimo aspetto sollevato dall’interrogazione riguarda la "fan zone" con schermo per trasmettere le partite dei Mondiali in Qatar. E qui subentra la questione etica...
A chi vorrà seguire i Mondiali in Piazza Grande non mancheremo di ricordare gli aspetti morali. Intendiamo infatti sfruttare questa occasione per fare comunicazione: questi campionati si tengono nel Qatar, un Paese in cui vige la sharia e in cui la legge prevede ancora sanzioni penali, quali la flagellazione e la lapidazione, che costituiscono una violazione palese della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura. Il Qatar è inoltre meta d’immigrazione di centinaia di migliaia di lavoratori asiatici, attirati da promesse di salari elevati, ma che poi, una volta giunti sul posto, sono sottopagati e costretti ad accettare condizioni lavorative e di vita che rasentano la schiavitù. Non a caso il quotidiano ‘20 minuti’ ha titolato "Stadi costruiti col sangue, un Mondiale di contraddizioni". Attribuendo al Qatar i Mondiali di calcio di quest’anno, la Fifa non ha purtroppo voluto tener conto degli aspetti umanitari e così anche la Svizzera vi parteciperà con la propria squadra nazionale. Tutti questi, ne sono certa, saranno temi di discussione in Piazza Grande. Locarno on Ice potrà così diventare anche una piattaforma di dibattito.