Locarnese

Aeroporto, ‘senza concertazione non si va da nessuna parte’

Alla serata dell’Alba sulle prospettive della struttura locarnese mosse critiche al Cantone, reo di non impegnarsi con convinzione a difesa dello scalo

21 settembre 2022
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"Bisogna fare gioco di squadra. Da soli non si va da nessuna parte!". "Serve una gestione attiva del progetto"; o, ancora, "Occorre che le autorità politiche siano convinte, sennò non si ottiene nulla". Sono, queste, alcune delle osservazioni (critiche) emerse martedì sera, nella sala del Consiglio comunale di Tenero, in coda all’incontro pubblico organizzato dall’Alba (l’Associazione locarnese e bellinzonese per l’aeroporto cantonale) per chiarire quelli che sono limiti e prospettive di questo aerodromo sulle rive del Verbano. Serata che, come ha precisato Davide Pedrioli, già direttore dell’Aeroporto cantonale, voleva essere «uno scambio di opinioni fuori dagli schemi classici del pro e contro». L’incontro (al quale hanno risposto presente diversi piloti, rappresentanti delle istituzioni locali e attori della struttura ma nessun portavoce delle autorità cantonali né degli ambientalisti) è stato introdotto dalla presentazione dello scalo, affidata a Nicola Ravasi, pilota per passione e presidente dell’Aero club Locarno. Dopo aver snocciolato cifre, contenuti e virtù di questo dinamico perimetro, Ravasi è stato chiaro: «Siamo arrivati a un bivio: o rimanere così, o andare un tantino meglio aggiornando le infrastrutture, senza stravolgere la realtà attuale».

‘Muoversi in punta di piedi’

Il presidente dell’Aero club ha pure ricordato gli sforzi profusi «per rendere meno invasiva la nostra presenza al cospetto della popolazione del comprensorio e dell’ambiente protetto, come l’acquisto di aeromobili meno rumorosi, i decolli a potenza ridotta del motore, modifiche ai propulsori e altro ancora. Accorgimenti e misure che richiedono investimenti finanziari anche notevoli agli interessati, per far sì che ci si possa muovere in ‘punta di piedi’ e che l’Aeroporto abbia un futuro.
Ha invece proposto un excursus storico sull’evoluzione territoriale del Piano di Magadino l’altro relatore della serata, l’urbanista e geografo Francesco Gilardi. Il suo ‘viaggio’ dal passato al presente ha messo a fuoco lo sviluppo urbanistico degli ultimi secoli di questo comparto un tempo dominato dal verde e dallo scorrere, libero, del fiume Ticino.«Il Piano di urbanizzazione cantonale (Puc) del 2014 è lo strumento per favorire uno sviluppo armonioso e rispettoso di tutte le sue componenti, Aeroporto incluso. È la piattaforma che può unire tutte le parti attorno a un tavolo di discussione» – ha affermato.

‘Il Cantone non ha fatto i suoi compiti’

Chiusa la parte riservata alle presentazioni, ad accendere la miccia ci ha pensato Davide Pedrioli, rispondendo a una precisa domanda sul progetto di aggiornamento infrastrutturale (mini allungamento della pista, nuove luci), fermo da anni a Berna. «Il Cantone non ha fatto i suoi compiti. Circa tre anni fa il progetto, esaustivo in tutti i suoi aspetti e rispettoso della pianificazione, è partito; i servizi federali latitano, anche se tutto è in regola e non può che essere approvato». Dalla sala un primo intervento, da parte di un rappresentante del mondo agricolo, Claudio Cattori, il quale ha toccato la questione dell’illuminazione della pista, da svecchiare («con la crisi energetica attuale, perché non installare delle luci moderne e tecnologiche che consentirebbero notevoli risparmi?»).
Gianbeato Vetterli, pilota ed esperto di aviazione, ha invece denunciato la scarsa volontà di parlarsi dimostrata dalle associazioni ambientaliste che si oppongono alla modernizzazione delle infrastrutture aeroportuali. Ha poi sottolineato come gli aeroporti odierni siano, un po’ ovunque, dei ‘parchi naturali ben definiti’, ricordando come la vocazione turistica del nostro cantone imponga questo passo. Tiziano Ponti, ex sindaco di Gambarogno e già comandante della Base Aerea di Locarno, ha dal canto suo ribadito il peso delle istituzioni politiche nel contesto del Piano di Magadino, aggiungendo che «il problema delle continue frizioni ambientaliste con l’Aeroporto (tra l’altro riconosciuto come tale nella pianificazione cantonale e federale), è il frutto dell’Inventario federale delle zone palustri (Zona 260) istituito negli anni Ottanta e relativo alle Bolle di Magadino». In pratica si è disegnato il perimetro naturalistico di un’area all’interno della quale era già presente l’Aeroporto.

La politica, questa latitante

Dinnanzi a una situazione di stallo che si trascina, ormai, da decenni, la classe politica (il cui appoggio non è ritenuto sufficiente, come più volte sottolineato in sala) è stata chiamata a dar prova di un maggior sostegno e coinvolgimento. Bixio Caprara, granconsigliere Plr, ha invitato a non riversare tutte le colpe sulle istituzioni e ha chiesto lumi sulla difesa degli interessi dell’Aeroporto cantonale, a Berna, da parte della deputazione ticinese. Il problema di fondo, in questo ambito, è parso di capire, sta proprio tutto nella mancanza di concertazione e determinazione nella gestione del progetto da parte del Cantone.
«Il Ticino ha un’immagine internazionale da difendere, con le sue eccellenze (pensiamo al Festival del film, all’offerta turistica, al Cst di Tenero, ad Ascona e molto altro ancora) che lo rendono unico e appetibile. L’Aeroporto va adeguato a questo compito nel settore del volo commerciale – ha ammonito Renato Borra, imprenditore e appassionato d’aviazione –. Ma è chiaro che c’è qualcosa che non funziona a livello istituzionale. Esiste un problema di fondo che fa sì che siamo allo sbando. L’Aeroporto non interessa a nessuno, è lì da vedere... Per non parlare degli altri problemi del Piano di Magadino, come il collegamento A2-A13. Altrove si investono milioni, qui è un disastro!».
Al contrario di quanto avviene in altri Cantoni i cui politici danno prova d’impegno in prima linea, ha fatto rimarcare Bixio Caprara, «se manca la convinzione e non c’è gioco di squadra non si va da nessuna parte. Dobbiamo cantare tutti la stessa canzone e lavorare uniti».
Appello fatto suo anche da Roberta Passardi, copresidente di Aspasi (Associazione passeggeri aerei Svizzera italiana), la quale ha invitato tutti gli attori delle quattro strutture aeroportuali ticinesi a remare nella stessa direzione e a non curare unicamente il proprio orticello: «La credibilità del Cantone va a scemare se non c’è coordinamento» – ha ammonito.