L’uomo, un confederato, si era tuffato per una nuotata ma non è più riemerso. Partito dal Porto patriziale di Ascona, aveva ‘toccato’ alcune imbarcazioni
È uscito dal Porto patriziale di Ascona nel primo pomeriggio, con la sua imbarcazione, urtando durante le manovre – sembra – uno o più natanti e allontanandosi poi, come se niente fosse, in direzione delle rive del Gambarogno, dove dopo essersi tuffato in acqua per una nuotata non è più risalito. Forse vittima di un malore.
L’uomo protagonista della tragica avventura è un 83enne confederato, proprietario di un natante con posto barca da oltre un decennio all’interno della struttura asconese. A detta di alcuni testimoni, al momento di levare gli ormeggi si presentava in uno stato poco lucido. Prova ne è che non si è nemmeno fermato malgrado abbia ‘toccato’, con lo scafo della sua barca, altre imbarcazioni.
A bordo, con l’83enne, c’era la moglie. È stata lei a dare l’allarme, quando s’è resa conto che il marito, tuffatosi nel lago, non stava riemergendo. I soccorritori sono stati allertati poco dopo le 15, in zona Vignascia a Vira Gambarogno, ha precisato la Polizia cantonale in un comunicato.
Le ricerche condotte fino a sera dai sub della Polizia lacuale non hanno dato esito. Nella zona della scomparsa, a circa 500 metri dalla riva, il lago è profondo oltre un centinaio di metri. Per questa ragione le ricerche dell’anziano proseguiranno nei prossimi giorni in collaborazione con agenti della Polizia cantonale di Ginevra e con l’ausilio di apparecchiature specialistiche, scrive sempre la polcantonale.
Per prestare sostegno psicologico alla moglie è stato richiesto l’intervento del Care Team. L’imbarcazione, ci è stato confermato, è stata condotta nel porto di Ascona dagli agenti.