Locarnese

Santa Chiara, i dipendenti reclamano 'responsabilità e chiarezza'

Si è tenuta oggi l'assemblea straordinaria: a preoccupare sono la mancanza di trasparenza nelle informazioni e non sapere che cosa aspettarsi dal futuro

All'incontro ha partecipato una cinquantina di dipendenti su circa 260 (foto archivio Ti-Press)
5 luglio 2021
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«Siamo preoccupati, insicuri; ci sentiamo presi in giro e sotto pressione. La sensazione è quella di non contare nulla», confida un'operatrice sanitaria. «Le informazioni ci arrivano dai media; siamo venuti a conoscenza dei fatti per vie traverse», dice qualcun altro. L'umore è basso e la tensione traspare fra i dipendenti della Clinica Santa Chiara di Locarno, che oggi pomeriggio si sono riuniti in assemblea straordinaria, convocata con i sindacati Vpod e Ocst e a cui anche gli organi d'informazione hanno potuto prendere parte.

Chiarezza e trasparenza sono le parole chiave emerse dalla discussione ed è ciò che i dipendenti chiedono ai vertici, perché non sanno cosa stia succedendo e si sentono in balia degli eventi. Una situazione incerta e per nulla rincuorante, spiegano, e dove non c'è sicurezza si crea un ambiente di lavoro affatto sano, che altro non può che generare malcontento. Tutti concordano nel dire che per lavorare bene ci vogliono trasparenza sul futuro, riferimenti sicuri (la direzione pare essere fantomatica dopo le dimissioni della direttrice Daniela Soldati) e serenità. Fra i rischi dell'attuale condizione è il fuggi fuggi dei dipendenti; di chi di fatto manda avanti l'attività. Per non parlare del calo dei pazienti degli ultimi tempi, di cui si è riferito durante l'incontro; inevitabile conseguenza di una querelle fra i vertici che si sta riflettendo sull'immagine dell'istituto di cura.

Difendere posti di lavoro, condizioni e salari

Nel giardino della dependance ci sono quattro sindacalisti, una manciata di giornalisti e, soprattutto, una cinquantina di dipendenti. Non molti, tenendo presente che l'organico conta circa 260 operatori; ma le assenze possono avere varie e valide spiegazioni. L'incontro era stato convocato la scorsa settimana in ragione del temuto blocco degli stipendi di giugno, ma pure per discutere collettivamente della situazione di pesante incertezza determina, in questi ultimi due mesi, dal cambio di proprietà e gestione.

Ora, seppur caduta la ragione primaria dell'assemblea (i soldi sono stati accreditati la scorsa settimana), dipendenti e sindacalisti si sono incontrati ugualmente. L'intento era trovare un modo per difendere le condizioni di lavoro nella fase transitoria e per il futuro, come recitava il volantino di chiamata a raccolta. Questo affinché il passaggi di proprietà non venga pagato dai dipendenti.

Essenziale riportare serenità fra le corsie

«La situazione non ci lascia soddisfatti, anche se sono stati pagati i salari – commenta il sindacalista Vpod Stefano Testa –. Non si gioca con la vita di lavoratrici e lavoratori». Dipendenti e sindacati chiedono quindi alle due parti in causa responsabilità. Dall'assemblea si sono levati alcuni interrogativi, principalmente a preoccupare è il futuro. Il nocciolo della questione è proprio questo, nessuno sembra sapere quali siano le prospettive, perché è tutto ancora in divenire. «La difficoltà è data dalle informazioni frammentarie, spesso in contrapposizione fra loro», spiega il sindacalista. E aggiunge: «Per riuscire a proseguire nella faccenda in questo momento, l'unico modo per noi è ridurre tutto ai minimi termini. Cioè, non transigere su versamento dei salari, cambiamenti di contratto eccetera, senza tener fede ai tempi di discussione». Adesso è essenziale, prosegue il nostro interlocutore, riportare una certa serenità fra le corsie e placare la preoccupazione. «Ogni situazione che mette il personale sotto pressione genera stress, che diventa potenzialmente pericoloso nel settore sanitario», afferma.

Un punto rimane quindi fermo per i sindacati: indipendentemente da chi dirigerà la struttura c'è l'obbligo di garantire e salvaguardare posti di lavoro e condizioni, mantenendo il contratto collettivo di lavoro specifico per la Santa Chiara e, naturalmente, ricevere paga. «Il concetto base del sindacalista, al di là della retorica, è 'si lavora per essere pagati. Se non si viene pagati, non si lavora'», aggiunge Testa, che sottolinea che l'obiettivo non è il conflitto, ma che si sarà pronti a rispondere qualora fosse necessario.

Il blocco degli stipendi, si ricorderà, era determinato da cavilli giudiziari inerenti al passaggio di proprietà dell'istituto di cura locarnese alla Moncucco di Lugano. Lo aveva deciso la banca della struttura sanitaria, in attesa della firma sia degli azionisti di minoranza, sia di quelli di maggioranza. Tuttavia, la firma di questi ultimi non è ancora valida, non essendo ancora ufficialmente iscritti a Registro di commercio. La vertenza è stata sbloccata perché la Pretura di Locarno ha temporaneamente ha validato le due firme della Moncucco.

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