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Tegna: quel tesoro verde da valorizzare

Il querceto nei pressi del campo sportivo, un unicum dal profilo naturalistico, è al centro di un progetto selvicolturale di recupero e sfruttamento

24 maggio 2022
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Le querce sono tra le specie arboree più comuni che si trovano nelle foreste, ma il loro numero sta diminuendo un po’ ovunque. Dal profilo naturalistico questi maestosi alberi (considerati i più importanti sin dai tempi più antichi, tanto da essere definiti "re degli alberi e l’albero dei re") sono confrontati, negli ultimi decenni, con una proliferazione ormai fuori controllo delle specie neofite invasive.

Per aiutarle a recuperare il loro antico splendore, ecco che a Tegna il Patriziato (ente esecutore), d’intesa con l’Ufficio forestale dell’8°circondario ha avviato, negli scorsi tempi, un intervento selvicolturale che interessa, da vicino, proprio uno dei querceti di maggior valore del territorio ticinese. Un unicum ambientale che, tra l’altro, ben si inserisce nel progetto portato avanti dall’ingegner Giovanni Monotti che prevedeva varie misure di valorizzazione della biodiversità lungo tutto l’argine dei fiumi Maggia e Melezza. Non da ultimo anche la creazione di corridoi faunistici.

Il querceto di Tegna si trova in prossimità del campo sportivo e della pista ciclabile d’interesse cantonale recentemente migliorata, all’interno del triangolo costituito dalla confluenza dei due corsi d’acqua citati. L’obiettivo del lavoro è di riportarlo allo stato precedente l’alluvione del 1978.

Un’area di svago

Il comparto boschivo di circa un ettaro è popolato, oltre che da questi alberi (un’ottantina in totale, di notevoli dimensioni), anche da tigli secolari. Purtroppo l’abbandono dello sfruttamento agricolo del bosco ha favorito lo sviluppo di un ricco sottobosco e, come detto, l’arrivo di neofite e laurofille. Il pratico accesso all’area, oltre che a facilitare i lavori, rende il comparto attrattivo sia dal punto di vista dello svago, sia da quello di una gestione agricola futura. Al termine (imminente) dei lavori selvicolturali, infatti, ai piedi delle querce il fondo potrà essere falciato o sfruttato per il pascolo del bestiame, impedendo così la crescita di piante invasive (come le palme) che hanno colonizzato in maniera manifesta i boschi nelle vicinanze.

I pipistrelli e il loro habitat

Il valore naturalistico dell’area del querceto non si limita alle sole piante verdi. Esso rappresenta, infatti, un’area di caccia potenzialmente interessante per varie specie di pipistrelli, due delle quali sono particolarmente protette in Ticino: il vespertilio di Bechstein e il vespertilio maggiore, entrambe iscritte sulla lista rossa di quelle a rischio. La loro presenza è stata rilevata ancora di recente nell’area toccata dal progetto e per questa ragione sono oggetto di un piano di monitoraggio e cura, in modo da favorirle e conservarle.

Proprio tra le chiome delle querce, ricche di artropodi, i chirotteri riescono a procurarsi cibo e trovarvi rifugio. Ma non sono unicamente i pipistrelli a trarre beneficio da questi vegetali d’alto fusto. Vi è infatti tutta una serie di altre specie legate ai boschi planiziali aperti che possono sfruttarne l’habitat, come il picchio verde, il torcicollo (altra specie prioritaria su scala nazionale), il codirosso, l’upupa, il frosone e il pigliamosche, solo per ricordarne alcune.

Gli interventi e il coinvolgimento della Fondazione Il Gabbiano

I lavori ormai prossimi alla conclusione hanno comportato l’eliminazione delle piante estranee insediatisi, la potatura delle querce, il livellamento del terreno, la messa a dimora di nuove piante in sostituzione dei vecchi alberi e il recupero della cotica erbosa. La posa di un pannello informativo destinato ai passanti e di alcune panche sulle quali sostare a contemplare la natura, in uno scenario di grande impatto non riscontrabile in altre parti del cantone, completano gli interventi. Da segnalare, non da ultimo, che a dar man forte ai tagliaboschi dell’Azienda forestale di Losone sono scesi in campo i giovani della Fondazione Il Gabbiano/Struttura Midada di Muralto. Un’esperienza lavorativa sicuramente utile e arricchente per tutti i partecipanti.

Due parole, in fine, sui costi: il progetto ha richiesto un investimento complessivo di 57mila franchi e beneficerà di sussidi cantonali e federali. Un contributo significativo è giunto anche dal Fondo svizzero per il paesaggio. Quanto alla gestione della superficie nel tempo, dovrebbe essere assunta dall’azienda agricola "Cura del paesaggio", di Pascal Mayor.