Terminato il progetto di rivalorizzazione di un’area di 10 ettari. Promotore dei lavori è stato il Patriziato di Sigirino
Ospita le quattro specie di quercia presenti in Ticino. Quello del Monte Barro, una superficie di circa 67 ettari situata tra i Comuni di Monteceneri (Sigirino) e Torricella-Taverne, a un’altitudine media di 651 metri, è un unicum a livello nazionale. Un’area di 10 ettari, quella che ospita le specie di quercia endemiche presenti in Svizzera (ovvero rovere, farnia, roverella e cerro), è stata recentemente oggetto di un progetto di rivalorizzazione che ha visto come ente promotore il Patriziato di Sigirino, presieduto da Dave Pedevilla, in collaborazione con Torricella Taverne e il 5° Circondario forestale. «Il progetto è praticamente terminato e già fruibile anche dalla popolazione – spiega Marco Cattani, municipale di Monteceneri –. Il Municipio ha sempre sostenuto questo tipo di opera proposta dai Patriziati del nostro Comune». Oltre al recupero della selva, il progetto realizzato dalla EcoControl Sa di Lugano ha portato alla posa di una fontana per l’acqua potabile con relativa condotta d’adduzione, diversi tavoli in legno con le rispettive panchine, pannelli informativi e la realizzazione di due piccoli stagni. Gli interventi, aggiunge Cattani, «hanno permesso di ripristinare quel promontorio dove negli scorsi secoli gli abitanti di Taverne e Sigirino portavano il loro bestiame a pascolare. Pascolo particolarmente adatto ai maiali che potevano nutrirsi con le ghiande delle querce. Durante i lavori sono stati tagliati e recuperati circa 25mila quintali di legno di piante, che assieme a malerbe, avevano invaso il querceto, sul terreno riseminato adesso ci sono pecore e capre di due aziende agricole dei due Comuni che vengono fatte pascolare». Per rendere l’area più accessibile alla popolazione, «è stato creato anche un piccolo spazio di ristoro, con una fontana che servirà anche ad abbeverare gli animali». La fontana in granito, come spiegato nella relazione tecnica che ha accompagnato la domanda di costruzione, si trova nei pressi della sommità (a 640 metri). Le acque del troppo pieno verranno sfruttate per alimentare un piccolo stagno creato ex novo nelle vicinanze (5 metri di diametro e 50 centimetri di profondità). Sul versante esposto a sud, invece, in prossimità di una depressione naturale del terreno, è stato creato un piccolo biotopo di circa 50 metri quadri (profondità massima 50 centimetri) che potrà offrire un habitat ideale per alcuni anfibi, come la rana rossa e la salamandra pezzata.
I sentieri presenti all’interno e nelle immediate vicinanze dell’area sono stati oggetto di interventi di sistemazione puntuale. Il progetto ha invece portato alla creazione di un breve percorso didattico di circa 600 metri dedicato alle querce, con la posa di quattro pannelli didattici riguardanti le specie citate. Il nuovo percorso ha permesso inoltre la creazione di una rete escursionistica circolare in corrispondenza della cima del Monte Barro. «Una volta collaudato – aggiunge Cattani – anche questo sentiero entrerà a far parte della nostra guida digitalizzata per sentieri in 3D, sotto forma di applicazione per smartphone, perché si tratta di un posto interessante, uno dei tanti che abbiamo sul territorio di Monteceneri, da far conoscere anche a livello turistico». A completare l’offerta ci sarà anche un’altalena gigante voluta dal Patriziato di Sigirino. La domanda di costruzione presentata nel mese di aprile non ha infatti incontrato opposizioni. L’altalena sarà posizionata nei pressi della vetta e, grazie alla sua posizione strategica, permetterà di ammirare la piana del Medio e l’Alto Vedeggio.
Il preventivo presentato al Consiglio di Stato nel 2018, con la richiesta di un sussidio cantonale e federale per le opere selvicolturali di recupero e valorizzazione della selva di querce del Monte Barro ammontava a 613mila franchi. "Riconosciuto il valore storico-culturale, paesaggistico, naturalistico e ricreativo di questi interventi", si legge nella decisione, il Cantone ha fissato il sussidio complessivo (cantonale e federale) in 242’425 franchi. Contributi sono arrivati anche da vari enti e associazioni che operano sul territorio. Tra questi ci sono l’Ente regionale di sviluppo del Luganese, i Comuni di Monteceneri e Torricella-Taverne, il Wwf e l’Ufficio caccia e pesca.