Nello spazio espositivo di Loco la mostra dedicata al Novecento in valle si sofferma su questa particolare immigrazione. Sabato la stagione riparte
Il lavoro dei boscaioli, gli attrezzi da loro usati per lavorare il legname, esaurienti foto testimonianza di quanto fosse diffusa e dura la vita dei taglialegna nell’Onsernone. A questa attività, che ha segnato lo sviluppo della vallata nel corso dei decenni, il piccolo e attrattivo Museo Onsernonese ha dedicato, lo scorso anno, una mostra temporanea dal titolo ‘Vita da boscaiolo – dal troncon e la sovenda, alla motosega e l’elicottero’. Ebbene l’interesse suscitato da questa proposta ha convinto i responsabili della struttura espositiva a riproporla al pubblico, nella sede di Loco, anche quest’anno.
All’esito positivo di questa iniziativa si accompagnano, in sede di bilancio, anche la conclusione del progetto ‘Onsernone ieri e oggi: il Novecento’ e la ricostruzione del canale d’adduzione dell’acqua del mulino. Temi dei quali si è discusso giovedì, in occasione dell’Assemblea del Museo Onsernonese. Mattia Dellagana, curatore della programmazione, nel suo intervento ha ricordato in entrata il riallestimento completo dell’intero secondo piano di Casa De Giorgi, spazio in passato dedicato alle mostre temporanee, oggi parte integrale del percorso permanente del Museo. Il pubblico può continuare il suo viaggio nella storia della valle addentrandosi, appunto, al secondo piano della sede, nel passato più recente dell’Onsernone: il Novecento.
Da osservare, al riguardo, che è stato creato un allestimento che mette in relazione la storia della valle nel corso del secolo scorso con una delle principali particolarità che distingue l’Onsernone dalle altre vallate (pre)alpine: l’immigrazione che nel corso del Novecento ha portato in valle sia importanti personalità del mondo culturale europeo, sia rappresentanti di subculture progressiste (o regressive), i cosiddetti ‘Neorurali’, rappresentanti di una reazione alla crisi sociale e morale della città. Decisi a incoraggiare l’abbandono della società dei consumi, in gran numero raggiunsero e si stabilirono nei piccoli paesi della valle che si andavano spopolando.
La presentazione di questo particolare fenomeno immigratorio – finora assente nella mostra permanente del Museo – costituisce, come ha spiegato Mattia Dellagana, il filo conduttore lungo il quale nella seconda sala è stato illustrato il Novecento Onsernonese.
In questo spazio non ci si è limitati a ricordare le persone giunte in valle nel corso degli anni, ma si è voluto illustrare il contesto sociale, economico e ambientale, nonché le relative interdipendenze tra le diverse fasi di questo fenomeno immigratorio e le trasformazioni avvenute in valle nel corso del XX secolo. Il tema dell’immigrazione è diventato così una nuova chiave di lettura della storia più recente: com’era l’Onsernone ai tempi in cui Aline Valangin riceveva i suoi ospiti nel palazzo della Barca? Com’era la valle quando Max Frisch acquistò una proprietà a Berzona? O quando dal Nord delle Alpi giunsero frotte di ‘alternativi’?
Il progetto ha visto ugualmente concludersi il perfezionamento, lo sviluppo e la promozione del Manuale digitale presentato al pubblico nell’autunno del 2019. In modo particolare, è stata concretizzata la possibilità di accedere e consultare i contenuti della ricerca tramite un accesso online, creando così i presupposti per facilitarne la lettura.
Per ciò che attiene il canale d’adduzione in pietra del Mulino di Loco (stabile di proprietà del Museo), danneggiato dalle intemperie dell’inverno 2020-2021, grazie agli sforzi intrapresi si è potuto avviare il lavoro di sistemazione provvisoria e raccolta fondi, in modo da assicurare il funzionamento della ruota e della macina, dalla quale si produce la farina poi messa in commercio. Per questi interventi, lo ricordiamo, sarà necessario investire circa 190mila franchi. La ricerca fondi ha permesso in tempi brevi di riunire quasi il 70% dell’importo totale, ciò che ha consentito d’iniziare subito i lavori. Nel corso dei primi mesi di quest’anno, il cantiere è entrato nel vivo. L’intervento dovrebbe essere portato a termine nel corso della tarda primavera.
Lo scorso anno, infine, è proseguita pure la campagna di restauro delle opere dell’artista Carlo Agostino Meletta, con il recupero conservativo di quattro tele del pittore onsernonese.
Inserito nel tessuto culturale e delle proposte turistiche della vallata grazie anche alla rete di relazioni che ha saputo attivare nel tempo, il Museo Onsernonese, presieduto da Maria Rosaria Regolati Duppenthaler è apprezzato per la sua spinta creativa e la programmazione ricca d’idee in grado di valorizzare il passato e le testimonianze storiche da una parte, ma anche guardare al futuro, volgendosi ai nuovi sviluppi dell’arte contemporanea e delle ricerche multimediali sui beni culturali.
Segnaliamo, in conclusione, che per promuovere al meglio la propria offerta da sabato, giorno di apertura e per tutta la stagione 2022, l’entrata al museo sarà libera (idem al Mulino di Loco). Per almeno un anno cadrà così anche l’eventuale "barriera" del biglietto d’entrata, facendo di questo piccolo gioiello uno dei pochissimi musei gratuiti del nostro cantone.