laR+ Locarnese

Gordola, il percorso alternativo per le bici non si trova

Il Municipio risponde all’interpellanza che chiedeva un tracciato più sicuro in collina, in direzione diga della Verzasca. Proposta che non convince

9 agosto 2022
|

Una percorso ciclabile alternativo per coloro che, da Gordola, salgono in direzione della diga della Verzasca? Idea buona, ma forse non realizzabile in questi termini. In ogni caso da approfondire. Così, in sintesi, il Municipio di Gordola risponde all’interpellanza presentata negli scorsi mesi dal consigliere comunale Davide Gianettoni (e sottoscritta dai colleghi Alberto Togni, Daniela Pusterla Hörler e Joelle Matasci) con la quale si invitava l’Amministrazione a realizzare un tracciato alternativo più sicuro per le due ruote in quel primo tratto di strada in salita che dall’abitato conduce verso la valle. Una variante alla cantonale che permetterebbe di evitare rischi ai numerosi ciclisti che la percorrono, confrontati con un forte traffico motorizzato in collina. L’idea degli interpellanti, lo ricordiamo, era quella di sfruttare un percorso che si snoderebbe da via delle Scuole attraverso via Sasso Misocco, via Loco Coste e via Passaroro. Nella sua parte finale, il tracciato sbucherebbe appena sopra la diga, bypassando i tornanti sottostanti. Per completare questa pista nella parte alta sarebbero necessari interventi su un tratto di 350 metri, oggi adibiti a sentiero.

La soluzione proposta ‘sposta’ solamente il problema

Il Municipio, ben cosciente della criticità, nell’ultima seduta di Cc ha confermato che "l’accesso, ma anche la percorrenza ciclabile della Valle Verzasca è sicuramente un tema sentito e problematico soprattutto d’estate. Inoltre questo si è sicuramente ampliato con il sempre più frequente utilizzo delle biciclette elettriche le quali, se da una parte offrono un’alternativa ecologica anche ai ciclisti improvvisati per la scoperta della valle, dall’altra creano una difficile convivenza con il traffico veicolare. Visto il calibro stradale per autopostali, camion, ma anche per gli autoveicoli non è sempre facile eseguire un sorpasso sicuro, tra tornanti e curve".
Per questo motivo il Municipio (tramite il capo dicastero Nicola Domenighetti) ha nuovamente sottoposto la problematica alla Fondazione Verzasca quale possibile tematica da sviluppare, "anche se occorre dire che questo tema è negli ultimi anni stato parecchie volte al centro delle discussioni assieme al forte afflusso turistico durante i caldi fine settimana d’estate".
Per quanto riguarda l’eventuale investimento legato al completamento dei 350 metri segnalati nell’interpellanza, "senza entrare nel tema costi, una soluzione sarebbe effettivamente tecnicamente possibile". Il timore del Municipio, tuttavia, è che questo percorso vada a "creare ulteriori problematiche sulle strade comunali alternative citate, il cui calibro è ancora più ridotto che via Valle Verzasca". Timori condivisi tra l’altro anche dall’interpellante. "Per questo motivo al momento il Municipio ritiene dunque di non dover approfondire tale proposta, nondimeno per il tramite della Fondazione Verzasca e/o l’Ers, sarà premura rimarcare ancora una volta la necessità di trovare delle soluzioni valide per l’accesso alla Valle Verzasca da parte della mobilità lenta, cercando se del caso di limitare quella turistica veicolare di giornata".

Non c’è margine di manovra

Sul tema abbiamo chiesto un parere al responsabile dell’Antenna Verzasca, che fa capo all’Ente regionale di sviluppo del Locarnese (Ers-Lvm), Saverio Foletta: "Quello della difficile convivenza tra ciclisti e traffico motorizzato sul tratto che conduce alla diga è un argomento che abbiamo più volte discusso. La situazione di criticità si è accentuata negli ultimi tempi con il boom delle bici elettriche. In alcuni periodi dell’anno, a forte traffico (con bus, camper, autopostali) l’incrocio diventa alquanto problematico. Allargamenti del campo stradale, data la morfologia del territorio, sono difficilmente attuabili. Ritengo altrettanto difficile pensare a percorsi alternativi. Anche volendo salire da Tenero-Contra, sull’altro versante della valle, poi si porrebbe il problema di raggiungere e attraversare la diga per immettersi nuovamente sulla cantonale. Ufficialmente posso confermare che non vi sono, al momento, studi o mandati al riguardo. Mi auguro che si possa giungere a una soluzione, ma non nascondo che non sarà cosa evidente».

Leggi anche: