Il consigliere decano di Locarno lascia il gruppo dopo l'esclusione a larghissima maggioranza dalla Gestione. De Lorenzi: “Una scelta da gestire fino in fondo”
Tempo fa scrivevamo su queste pagine delle diverse sfumature dei “no comment”, con particolare attenzione a quelli pronunciati in ambito politico. Il “no comment” di Gianbeato “Mani” Vetterli, consigliere comunale decano, rispetto ai motivi che l’hanno spinto a staccarsi dal gruppo Plr in legislativo per continuare, da adesso, come indipendente, ha senza alcun dubbio il timbro amaro di chi si sente a disagio.
Che alla base dello strappo vi sia la sua esclusione, per votazione del gruppo, dalla commissione della Gestione, è un fatto. Come lo è che il gruppo stesso, escludendolo, abbia probabilmente mal valutato le possibili conseguenze delle proprie azioni. Dopo aver scritto a sindaco, presidente sezionale e capogruppo in Consiglio comunale, Vetterli le ha esplicitate in maniera ancora più netta al termine del suo lungo discorso da consigliere decano, letto lunedì durante la seduta costitutiva: «Pur essendo stato eletto sulla lista del Plr ho deciso di uscire dal gruppo del Plr ed affrontare la legislatura quale indipendente, seguendo la vecchia e buona filosofia liberale che, a parole, tutti, da destra a sinistra, fanno propria, anche se poi nei fatti non è proprio così. Da parte mia invece la seguirò, come ho sempre fatto, certo che sia, se ben interpretata, la miglior base per una politica sociale, economica ed anche ambientale corretta ed equilibrata per il benessere di tutta la popolazione».
L’esclusione dalla Gestione di Vetterli da parte dei colleghi di gruppo non è una questione di lana caprina. Anche e soprattutto per come è maturata e per le radici che si è deciso di recidere. Vetterli ha 77 anni, fa politica attiva da una vita e solo nell’ultimo quinquennio, quale commissario Plr della Gestione, ha firmato ben 35 rapporti sulla cinquantina complessivamente sfornati dalla commissione. Fra questi troviamo quattro rapporti su cinque riguardanti i consuntivi della Città di Locarno, uno sui preventivi, nonché ad esempio quello sull’ente autonomo che gestirà l’istituto per anziani Casa San Carlo e una miriade di rapporti e rapportini tecnici, che – chi è consigliere comunale lo sa molto bene – sono i meno invitanti e più ostici da redigere. Perché non si bluffa: o si approfondiscono i temi, previa conoscenza degli stessi, oppure è meglio astenersi. Così, a fronte della maggioranza dei commissari Plr (e non solo) che ha ritenuto più saggio chiamarsi fuori, c’è spesso stato un Vetterli a metterci una pezza.
Ciononostante, il gruppo Plr (12 persone, Vetterli non si è naturalmente espresso) in votazione democratica lo ha escluso a schiacciante maggioranza (10 a 2), preferendogli il quartetto di novelli commissari formato da Luca Renzetti, Mauro Silacci, Simone Merlini e Orlando Bianchetti. «Il gruppo è sovrano e ha deciso così – commenta, raggiunto dalla “Regione”, il capogruppo Renzetti –. Probabilmente questo aspetto della Gestione ha giocato un ruolo nelle decisioni di Vetterli: non si può negarlo. D’altra parte c’è stato un voto e Mani è rimasto fuori, unitamente ad altri. Nessuno può mettere in discussione il grandissimo lavoro che ha sempre svolto e la sua conoscenza dei temi. A questo punto è per me importante capire la sua posizione, le motivazioni esatte del suo distacco dal gruppo, e verificare se vi sia la possibilità di discutere con lui. So che il partito intende farlo».
L’intenzione è confermata dal presidente sezionale Gabriele De Lorenzi: «Lo incontreremo nei prossimi giorni per un colloquio. La posizione della sezione è estremamente chiara: abbiamo sempre dato fiducia al gruppo, e ciò vale anche per le nomine. Sono dinamiche interne. La sezione può solo dare dei consigli. I fatti dicono che il gruppo si è comportato in modo formalmente corretto e palese, votando. Il risultato, a malincuore per il Mani, è quello. Vetterli ha tutto l’apprezzamento della sezione: nei lunghi anni di militanza ha sempre dimostrato coerenza con la sua idea politica liberale radicale. Adesso c’è questo problema, che dovrà essere affrontato e possibilmente risolto, al netto di una mia certezza: Vetterli è sempre stato, e rimane, liberale radicale. Non rinnega il partito, dal quale non è quindi fuori perché nessuno ha in mente di escluderlo». In realtà lo ha già fatto lui, obiettiamo. «Si è estromesso dal gruppo – ribatte De Lorenzi –, non dal partito. Ha detto che collaborerà singolarmente con la cordata liberale radicale e lo farà sicuramente sulla base di un’idea di fondo condivisa. Secondo me si sta ingigantendo una situazione che potrà rientrare, perché Vetterli è una “mente libera”, come ha sempre dimostrato, ma è anche un pragmatico, oltre che una persona ragionevole».
Non può sfuggire che a Vetterli è stato riservato un po’ lo stesso trattamento riscontrato in casa socialista con un’altra “mente libera”: Bruno Cereghetti. Lì si era parlato di un rinnovamento. «Se da noi c’è un’idea di rinnovamento, non è legata all’età, ma allo spirito e all’atteggiamento liberale radicale. È quello che ho sempre cercato di far passare, e che dovrebbe attecchire anche a livello cantonale. Se giochiamo alle epurazioni siamo finiti. Questa però è la teoria. Purtroppo, la pratica sta dando dei risultati che non sempre sono perfetti. Ma ripeto: noi come gruppo dirigente siamo avulsi dalle dinamiche del gruppo, che ha preso una decisione per motivi che non conosco e nella quale non mi permetto di metter voce, se non dicendo che mi spiace per Vetterli. Il gruppo ha scelto. Ora è chiaro che dovrà gestire la sua scelta fino in fondo».