Elementi di sviluppo della regione e nuove sfide all'orizzonte: intervista al neopresidente dell'Ente regionale per lo sviluppo di Locarnese e Vallemaggia
A leggerli tutti insieme ci si rende conto della mole di lavoro portata avanti in dodici anni. Gli oltre trecento progetti sostenuti dall'Ente regionale per lo sviluppo di Locarnese e Vallemaggia (Ers-LVM; nato nel 2009) sono tanti, davvero tanti, e vanno a comporre quel mosaico regionale che viviamo ogni giorno. Sì perché il territorio di Locarnese e Vallemaggia è proprio come un'opera musiva: composto di varie tessere, ognuna con la sua specificità e peculiarità ‑ il suo colore ‑ che unite in un'unica grande visione danno corpo a un'opera vivida e feconda, con grande potenziale, soprattutto pensando a natura, cultura e benessere, che altro non sono che le linee direttrici su cui si basa la visione strategica dell'ente.
Dall'assemblea dello scorso giugno sono scaturite due novità. In primo luogo la nomina di un nuovo presidente: Giacomo Garzoli, avvocato, granconsigliere Plr e già presidente dell'Antenna Vallemaggia, per una decina d'anni. In secondo luogo, la modifica di struttura e statuto che rende l'ente maggiormente operativo. Ecco come: al Consiglio regionale sono affidate le decisioni strategiche e le discussioni sui grandi progetti; all'Ufficio presidenziale (Up, eletto lo scorso 26 agosto e limitato a tre persone: i sindaci Stefano Gilardi e Damiano Vignuta; nonché lo stesso Garzoli) va la gestione di progetti di piccola e media dimensione e le questioni amministrative.
«Prendo in mano un lavoro egregio. A livello cantonale, la nostra è una delle regioni più attive in progettualità. Mi sento di ringraziare veramente molto Tiziana Zaninelli (presidentessa dal 2009 al 2021; ndr) e la sua squadra per l'opera svolta in questi anni», afferma il neopresidente a pochi giorni dalla sua entrata in carica. L'eredità lasciata da Zaninelli, come abbiamo scritto qualche riga più su, è cospicua, basti pensare ai grandi progetti come Palacinema e Centro balenare regionale, le ristrutturazioni di Palexpo (il Fevi) e Cinema GranRex (tanto per segnalarne alcuni, molto pochi in effetti). Ma le sfide all'orizzonte sono numerose, perché la realizzazione dell'opera "Locarnese, oasi della Svizzera" è sempre in evoluzione e l'ente preposto deve essere attento a cogliere l'effervescenza del suo territorio.
Innanzitutto, è bene chiarire che con Locarnese si intende la regione composta dai distretti di Vallemaggia e Locarno, che unisce oltre mille chilometri quadrati di territorio fatto di aree urbane, periferiche, lacustri, vallerane e montane. Mille chilometri che comprendono ben 27 Comuni con una popolazione complessiva di circa 70mila abitanti.
«Le idee le abbiamo. Ora si tratta di entrare nella squadra e ascoltare cosa hanno da proporre i miei collaboratori», inizia Garzoli. Sono principalmente tre le componenti essenziali per lavorare bene: «Buoni collaboratori, che so di avere. Buoni rapporti con le istituzioni sui vari livelli (dal comunale al nazionale). Poi c'è la terza componente ‑ forse la più importante ‑: riuscire a creare entusiasmo e ampia condivisione dei progetti. Perché come in tutte le situazioni è l'unione a fare la forza». Dopo la questione metodologica, arriva la materia. «La progettualità sul territorio non è indifferente, è necessario raccoglierla, coordinarla e condividerla. Bisogna innanzitutto essere consapevoli di quante possibilità ci sono e inoltre è importante sapersi staccare dalla concezione di sviluppo prettamente economico», afferma Garzoli. Lo sviluppo, a suo modo di vedere, è anzitutto culturale: «Per me è il saper leggere quali sono le tendenze di fondo nella società che ci proiettano nel futuro. Se riusciamo a essere consapevoli di ciò, saremo anche in grado di concepire e costruire lo sviluppo della regione tutti insieme».
Le tre linee direttrici, seppur generiche, della nostra regione sono natura, arte e benessere. Categorie in cui emergono e si sviluppano tendenze di fondo. Durante la pandemia ad esempio «c'è stato il boom dell'escursionismo. Il covid ci ha spinti a uscire di casa e stare nella natura, vista come spazio di libertà da conquistare. Questa tendenza ci ha portati a riflettere sì sul turismo, ma anche sulla maniera di abitare e fruire il territorio».
Nella prospettiva Garzoli, dalle tre direttrici si proiettano vie cruciali. Il Locarno Film Festival, il Monte Verità, il Patto di Locarno del 1925 sono solo alcuni esempi di uno dei temi che stanno a cuore all'interlocutore: «L'internazionalità, uno spirito che va recuperato, capito, valorizzato e potenziato, perché è un elemento che potrà influenzare le iniziative future», sottolinea. Fra le vie che la squadra prenderà, il neopresidente ne segnala ancora quattro. «Il lago. Bisognerà lavorare per trovare soluzioni per la navigazione e iniziative che promuovano la cultura lacustre. Lo sviluppo tecnologico, per cui sarà indispensabile realizzare un coordinamento fra aziende di punta del territorio, affinché possano dialogare. Un progetto fondamentale che non può decollare senza la collaborazione del Cantone», elenca Garzoli.
Se da una parte la nostra geografia è caratterizzata dal Verbano, dall'altra sono le montagne a farla da padrone: «Il territorio montano è molto vasto e le zone periferiche sono in crisi, soprattutto demografica. Non c'è molto tempo per agire». Possibili soluzioni potrebbero essere ricercate puntando su progetti che accorcino le distanze con i centri urbani «colmando la lontananza, risollevandole. Un'idea che si sta facendo largo ‑ accenna ‑ è quella di realizzare una trasversalità fra le valli, andando oltre il classico asse che le taglia dalla sommità al fondo», "dissanguandole" in termini di popolazione. Pensa soprattutto a collegamenti ‑ ad esempio Bosco Gurin-Valle Formazza, Vallemaggia-Valle Leventina ‑, che siano rispettosi dell'ambiente, che non snaturino il paesaggio, sia per il turista, ma anche per gli abitanti, salvaguardando quindi i servizi e rinforzando le sinergie con le aree urbane. «Ancor prima dei collegamenti fisici, la collaborazione è il ponte verso un'unità d'intenti e progettualità condivise. Una cosa però deve essere chiara: non fare nulla significa vedere queste regioni morire», chiosa.
Infine, ma non per importanza, il tema del turismo. «È un elemento di sviluppo forte nel Locarnese ed è fondamentale, soprattutto è un legame indissolubile. Un progetto, un'idea che sarà cruciale in questo settore e che si sta facendo largo è la scuola sul turismo, che porterà competenze a livello universitario, dando valore aggiunto. È però ancora allo stadio embrionale, bisognerà avviare le discussioni con regione e autorità per capire quali contenuti dare», anticipa.
«Per iniziare il quadro lo abbiamo tracciato», conclude Giacomo Garzoli. Ora non resta che mettersi all'opera.