Nel Pedemonte il Municipio risponde a un’interrogazione del Ppd e rende noti i dati di un questionario sul tema. Scarsa la rispondenza
La conciliabilità tra famiglia e lavoro condiziona oggi più che mai la vita sociale. L’assenza, sul territorio, di servizi di cura per l’infanzia, l’impossibilità, non di rado, di ricorrere al part-time e di usare in modo flessibile l’orario di lavoro, si ripercuotono negativamente sul benessere dei genitori, costretti a rocambolesche imprese per incastrare tutti gli impegni della giornata. Per questo da anni le autorità si sforzano di attuare politiche di conciliazione lavoro-famiglia. Un tema, questo, che ha spinto il gruppo Ppd delle Terre di Pedemonte a presentare, al Municipio, la scorsa estate, un’interrogazione. Atto parlamentare che si rifà a un questionario inviato dal Municipio un anno prima, nell’estate 2020, ai genitori con figli tra gli 0 e i 15 anni, intitolato “Indagine sui bisogni delle famiglie con figli dai 0 ai 15 anni in cui i genitori lavorano - concilibilità tra tempo di cura e tempo di lavoro/formazione”. Secondo il gruppo Ppd, “si tratta di un’iniziativa lodevole, perché anche nelle Tre Terre sempre più giovani famiglie sono confrontate con le difficoltà di assicurare un’adeguata cura dei figli durante il tempo di lavoro”. Purtroppo, però, i risultati di questa indagine sono arrivati solo in queste settimane. Un ritardo che ha dunque spinto la formazione politica pipidina a chiedere spiegazioni all’Esecutivo. In particolare su quelli che sono ritenuti gli interventi più utili da attuare (refezione scolastica, orario scolastico continuato, dopo scuola, asilo nido ecc.).
Nella sua risposta, il Municipio, a mo’ di premessa richiama l’attenzione su quello che è un progetto allo studio da un po’ di tempo con i vicini delle Centovalli e dell’Onsernone, dove un’analoga indagine tra le famiglie è stata condotta. Come già riferito su questa testata, si stanno gettando le basi per creare un istituto scolastico unico che raggruppi i tre attuali, così da trovare soluzioni concordate al problema. Nel Pedemonte, purtroppo, la rispondenza al questionario è stata bassa (su 221 formulari solo 67 sono rientrati, vale a dire il 30%). Le famiglie che riscontrano difficoltà nel conciliare lavoro e tempo da dedicare alla cura dei figli sono 19 su 67, nemmeno il 30% quindi. Le maggiori criticità sollevate dalle coppie riguardano, in egual misura, gli orari incompatibili, l’offerta di servizi sul territorio limitata, la lontananza dal luogo di lavoro, la mancanza di posti in strutture apposite. A livello di servizi comunali offerti alle famiglie, dal sondaggio spiccano la refezione scolastica, il trasporto degli alunni, l’orario continuato (7-18), il dopo-scuola e pure l’attività durante le ferie.
Alla precisa domanda del Ppd su come il Municipio valuta la situazione nel comprensorio, l’Esecutivo fa sapere di aver chiesto informazioni pure alla direzione dell’Istituto scolastico. “L’esiguo numero di risposte pervenute da parte di mamme e papà lascia comunque intendere che quella della conciliabilità lavoro-famiglia sia una difficoltà poco presente”. D’intesa con Decs, ispettorato scolastico e Comuni vicini, l’Amministrazione pedemontana guarda comunque con fiducia all’Istituto unificato, dal quale nei prossimi anni potrebbero emergere soluzioni condivise per migliorare l’offerta di servizi alle famiglie.
Non è assolutamente soddisfatto della risposta del Municipio il gruppo Ppd autore dell’interrogazione, il quale ritiene che ai problemi delle famiglie andassero riservati ben altro riguardo e attenzione, ancora di più nella delicata situazione derivante dalla pandemia Covid.
“Affermare che 19 segnalazioni di necessità su 67 formulari rientrati non meritano si affronti e approfondisca meglio il tema sembra un segno di scarsa sensibilità sociale: quella che viene tanto proclamata nelle campagne elettorali ma poi subito dimenticata nell’agire reale. Sostenere che le famiglie dovrebbero rivolgersi alla direzione delle scuole ci sembra pure un’affermazione poco accorta: non si tratta infatti dei problemi scolastici, ma di quelli sociali. Il nostro gruppo non si arrende qui e continuerà a promuovere i valori della famiglia e il sostegno di quelle meno abbienti”, concludono i firmatari.