Il vicepresidente della Specola solare ticinese Renzo Ramelli e il direttore Marco Cagnotti rendono omaggio al collega scomparso
«In Ticino ha trasmesso la sua passione per l’astronomia a tante persone di diverse generazioni. Non era solo un osservatore preciso e scrupoloso, ma era anche un divulgatore, capace di spiegare e di passare le sue conoscenze». Renzo Ramelli, presidente dell’Associazione Specola solare ticinese ricorda così Sergio Cortesi, che si è spento sabato scorso, 18 dicembre, a 89 anni.
Cortesi è stato presidente della Società astronomica ticinese (Sat, ora presieduta da Ramelli) e direttore della Specola solare, stazione di riferimento internazionale nello studio delle macchie solari. Classe 1932, luganese di nascita e locarnese d’adozione, Cortesi ha dato un grande contributo alla ricerca astronomica svizzera.
«Un uomo simpatico e una persona gentile; fino all’ultimo si è messo a disposizione per l’osservazione del sole – prosegue Ramelli –. Si è occupato del rilievo delle macchie solari giornalmente, dal 1957 fino a poco tempo fa. Quando c’era bisogno, magari di sabato, veniva alla Specola e lo faceva ancora volentieri. Ci ha lasciato una grande eredità di conoscenza. Posso aggiungere che per l’impressionante e preziosa serie di dati, raccolti dal 1957 ad oggi alla Specola, è iniziato un progetto di archiviazione con il Politecnico di Zurigo: saranno digitalizzati e quindi conservati e valorizzati».
L’apporto di Cortesi era anche tecnico: «Grazie alla sua formazione nel campo dell’ingegneria, aveva delle ottime conoscenze che usava per riparare e far funzionare al meglio le apparecchiature del nostro istituto».
Sul sito della Specola, che ha dato notizia della scomparsa dell’astronomo ticinese, viene ricordato come “decano dell’astronomia professionale e amatoriale in Ticino, con 64 anni di attività nell’osservazione del sole, erede della tradizione di Zurigo che, in 170 anni di ricerche e misure, da Wolf, Wolfer, Brunner e Waldmeier portava fino a lui, fra i fondatori e poi a lungo presidente della Società astronomica ticinese”.
«Lo conoscevo da 40 anni – ricorda Marco Cagnotti, attuale direttore della Specola –. Per me è stato un mentore, un maestro, una guida, un amico, un collega, un ex capo e un collaboratore. Abbiamo avuto molte convergenze e qualche incomprensione. Era una persona umanamente e culturalmente ricca. Da una parte si potrebbe dire che era “sposato” alla Specola e ogni giorno il suo pensiero era “chi fa le osservazioni oggi?”; dall’altra, va pure detto che aveva anche interessi di tipo filosofico e una profonda spiritualità. Mancherà anche per quanto ha dato alla collettività, come capostipite dell’astronomia in Ticino, come fondatore della Sat e come animatore e divulgatore scientifico».
La Rsi nel 1982 gli aveva dedicato il documentario-intervista “Solstizio d’inverno” (poi riproposto anni dopo all’interno di Superalbum). L’astronomo, che nelle immagini è affaccendato agli strumenti della Specola, spiega di come il sole sia un elemento d’importanza primaria per la vita. Con un linguaggio accessibile racconta l’attrattività dell’astro, delle macchie e delle eruzioni solari e delle conseguenze sulla Terra di questi squilibri. Ma anche dell’importanza dell’osservazione dei processi fisici che avvengono sulla stella al centro del nostro sistema solare.
Nato a Lugano nel 1932, di famiglia ticinese, ha svolto gli studi nella città sul Ceresio, fino alla scuola tecnica superiore; in seguito ha lavorato in uno studio d’ingegneria, occupandosi pure della direzione lavori sui cantieri. Già da ragazzo ha manifestato una predilezione per le materie scientifiche, con passione per la chimica e la miscroscopia (si era costruito da solo un microscopio). Quasi per caso si è accostato alla realizzazione di telescopi e quindi all’astronomia. A quel tempo, i suoi studi e le sue osservazioni hanno suscitato l’interesse di altri astronomi: Cortesi viene perciò incitato a pubblicare i risultati del suo lavoro, facendosi conoscere nell’ambiente.
La Specola solare a Locarno Monti, come stazione a Sud delle Alpi dell’Osservatorio federale di Zurigo è stata costruita nel 1957. All’astrofilo ticinese, che si era fatto apprezzare nel settore, è affidato l’incarico di osservatore. Quello che prima era stato un hobby, diventa così una professione. Osservazioni e fotografie quotidiane del sole che, mensilmente, Cortesi invia a un centro mondiale di raccolta dei dati, presso l’Osservatorio Reale del Belgio. Una parte del suo tempo è stata dedicata alla divulgazione dell’astronomia: con lui la Sat, nell’ambito delle diverse attività, ha organizzato per decenni serate di osservazione per il pubblico, corsi di astronomia e conferenze.