L’esecutivo cittadino ha comunicato in giornata la decisione presa. Il poliziotto, dal canto tuo, ricorrerà al Consiglio di Stato
Il Municipio di Locarno ha deciso: il poliziotto della Comunale finito nella bufera per presunti atti di esibizionismo durante il servizio sarà licenziato. A comunicarlo è stato lo stesso esecutivo cittadino tramite una nota stampa di poche righe pubblicata in serata, ma la decisione è stata presa già martedì.
L’agente, lo ricordiamo, si era opposto alle dimissioni prospettate dall’esecutivo alla fine di agosto, facendo recapitare sui banchi del Municipio una lettera redatta dal proprio avvocato. Nella missiva inviata il poliziotto aveva definito "arbitraria" la decisione di aprire un’inchiesta amministrativa nei suoi confronti, contestandone dettagliatamente le premesse, le modalità e le conclusioni. Nella vicenda, ricordiamo, non sono emersi finora estremi per una denuncia penale. I comportamenti inappropriati dell’agente (figlio del comandante) erano stati segnalati da alcuni colleghi. Ma non tutto il Corpo di polizia locarnese era unanime nella condanna. Una quarantina di agenti, a inizio settembre, aveva rivolto un appello scritto al sindaco Alain Scherrer e al resto dell’esecutivo chiedendo di ritirare il licenziamento. Ben 38 i firmatari che esprimevano la massima stima nei confronti del collega, sia dal punto di vista professionale che umano. La richiesta però, evidentemente, non è stata accolta.
Il Municipio di Locarno sulla vicenda ha deciso di non rilasciare ulteriori informazioni. Da noi contattato, il sindaco Alain Scherrer ha comunque osservato come la decisione sia stata presa in modo unanime da tutti i municipali. «Non posso nascondere che si sia trattato di una decisione sofferta – ammette –. Si parla di un licenziamento di un dipendente della Città e questo, naturalmente, è un tema delicato per le implicazioni che ciò comporta soprattutto a livello di sentimenti».
Alla precisa domanda se, prima di prendere una decisione di questa gravità, non fosse stato più opportuno attendere l’esito dell’analisi generale relativa al Corpo della Polcomunale di cui si sta occupando, su incarico del Municipio stesso, la ditta esterna Iq Center (con la quale la Città ha già collaborato nel recente passato), Scherrer ha preferito non rispondere.
L’inchiesta amministrativa commissionata dall’esecutivo locarnese all’avvocato ed ex procuratore generale Marco Bertoli era stata avviata in marzo per far luce sulle segnalazioni scritte circa presunti comportamenti inappropriati pervenute all’esecutivo, evidenziando allo stesso tempo un certo malcontento all’interno del Corpo di polizia, manifestatosi anche con la partenza di diversi agenti in poco tempo (si parlava di 12 agenti, ma le cifre sono in seguito state ridimensionate dal capodicastero Sicurezza Pierluigi Zanchi). Lo scorso mese di giugno Bertoli aveva presentato un rapporto intermedio al sindaco e al Municipio, in seguito al quale si era proceduto a una serie di audizioni e incontri con gli agenti e con il comandante Dimitri Bossalini. Anche da queste testimonianze raccolte dall’ex procuratore sono emersi i fatti contestati all’agente, accusato di aver commesso, mentre era in servizio, presunti atti di esibizionismo davanti ai propri colleghi e in particolare nei confronti di una (ora) ex collega.
Un agire nel quale non sono come detto stati riscontrati elementi di rilevanza penale, ma ritenuto tuttavia inopportuno considerata anche la sua funzione. A tal punto da rendere vana la contestazione tanto dell’inchiesta nei suoi confronti, quanto dei comportamenti inappropriati a lui imputati, con le sue osservazioni inviate a Palazzo Marcacci che non sono servite a convincere il Municipio a tornare sui suoi passi riguardo al licenziamento. La storia in ogni caso non finisce qui, in quanto l’avvocato che difende l’agente ha annunciato l’intenzione di presentare ricorso al Consiglio di Stato.