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Parla Bossalini: ‘Scaricato di un peso. Spiace per gli agenti’

L’ormai ex comandante della Polcomunale di Locarno a cuore aperto dopo la decisione di andare in prepensionamento: ‘Non mi imputo errori gravi’

Bossalini ha gettato la spugna
(Ti-Press)
3 novembre 2022
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Dimitri Bossalini ha scelto il prepensionamento quale ultima forma di resistenza di fronte a una campagna che mirava a screditare il Corpo della Polcomunale di Locarno e lui come comandante. LaRegione lo ha raggiunto per una serie di riflessioni a caldo.

Comandante Dimitri Bossalini, perché ha deciso di lasciare?

L’idea che mi ha spinto è quella di ridare un po’ di tranquillità al Corpo. Quel che il Municipio ha sottolineato nel suo comunicato stampa rispetto agli obiettivi che mi ero posto come comandante corrisponde a ciò che abbiamo fatto in 6 anni. Come ho appena scritto ai miei agenti, resta l’amaro in bocca per non aver potuto raggiungere alcuni obiettivi che avevo in testa, tra i quali l’integrazione del Polo di Ascona, l’integrazione definitiva degli agenti di Muralto, nonché alcuni propositi per gli agenti. Contavo di farlo entro il maggio del 2025, ma ho dovuto fermarmi prima perché con questo clima tutto è diventato molto difficile.

Come si sente?

È un sentimento altalenante. Da una parte mi scarico di un peso che ho sul cuore, anche perché la faccenda di mio figlio ha aumentato la pressione su di me. Sottolineo a questo proposito che per me all’interno del Corpo è sempre stato un soggetto come chiunque altro, anche se qualcuno ha cercato di far credere il contrario. Mi spiace molto per i capigruppo, che lascio in una situazione psicologica non bella. D’altro canto loro sanno che a un certo punto c’è un limite oltre il quale non puoi continuare a spendere le energie.

Si può dire che la decisione di lasciare è arrivata per sfinimento?

Piuttosto è stata una ponderazione, una scelta certamente dolorosa ma mia. A un certo punto bisogna chiedersi cosa si può ancora dare nelle condizioni politiche e mediatiche in cui ci si trova. Diventa estremamente difficile continuare a garantire al Corpo la tranquillità di conduzione necessaria per realizzare i progetti che erano stati pianificati. È un peccato, perché stavo costruendo per il bene della gente, e non per il bene di un partito. Da quelle dinamiche ho sempre cercato di tenermi ben distante.

Ma ci è finito comunque dentro in pieno.

Purtroppo qualcuno mi ha attaccato in modo virulento, usando la strumentalizzazione come mezzo. Mi spiace anche per il mio ex capodicastero Zanchi, che ha sempre agito dettato da buone intenzioni ma probabilmente ha peccato d’ingenuità, causata dalla mancanza di esperienza. Lo devo dire: sono estremamente deluso dai partiti, ma dall’altra parte mi solleva molto aver ricevuto maggiori attestati di stima e vicinanza oggi che me ne vado rispetto a quando ero stato nominato al Comando. Si sta muovendo tutto un mondo – dagli esercenti ai commercianti, ad esempio – che sa non come ho lavorato io, ma come abbiamo lavorato tutti insieme. Io ho dato un indirizzo, ma sono gli agenti che hanno deciso di seguirmi.

La sua partenza dimostra che il "modello Bossalini" a Locarno non può funzionare?

Non è così. L’approccio che ho cercato di promuovere – non improntato sulla gentilezza "tout court", ma piuttosto sull’autorevolezza – è ben recepito e apprezzato dalla popolazione. Peccato perché andava ulteriormente supportato e intendevo farlo per almeno un altro paio d’anni. Purtroppo sono subentrate tensioni partitiche dettate da schemi che vogliono essere cambiati in vista, credo, delle prossime elezioni comunali. C’è gente che ha purtroppo preso ogni spunto possibile per mettere alla berlina prima il mio capodicastero, poi il sottoscritto. Da questo discorso vorrei escludere il Municipio come collegio, perché tutti e 7 i singoli municipali mi hanno trasmesso stima e vicinanza fino all’ultimo. Capisco anche che a un certo punto, dopo quasi 9 mesi di tensioni, non potevano esimersi dal sedersi con me per chiedersi cosa fosse giusto fare.

Al netto di una situazione in cui si ritiene fondamentalmente vittima di un sistema partitico, sente di potersi imputare qualcosa in particolare?

Non ho indicazioni oggettive di aver commesso particolari errori "macro" e non mi faccio quindi delle colpe. A volte, come succede in tutti i contesti lavorativi, qualcosa è andato storto e ho corretto il tiro in corsa. Ma continuo a credere nella strada che ho tracciato e nell’impostazione che ho dato al Corpo. Da questo punto di vista non ho niente da rimproverarmi perché rispetto al passato ho dato una svolta radicale a livello di approccio. È evidente che non tutti mi hanno seguito e, supportati dall’esterno, hanno deciso di farmi danno, riuscendoci. Quanto agli altri, che sono la maggioranza, mi spiace moltissimo per loro. Quando un comandante lascia la nave è sempre una cosa molto pesante, perché non è più nelle condizioni di servire per supportare.