Segnalata una nuova predazione ai danni di un gregge al confine con la Formazza. Mancano all’appello diversi ovini
Non c’è tregua per gli animali da reddito al pascolo in alta Vallemaggia. È di queste ore la segnalazione di un nuovo attacco del lupo ai danni di un allevamento. Stavolta il fatto è avvenuto in alta Val Bavona, sull’Alpe d’Antabia. Un’area prativa e boschiva dove, secondo il fondatore di Montagna Viva, Germano Mattei, al momento si trovano circa 400 ovini al pascolo. Una decina quelli dell’agricoltrice di Sobrio (Leventina) Giulia Giugliemma aggrediti e uccisi dal canide selvatico, ma oltre una ventina di esemplari manca all’appello, secondo le prime informazioni. Naturalmente gli allevatori di bestiame, allarmati tramite il dispositivo di prevenzione telefonico, sono molto preoccupati di questa ennesima predazione. E attendono contromisure efficaci da parte di Berna e Bellinzona.
Germano Mattei fa intanto sapere che è giunta una risposta della consigliera federale Simonetta Sommaruga, alla lettera dell’Associazione Svizzera per la protezione del Territorio dai Grandi Predatori. Sommaruga spiega che il Consiglio federale "è pienamente cosciente della grave situazione", ma crede che non sia ancora il momento per un Decreto federale urgente". Risposta indigesta al coordinatore di Montagna Viva, che si chiede "quando mai sarà il momento, a sto punto?" . L’autorità federale comunque rassicura che "vi saranno nuove misure per il 2023, con la revisione della Legge sulla caccia che avanza in seno alle Camere e che potrebbe entrare in vigore nel 2024/2025, referendum permettendo". Il Consiglio federale ha sottoposto a Strasburgo l’incarto di revisione della Convenzione di Berna. Tema affrontato nella prossima seduta plenaria d’autunno.