Rinnovato l'appello ai volontari locarnesi per l'accompagnamento a domicilio. ‘Un'azione che richiede poco e dà moltissimo’
Costanza, sensibilità, tempo. Non sono moltissimi, i criteri di base richiesti da Pro Senectute Ticino e Moesano ai suoi volontari per l'accompagnamento a domicilio degli anziani. Non sono molti, ma sono importanti. Lo sottolinea Laura Tarchini, responsabile comunicazione per la Fondazione, lanciando l'appello con cui intende rimpinguare la “squadra” chiamata ad operare nel Locarnese.
Al momento i volontari a domicilio disponibili nella regione sono solo 20, una quarantina in totale per tutti i settori, fra cui il servizio fiduciario, quello nei centri diurni, o per i progetti di quartiere e per aiuti puntuali (vacanze, eventi particolari, ufficio). A fine 2020 la Fondazione contava in totale 295 volontari in tutti i settori. «Il volontariato a domicilio è il settore più importante a livello di numeri – spiega Tarchini –. Ogni persona che si mette a disposizione segue uno o due anziani, dai quali si reca al massimo una volta alla settimana. I compiti sono sostanzialmente far visita, portare gli anziani a fare due passi o recarsi insieme a far la spesa. Durante la prima ondata pandemica il cambiamento rispetto alle abitudini era stato sostanziale. Innanzitutto, a inizio anno c'era stato il confinamento degli anziani, molti dei nostri volontari sono “over 65”, quindi per un mese e mezzo non c'era stata la possibilità di fare l'accompagnamento fisico, sostituito comunque da quello telefonico. Per quanto riguarda la spesa, c'era stata l'attivazione di persone più giovani, fra le quali tra l'altro molte finite in orario ridotto e pronte a prestare quel loro tempo rimasto inaspettatamente libero. Per fortuna nella seconda ondata la limitazione per gli anziani è caduta ma sono rimasti dei “paletti” nel caso dell'accompagnamento di persone particolarmente anziane o con patologie pregresse».
Tarchini rileva che «il volontariato a domicilio continua ad avere una grande importanza proprio partendo dal fatto che le persone hanno forzatamente meno contatti con i familiari. Nelle situazioni di solitudine, la visita regolare del volontario è fondamentale perché permette l'incontro, lo scambio, il calore umano, l'ascolto. Come mi ha confermato poco fa una volontaria, in questo periodo questi valori emergono molto perché sono un po' cadute tutte le abitudini quotidiane – parlo anche solo del caffè al mattino al bar – e c'è pertanto un gran bisogno di parlare. La visita è quindi un momento davvero speciale; se possibile ancora più di prima. L'anziano si illumina, abbraccerebbe il volontario... se solo si potesse. La necessità di un contatto è testimoniata da molte persone, in questo momento, e in misura maggiore rispetto al numero di volontari che sono già a disposizione; ecco perché si è deciso di lanciare l'appello; modalità che, in passato, ha per così dire aperto gli occhi a molta gente, consentendoci di rafforzare il nostro contingente. Aggiungo che spesso chi comincia poi si lega a questo genere di attività. Parliamo di anni di attività di volontariato; segno che è un'attività che richiede in fondo poco, ma dà in cambio tantissimo come affetto, amicizia e riconoscenza».
Altri requisiti, “formali” e non, richiesti in aggiunta a quelli elencati più sopra sono «la maggiore età, poi la capacità d'ascolto e il senso di responsabilità, l'impegno e la discrezione – continua Laura Tarchini –. Sono tutti aspetti che vengono trattati durante un colloquio iniziale con il coordinatore o la coordinatrice. In questo senso è tutto molto ben organizzato perché si sa che si va a lavorare in un campo sensibile. Con il volontario viene stipulato un accordo di collaborazione basato su tutta una serie di regole di comportamento. In ultima istanza, prima di cominciare per davvero, viene organizzato un primo colloquio di conoscenza fra volontario e utente, a domicilio, alla presenza del nostro coordinatore o della coordinatrice del servizio. Poi, quando la collaborazione è attiva, entrano in considerazione aspetti come i rimborsi spesa per chi si mette a disposizione (così come una copertura assicurativa) ma anche rapporti regolari sugli incontri e sulla loro frequenza. Va detto che poi il volontario gode di una certa libertà per organizzarsi, anche a dipendenza delle preferenze, dei desideri e delle necessità dell'anziano».
Un ulteriore aspetto interessante è quello relativo alla possibilità di frequentare un programma di formazione, su diverse mezze giornate, che tocca temi a largo raggio come la prevenzione delle truffe ai primi soccorsi. «Si tratta – per Tarchini – di momenti facoltativi ma sempre molto ben frequentati. Sono anche importanti momenti di scambio, condivisione e consocenza reciproca fra volontari, anche di altri settori. Senza dimenticare la festa annuale dedicata ai volontari, in cui singolarmente vengono ringraziati tutti; nel 2020 è purtroppo saltata, ma appena possibile si tornerà ad organizzarla».
Tutte le informazioni per avvicinarsi a Pro Senectute in qualità di volontario si possono trovare sulla pagina internet www.prosenectute.org. Le persone interessate possono poi chiamare lo 091 912 17 17 e chiedere di parlare con uno dei coordinatori, Vinicio Bosshard e Giuliana Chiauzzi.