Proposti sulla montagna due nuovi percorsi per appassionati che raccolgono l’avallo di massima dei Patriziati proprietari dei terreni e della Cit
Due nuovi itinerari per le "mountain bike" nella zona di Cimetta e Cardada sono stati presentati dall’Organizzazione turistica regionale Lago Maggiore e Valli (Otlmv) a tutti gli attori interessati e si avviano alla pubblicazione per l’ottenimento della licenza edilizia. Uno riguarda la sistemazione e la rivalutazione del sentiero cosiddetto della Bassa di Cardada, con tanto di "anello" all’Alpe Cardada, in zona Stallone, funzionale anche all’utilizzo dell’omonima capanna; l’altro prevede la discesa da Cimetta in direzione della Capanna Cardada e da lì la possibilità di scendere fino a Colmanicchio. Alla "Regione" lo anticipa il direttore operativo dell’Otlmv, Benjamin Frizzi, che spera, con quello che definisce «un passo epocale», di mettere la parola fine a un fin troppo lungo periodo di incomprensioni vissute in montagna riguardo al tema – turisticamente sempre più attuale – delle possibilità concrete, e dedicate, concesse al nutrito stuolo di appassionati di rampichino.
«Mi sento di affermare che l’ambiente a Cardada e dintorni è ora molto sereno e la cosa mi rende felice. Lo dico anche in relazione alla tempistica di un precedente servizio giornalistico, in cui il Patriziato promiscuo si lamentava per le scelte dei "biker" di utilizzare i suoi terreni per raggiungere l’Alpe Cardada e lo Stallone da Cimetta, nonché per la mancanza di alternative valide e dedicate. Beh, in quel periodo stavamo proprio lavorando su quelle alternative, che ora sono state trovate e sembrano godere di ampia approvazione».
Concretamente, dice Frizzi, «abbiamo incontrato tutti i numerosi portatori di interesse, fra cui soprattutto i proprietari di terreni presenti sulla montagna. Si tratta dei Patriziati promiscui (Brione s/Minusio, Minusio e Mergoscia), di Solduno, Avegno e Muralto e della Corporazione Borghese di Locarno. A loro, naturalmente, va aggiunta la Cardada impianti turistici. Lo scopo era presentare i nostri due progetti iniziali. Anche se, come ci aspettavamo, ci sono stati dei distinguo nei "gradi" di approvazione, la buona notizia è che da parte di tutti v’è stata grande apertura a quella che potremmo definire "l’entrata in materia"».
Ciò consente all’Otlmv di procedere con una domanda di costruzione con procedura preliminare informativa all’indirizzo del Cantone, attesa nel giro di qualche settimana. «Poterlo fare con l’accordo di massima dei proprietari dei terreni è senza alcun dubbio un bel vantaggio – considera Frizzi – poiché all’autorità cantonale possiamo dire di avere, oltre alla volontà di agire, le persone giuste per procedere e i finanziamenti (che abbiamo accantonato apposta), anche la carta del consenso, che è fondamentale». Lo è a maggior ragione – aggiungiamo noi – se consideriamo quanto sensibilità diverse, esigenze spesso contrapposte e paletti vari abbiano concorso, negli anni scorsi, a inceppare il meccanismo necessario a creare risposte adeguate a richieste di settore sempre più pressanti. Risposte che, per altro, come sottolinea il direttore operativo dell’ente turistico, «sono state sviluppate su carta con esperti del settore, impiegando del tempo e investendo nella speranza di giungere finalmente a presentare qualcosa di realizzabile e apprezzabile».
Non è certamente estraneo allo sblocco della situazione il grimaldello della modifica della Legge sui percorsi pedonali e i sentieri escursionistici, attualmente in consultazione. «Questo è certo – conferma Frizzi – come lo è il fatto che l’obiettivo primario dell’Otlmv è dare finalmente ai "biker" delle possibilità sicure e "canalizzate" per scendere da Cimetta». Possibilità che il territorio suggeriva e che gli approfondimenti effettuati dai tecnici hanno confermato come attuabili. «La prima si estende per così dire lungo la Bassa di Cardada, ovverosia il vecchio sentiero situato ai piedi della Trosa, che conduce all’Alpe Cardada. L’idea è di creare anche un anello di congiunzione tra il percorso e la Capanna Stallone, per consentire ai "biker" di usufruire dei servizi di ristorazione. L’itinerario prosegue poi sulla pista, già esistente, che scende verso la Val Resa» (ovverosia quella che il Patriziato promiscuo intendeva chiudere se non fossero stati approntati percorsi alternativi a quello "diretto" finora troppo spesso utilizzato, che da Cimetta scende all’Alpe Cardada, passando dai terreni patriziali). «L’altra opzione riguarda l’altro versante e interessa i terreni del Patriziato di Avegno; da Cimetta si prevede la costruzione di un trail che si collega al cosiddetto "palo 5" della seggiovia – prosegue Benjamin Frizzi – e da lì prosegue sulla pista esistente fino alla Capanna Cardada. Da cui, attraverso il bosco, scendere a Colmanicchio, così da creare un tracciato da fare e rifare più volte, risalendo comodamente in seggiovia. E, "ça va sans dire", ciò va non solo a vantaggio dei "biker", ma anche della Cit, per la quale si creerà un indotto importante».
Frizzi aggiunge una riflessione importante, e cioè che «la nuova situazione, con itinerari fatti a regola d’arte, con difficoltà diversificate, determinerà automaticamente le scelte degli appassionati, che non avranno più alcun motivo per avventurarsi a casaccio su terreni inidonei e soprattutto privati, ma neppure su itinerari pedonali frequentati da famiglie con bambini e magari anche cani, dove la convivenza può essere molto problematica, potenzialmente pericolosa e comunque tale da scontentare tutti». Concludendo, il direttore operativo dell’Otlmv mette l’accento sull’impatto zero delle nuove realizzazioni: «Non si porta su niente, tutto verrà creato con sassi e terra trovati in loco, valorizzando il magnifico territorio che abbiamo a disposizione».