Inflitti 18 mesi di reclusione sospesi con la condizionale per due anni a un uomo che ha toccato e baciato una giovane nelle parti intime
Un massaggio rilassante che si è trasformato in un incubo per una giovane cliente. Una volta che si è distesa sul lettino di un centro estetico del Luganese, contro la sua volontà, è stata baciata sulla bocca, palpeggiata sul seno, nelle parti intime fino a subire una passata di lingua nei genitali. L’autore di questi atti sessuali è un uomo di 46 anni, che è comparso oggi di fronte alla Corte delle Assise correzionali di Lugano, presiedute dal giudice Marco Villa. Durante il processo, dapprima l’imputato ha tentato di negare le accuse mosse nei suoi confronti dalla procuratrice pubblica Petra Canonica Alexakis, ma poi ha riconosciuto di aver sbagliato a toccare la vittima nelle parti intime. Il giudice ha confermato l’atto d’accusa e la richiesta di pena formulata dalla pp: l’uomo è stato condannato a 18 mesi di detenzione, pena sospesa con la condizionale per due anni.
Le dichiarazioni dell’uomo hanno di fatto confermato i reati, anche se lui ha affermato di ritenere ingiusto il procedimento penale e il processo nei suoi confronti perché, «anche se ho sbagliato, non è poi così grave, visto che la cliente era d’accordo». Tuttavia, la versione fornita dall’imputato, che all’inizio dell’inchiesta negava, è stata smentita dalla vittima fin dal giorno del massaggio avvenuto l’estate scorsa. Tanto che pure il tentativo, da parte dell'uomo, di scaricare la responsabilità sulla vittima non ha convinto il giudice. Villa, infatti, ha chiesto all’imputato se ritenesse normale che una giovane donna, al suo primo massaggio rilassante, avrebbe acconsentito ai toccamenti di natura sessuale da parte di un perfetto sconosciuto, peraltro senza nemmeno un certificato di capacità come massaggiatore, anche se questo aspetto è emerso durante le indagini e lei non poteva saperlo al momento dei fatti. Nella risposta, l’uomo ha ribadito che la vittima era d’accordo con il suo approccio. Una risposta che ha suscitato perplessità.
La procuratrice ha messo in evidenza i primi tentativi di negare tutto da parte dell’uomo, che in seguito ha parzialmente ammesso i fatti, cercando di far passare la versione del malinteso. Invece, ha sottolineato Canonica Alexakis, la donna non si aspettava un trattamento del genere da un professionista. La reazione della vittima è stata conforme al comportamento di chi ha subito un abuso sessuale: ha chiamato sua madre, la titolare del centro estetico e il suo ragazzo che vedendola nervosa, triste e sotto shock ha sporto denuncia al Ministero pubblico. Secondo la procuratrice, non v’è alcun dubbio: l’imputato ha approfittato della posizione di inferiorità della giovane, che era sdraiata con la testa inserita nell’apposito spazio in una situazione nella quale non era in gradi di reagire, avendo sofferto uno scombussolamento emotivo. Conseguenza di quei cinque atti sessuali, che sono stati commessi dall’uomo in due minuti durante i quali ha perso la testa, sono i trattamenti psicologici ai quali si è dovuta sottoporre la donna. Non è vero che l’imputato è stato provocato, come ha tentato di sostenere, ha aggiunto la procuratrice, che ha definito grave la colpa dell’uomo.
Il giudice, nella breve motivazione della sentenza, si è detto sorpreso che nel 2025 in Ticino si facciano lavorare massaggiatori in centri estetici senza i necessari attestati. Da questo profilo, la pp ha provveduto a inoltrare una segnalazione al Dipartimento della sanità e della socialità. Inoltre, Villa ha manifestato stupore anche per il fatto che l’imputato abbia ammesso gli sbagli senza però comprendere i motivi che lo hanno portato a giudizio. Il giudice non ha creduto alla versione dell’imputato, che ha evocato il consenso della vittima. Poi, Villa ha rimarcato che sono state trovate tracce del cromosoma dell’uomo sui genitali della donna. Dal canto suo, nell’arringa, l’avvocata Samantha Graspi ha tentato invano di chiedere il proscioglimento del suo assistito. Le sue tesi e la sua richiesta di risarcimento di 20’000 franchi per torto morale e per l’ingiusta prigionia del 46enne (che ha trascorso 31 giorni in carcerazione preventiva l’estate scorsa) sono state respinte dal giudice. Villa ha invece accolto le richieste presentate dall’avvocata Letizia Vezzoni, che rappresenta l’accusatrice privata: 4’000 franchi per torto morale, mentre sono state rinviate al Foro civile le successive istanze di risarcimento, legate alle cure psichiatriche alle quali si è dovuta sottoporre la vittima, che sta tuttora seguendo un trattamento.