È stata la decisione supercautelare a fermare gli avvicendamenti ai vertici dell'istituto. Oggi le parti in causa sono in udienza per un contraddittorio
Di questi tempi, scrivi Clinica Santa Chiara e leggi guazzabuglio, con vigorosa roteazione dei bulbi oculari. La vicenda del passaggio di proprietà, nonché dell'attuale gestione dell'istituto è talmente complessa e insidiosa che venirne a capo è tutt'altro che semplice, anche perché le informazioni sono scarse e spesso contrapposte. Nel mezzo della burrasca, in balia degli eventi, ci sono i circa 260 dipendenti che lunedì 5 luglio, durante l'assemblea convocata con i sindacati Vpod e Ocst (inizialmente per la questione dei salari bloccati, accreditati all'inizio di questo mese), reclamavano trasparenza e responsabilità dei vertici nei loro confronti. Sì, perché a pagarne le spese sono loro, direttamente e indirettamente. L'incertezza su chi gestirà e dirigerà l'istituto di cura li penalizza: i reparti si svuotano dei pazienti e ci sarebbero dipendenti che iniziano a guardarsi in giro; una perdita di competenze che impoverisce la struttura.
È oramai noto che a bloccare qualunque avvicendamento ai vertici della Santa Chiara prima dell'assemblea generale è stata la Pretura di Locarno, con la (famigerata) decisione supercautelare di metà giugno, firmata dal pretore aggiunto. Nel documento si dice di fermare qualunque modifica relativa alla Clinica Santa Chiara a Registro di commercio. Come anticipato ieri, 7 luglio, dal Quotidiano Rsi, alla Santa Chiara è stato altresì vietato di delegare le competenze specifiche del consiglio di amministrazione (Cda) a organi e/o rappresentanti della Clinica luganese Moncucco Sa o della Fope Holding Sa.
Si ricorderà che per uscire dall'impasse dei salari, la Pretura di Locarno ha dovuto correggere il suo decreto autorizzando i nuovi amministratori a controfirmare l'ordine di accredito.
Ora, da capire sono le motivazioni della decisione supercautelare della Pretura: chiarirle permetterebbe di sgarbugliare, in parte o del tutto, la faccenda. Nel servizio Rsi, si ipotizzavano due ragioni. Uno, la supercautelare è stata decretata a causa di vizi nella procedura di nomina degli amministratori. Due, per salvaguardare e tutelare gli interessi degli azionisti di minoranza. Tutta una questione d'interessi, ed è un segreto di Pulcinella. La faccenda si gioca anche sulla tipologia di transizione che si vuole effettuare: si tratta di una vendita di azioni (favorevole alla clinica luganese) oppure di una liquidazione (nodo sollevato da Swiss Medical Network)?Qualora si fosse davanti a una liquidazione societaria, per portarla a termine è richiesta l'approvazione della maggioranza qualificata dei due terzi dell'assemblea. Maggioranza che non c'è, detenendo Swiss Medical Network oltre un terzo delle azioni.
A proposito di incontri, oggi (giovedì 8 luglio) era agendata l'udienza richiesta dal pretore aggiunto di Locarno alle due parti in causa per un contraddittorio. In ballo ci sarebbe anche la nomina di un commissario che gestisca la situazione nel difficile contesto transitorio (richiesta avanzata anche dalla banca della clinica Santa Chiara). Invece, l'assemblea generale della clinica locarnese è stata rinviata a venerdì 23 luglio dal Cda in carica per mancanza di chiarezza, “in virtù dell'equità nei confronti degli azionisti e dei loro interessi”.